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L'INCREDIBILE HULK – di Louis Leterrier
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Estate: tempo di pop-corn movies in America e di cinema deserti in Italia. In effetti non vedo come si possa essere attratti dalle uscite cinematografiche della bella stagione, al solito film di carattere frivolo, dispersivo e disimpegnato. Meglio passare il weekend al mare o in montagna, secondo le preferenze. Però nei cinema multisala c’è un ottimo impianto di condizionamento dell’aria, quindi non è del tutto insensato trascorrere una serata spensierata lontano dall’afa.

Dopo Iron Man la Marvel propone un secondo film basato sui suoi supereroi: L’Incredibile Hulk. Ce n’era proprio bisogno, a soli cinque anni di distanza dallo spiazzante Hulk di Ang Lee? Può darsi, visto che la gran parte dei fan del telefilm e del fumetto sono rimasti sconcertati dal taglio anticonvenzionale dato al gigantesco bestione verde dal brutto carattere. In questo nuovo film si mettono subito le cose in chiaro: il dottor Bruce Banner (Edward Norton) farebbe volentieri a meno del suo speciale potere.

La storia prende il via nelle favelas di Rio, immortalate da una ripresa aerea strabiliante. Banner vive in incognito, lavora in una fabbrica di bibite al guaranà, prende lezioni da un maestro di respirazione per contenere il battito cardiaco ed è in contatto con un amico misterioso, che lo sta aiutando a trovare un antidoto alla contaminazione radioattiva che lo affligge. Ma il suo corpo è proprietà dell’esercito degli Stati Uniti e dopo cinque anni di vane ricerche il generale Ross (William Hurt) riesce finalmente a localizzarlo. Viene inviato un commando capitanato dal gelido e determinato Emil Blonsky (Tim Roth), con il compito di catturare il soggetto ad ogni costo. Dopo un concitato inseguimento, nel quale Banner finisce per trasformarsi in Hulk, Blonsky si rende conto del suo immenso potere e ne vuole per sé. Il generale acconsente, mentre Banner raggiunge gli Stati Uniti e contatta Elizabeth Ross (Liv Tyler), biologa, ex-fidanzata e collaboratrice nel programma di ricerca che ha generato Hulk. Insieme visitano il dottor Samuel Sterns (Tim Blake Nelson), il quale è riuscito a trovare un antidoto alla contaminazione. Le cose non vanno come previsto e, invece di guarire e mettere fine alla caccia al suo prezioso DNA, il dr.Banner è costretto a ritrasformarsi in Hulk per fronteggiare Blonsky, ormai divenuto l’essere mostruoso chiamato The Abomination.

Questo film non ha niente di speciale, a parte gli effetti grafici, a tratti molto realistici, in altri un po’ confusi e vagamente plastificati. Lo scontro finale tra i due colossi mette a soqquadro un’intera zona di Harlem ed è eccessivamente lungo, considerato che non c’è spazio per il dialogo (“Hulk Spacca!” è una delle pochissime frasi pronunciate dal protagonista). C’è tutta l’azione che si vuole, ma non sempre è somministrata nelle giuste dosi. Il devastante sonoro e le incalzanti musiche di Craig Armstrong sono un dichiarazione di guerra ai timpani dello spettatore, che ha buone probabilità di lasciare la sala ben rintronato.

Al di là delle scene tipiche del genere, ormai così mirate ad impressionare che non impressionano più, si riesce a costruire una storia, spesso incoerente per via di inspiegabili cesure temporali ma generalmente convincente. Non ci sono sorprese né il ben che minimo sentore di novità, però il livello di tensione o divertimento si mantiene costante per due ore. Forse i problemi maggiori riguardano il cast: E.Norton e T.Roth sono due attori capaci, tuttavia il protagonista lascia perplessi in più di un’occasione. Priva di mordente l’interpretazione di L.Tyler, che sembra tutto tranne che una biologa impegnata in ricerca (confrontare con la convinta recitazione di T.Blake Nelson). W.Hurt è imbalsamato nel ruolo di un generale a dir poco scellerato, vista la libertà con cui dispone delle vite dei suoi soldati e scatena la guerra nel bel mezzo di un campus universitario.

L’Incredibile Hulk non è niente di che; tenderei a classificarlo come un prodotto per appassionati, meno insulso e sciatto di altre produzioni ma comunque di scarsa rilevanza. Tutto sommato offre due ore di azione senza grosse pause, perché non c’è molto materiale su cui riflettere, però non è abbastanza curato nei dettagli e non possiede le caratteristiche di originalità sufficienti a farlo emergere dalla mediocrità.

Voto di gradimento: 6
Voto critico: **

Inviato il: 13/7/2008 13:03
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Re: L'INCREDIBILE HULK – di Louis Leterrier
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Ciao Gurgaz, bentornato. E' sempre un piacere leggerti.

Il problema, come sappiamo, da qualche anno a questa parte è sempre lo stesso: una progressiva deriva cinematografica imperniata sulla spettacolarizzazione smaccata ed eccessiva delle (talvolta mediocri) sequenze d'azione a discapito della trama / dello spessore psicologico dei personaggi.

Ultimamente, girovagando su vari siti di cinema, ho notato che una delle locuzioni ricorrenti tra coloro che inseriscono un'opinione su film stile Hulk è "ma piantatela, state zitti, voi non capite la grandiosità di quella esplosione/scena in CG/inquadratura lascìva gratuita, dovete spegnere il cervello e divertirvi", di solito usata per difendere a spada tratta il superfilmone di turno dalle critiche di chi invece si sente defraudato/deluso.
Spegnere il cervello, uhm. Una frase moderatamente spiazzante, a mio modo di vedere. Spegnere il cervello equivale a NON ragionare, a cadere in catalessi, ad assorbire acriticamente ogni cosa, come una spugna, no? Cosa assai grave, temo. Con ogni probabilità, l'intento è quello di sottolineare il bisogno di accedere a quella "sospensione d'incredulità" su cui è basata ogni narrazione fantastica, ok, tuttavia... beh, direi che chi utilizza questa particolare espressione - spegnere il cervello, ripeto - tutto sommato rende un gran servigio a tutti noi: enfatizzare talune pellicole (sulla cui qualità preferirei non pronunciarmi ufficialmente) rende meglio l'idea di un encefalogramma tragicomicamente vicino all'essere decisamente piatto, mi sa.

(Lo so, l'ultima frase è piuttosto acida e cattivella, ma una volta ogni tre mesi ci può stare, perdonatemi)

Inviato il: 13/7/2008 14:27

Ultima modifica di =Dr.Scherzo= il 13/7/2008 15:39:17
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Re: L'INCREDIBILE HULK – di Louis Leterrier
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Ciao Dr.Scherzo

Nel tuo post ti limiti ad osservare una tendenza che è divenuta molto comune negli ultimi tempi, sia per quanto riguarda il cinema come per tanti altri prodotti commerciali, dalla TV alla musica. "Spegnere il cervello" è una frase che oggi si sente molto spesso, in questa o in altre forme, ed è fonte di sconcerto per chi, invece, desidera apprezzare le cose mantenendo i neuroni in funzionamento.

Sembra che l'uomo moderno, dopo aver negato tutte le fedi e le superstizioni, si senta in qualche modo imbrigliato dall'eccessiva razionalità ed abbia bisogno di valvole di sfogo, come possono essere questi film o i reality show. L'esigenza di spegnere il cervello va letta in questa chiave, ossia come il desiderio di molti di farsi quattro risate a buon mercato, a base di effetti speciali gratuiti e spacconate. In effetti, un simile atteggiamento è quasi necessario per sorbirsi questi film con supereroi ed affini; credo che l'anno scorso, quando mi sono divertito tantissimo con Transformers, devo necessariamente essere entrato in sala col "cervello spento".

Più che altro non posso capire come un discorso del genere costituisca un argomento contro coloro che sono insoddisfatti. Spegnere il cervello è un'esigenza personale e non può essere il requisito per apprezzare un film. Chi vuole qualcosa di meglio nelle produzione nate per l'intrattenimento ha pieno diritto di farlo e di protestare quando si sente gabbato. Personalmente preferisco i film che tengono il cervello attivo ed impegnato, perché gli altri mi fanno addormentare o disturbano i sensi (vista e/o udito).

L'incredibile Hulk non è il peggio che si possa trovare sulla piazza, ma non è nemmeno degno di grandi celebrazioni. Non ti curar di lui, ma guarda e passa...

Inviato il: 13/7/2008 16:58
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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Re: L'INCREDIBILE HULK – di Louis Leterrier
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Ciò che affermi segue perfettamente ciò che intendevo dire, ampliandone la portata e delineandolo con ancora maggior acume.

Sinceramente non so. Mi sento un po’ spiazzato. A voler ben vedere, non c’è nulla di male nel lasciare ogni tanto da parte le tematiche più rilevanti per far posto alla ricerca di una spensieratezza a tratti fanciullesca, molto slapstick, quasi fisica, in cui non c’è molto da ragionare, ma solo da far correre occhi, mente e cuore. Una volontà di evadere per almeno un paio d’ore da canoni piuttosto uniformi ed eccessivamente stimolati verso il superfluo, azzarderei. Apprezzare un film come “Natale in India” o “Daredevil”, in fondo, non costituisce ancora un reato. Però…

Però, secondo me, spesso ci si accontenta della mediocrità. Film che in definitiva sono magari nulla più che carini vengono presentati come “LA PELLICOLA PIU’ APPASSIONANTE DELL’ANNO!!!”, “PREMIATO COME MIGLIOR FILM DEL 2008!!! (quando magari siamo solo a metà gennaio)”, “IL FILM CHE NON POTETE ASSOLUTAMENTE PERDERE!!!”. Ovviamente quando non si rivelano delle prepotenti, sonore ciofeche. In quel caso la strepitare delle pubblicità è, se possibile, ancora più roboante, scellerato e invasivo.
Capisco che faccia tutto parte del Grande Gioco della Campagne Pubblicitarie, ma alla lunga un atteggiamento del genere può essere controproducente.

Per altri versi, poi, è come ammirare una donna la cui unica qualità sia la mera bellezza fisica.
La osservi, inebetito, e ne rimani estasiato. E’ perfetta in ogni singolo particolare: la lucentezza dei capelli, la profondità dello sguardo, le labbra carnose, le forme sinuose.
Tuttavia, quando alla fine ti avvicini col cuore in gola e trovi il coraggio di rivolgerle la parola, offrendole da bere, lei si rivela al di sotto di ogni aspettativa: magari ha una insopportabile vocetta stridula, oppure soffre di una rara forma di alitosi o flatulenza, oppure ancora è ignorante, sciocca o perfino maligna… la delusione, in quel caso, è cocente.
E quando inizia a capitarti venti, trenta volte l’anno, alla fine capisci l’antifona e stai un attimo più attento a come spendi i tuoi soldi.

Le case di produzione cinematografiche sono divenute particolarmente astute: nei trailer ti mostrano le scene che possono più di tutte catturare l’attenzione dei potenziali spettatori, sottintendendo che tutto la pellicola sarà di quel fenomenale o appassionante livello. Sfortunatamente per loro e fortunatamente per noi, il giochetto alla lunga ha mostrato la corda, ed è difficile che un semplice trailer possa entusiasmarmi al punto da attendere spasmodicamente l’uscita di quel dato film.

Inviato il: 13/7/2008 18:08
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Il Sonno Della Ragione Genera Mostri (Francisco Goya)
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