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Un tranquillo weekend di paura (1972)
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Di “Deliverance” (nome originale del film) si è parlato e scritto molto nel corso degli anni. Fece parecchio scalpore l’anno in cui uscì nelle sale, sia per i temi affrontati sia per il modo in cui la storia è narrata. Si tratta di un’opera che ha indubbiamente lasciato il segno nella storia della cinematografia, quindi è naturale che abbia avuto un notevole risalto.

[Breve digressione: Ciò che stupisce, semmai, è la recalcitrante nonché sciagurata politica delle tv contemporanee, che raramente inseriscono pellicole come queste nel palinsesto, impedendo così alle nuove generazioni di visionare tutta una serie di film che invece dovrebbero essere conosciuti. Non ricordo, infatti, l’ultima volta in cui “Un tranquillo weekend di paura” è passato su uno dei canali generalisti italiani. Non so neanche se ci sia mai passato, se è per questo. Per poterlo guardare, ho dovuto provvedere da solo. E non è la prima volta, visto che anche con film tipo “Ed Wood” di Tim Burton ho dovuto arrangiarmi io. Fosse stato per Rai o Mediaset, mi beccavo la solita fiction melensa o l’ennesimo “Vacanze di Natale 199X”. Pessimismo e Fastidio.]

Sinossi:

Quattro amici, uniti dalla passione per la natura, decidono di lasciarsi alle spalle la caotica città e di passare un tranquillo weekend ecologico. Lewis (Burt Reynolds), il leader del gruppetto, Drew (Ronny Cox), idealista e raffinato, Ed (Jon Voight), timido e imbranato, e Bobby (Ned Beatty), grasso e sempliciotto, si recano in una remota vallata nel Sud degli Stati Uniti e discendono in canoa il fiume che l'attraversa. La scampagnata si trasforma ben presto in un inferno e la natura incontaminata mostra il suo volto più spietato.
(tratto da film.tv.it)

L’inferno a cui si fa riferimento veste sia i panni della Natura, maestosa ma indifferente di fronte ai drammi umani, che quelli ben più prosaici degli abitanti del luogo, dei cosiddetti “hillbilly”, ovvero i campagnoli degenerati del Profondo Sud. Entrambi questi elementi vengono utilizzati per creare un’atmosfera pesante, minacciosa, inquietante, che in teoria permea l’intero film.

Quella che era partita come una avventurosa ma divertente scampagnata, difatti, diviene man mano un’esperienza sempre più traumatica. La natura, che teoricamente dovrebbe rilassare e/o far serenamente riflettere, muta in un cinico avversario da battere pur di sopravvivere. Le numerose rapide lungo il fiume, le ripide pareti verticali in cui quest’ultimo scorre, la lussureggiante foresta che nasconde e confonde ed in cui potrebbe celarsi ogni genere di pericolo: tutti componenti narrativi che rischiano di sopraffare più volte un gruppo già in difficoltà.
In difficoltà poiché la reticenza – se non l’aperta ostilità – dei villici, rozzi e zotici, appare fin da subito in tutta la sua chiarezza (Dueling Banjo’s a parte), e la sottovalutazione del pericolo da essi rappresentato comporta gravi conseguenze per tutti.
Fermatisi per pescare lungo il fiume, infatti, Ed e Bobby vengono avvicinati, poi minacciati e infine seviziati da due zotici armati di fucile. Solo l’intervento di Lewis (che uccide uno de due villici con una freccia) e Drew li salva da morte certa. Da questo momento in avanti, la pellicola trascina lo spettatore in un abisso di situazioni al limite della follia: la discussione dei quattro sulla legittimità o meno di raccontare ciò che è successo alla polizia, l’occultamento del cadavere nella foresta, l’assurdo incidente lungo il fiume (in cui Drew scompare ed in cui Lewis si spezza una gamba), e poi Ed che si trova a scalare una parete di roccia di notte, l’uccisione del secondo zotico (appostato in cima alla suddetta parete di roccia) ed il mesto ritorno verso la civiltà.

Insomma, un vero e proprio incubo. Posso dunque capire perché, ormai quasi trentacinque anni orsono, “Deliverance” ha contribuito a cambiare il modo di raccontare una storia. Ha mosso un passo in avanti per tutto il cinema mondiale, andando a toccare argomenti complessi (come il rapporto tra Uomo e Natura) o scabrosi (è una delle primissime volte, se non la prima volta, in cui viene mostrato uno stupro omosessuale), utilizzando elementi narrativi poi copiati da decine e decine di registi. Senza contare la scena iniziale, incentrata sul famoso duello musicale tra Drew ed un hillbilly boy (il momento detto Dueling Banjo’s): sono sicuro che chiunque, nessuno escluso, avrà sentito quel motivetto almeno una volta in vita sua.

Da un punto di vista puramente personale, tuttavia, “Un tranquillo weekend di paura” non mi ha convinto del tutto. Pur riconoscendone l’enorme valore, non me la sento di definirlo un “perfect ten”. E’ un ottimo lavoro, ma vi sono alcune cose che mi han lasciato perplesso:

Il film, a mio avviso, a prescindere dalla drammaticità della situazione, scorre via sin troppo piatto. Intendo dire che l’esposizione risulta fin troppo lenta e schematica, con una ripresa degli stessi contenuti un filo eccessiva: per la metà del tempo ‘sti tizi vanno giù in canoa lungo il fiume, e la cosa dopo un po’ può stancare.
La “scandalosa” scena dello stupro, poi, non è poi così scandalosa, se la si guarda con gli occhi di uno spettatore del 2008. Ovvio, quarant’anni fa s’è trattato sicuramente d’un pugno nello stomaco, ma oggi come oggi ha forse perso parte della sua potenza espressiva… Forse è questo il problema più grande: “Deliverance” ha sul groppone quasi quarant’anni. A mio avviso è un film che, più di altri, inizia a risentire un po’ del tempo che passa. L’originalità della pellicola è andata persa, in quanto gli spettatori contemporanei hanno già visto decine di pellicole che in qualche modo si rifanno a “Deliverance”. Per dirne uno, quel film con Maryl Streep in cui lei scende lungo un fiume in canoa, ed in cui Kevin Bacon fa il cattivo, beh… l’idea è palesemente copiata da “Un tranquillo weekend di paura”, cosa che rende meno incisiva la visione dell’originale.
Alcune parti della trama, inoltre, risultano un tantino contorte: ho dovuto rivedere talune scene più volte per poter comprendere il senso di quel che stava accadendo. Per esempio, sinceramente non ho capito il passaggio in cui Drew cade/si tuffa dalla canoa, sparendo tra i flutti. Lewis dice d’aver sentito uno sparo, e questo indicherebbe che lo zotico sulla montagna ha effettivamente aperto il fuoco. Ma non sembra assolutamente così: Drew si volta a più riprese verso Ed prima di tuffarsi, ed in questi momenti pare stranito, imbambolato, come in preda ad un rimorso di coscienza per aver seppellito il primo zotico. Il punto è che lo zotico col fucile c’è davvero. Quando poi Ed e Bobby ritrovano il corpo di Drew, beh, non chiariscono nulla, si limitano a farlo affondare nel fiume. Quindi non so sinceramente cosa pensare.
L’effetto-notte mentre Ed sale su per la parete di roccia, infine, è veramente obbrobrioso, pare fatto col blue screen da un bimbo di otto anni. Gli alberi ripresi sembrano ardere d’una spettrale luce interiore, ed il volto di Ed è “sporcato” dal blu dello sfondo.

Voto globale: 7

Inviato il: 12/10/2008 16:22
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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Non ho mai visto questo film, pur avendone sentito parlare. Sicuramente è come dici tu: non è di quei lavori che rientrano negli abituali palinsesti televisivi, forse nemmeno a notte fonda.

Pare qualcosa di interessante, se non altro per la tensione che si respira. Cercherò di procurarmelo in qualche modo, poi ti farò sapere.

Inviato il: 12/10/2008 16:34
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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Dott Scherzo hai commesso un gran errore! Non hai detto che il regista del film è John Boorman, solamente uno dei miei registi preferiti in assoluto!!

Ragazzi se non lo avete ancora fatto guardate questi suoi film:

Duello nel Pacifico (mio voto 8/10)
Zardoz (9/10 - anche se per alcuni un flop)
...chiaramente anche Excalibur e altri..

Inviato il: 5/1/2009 16:48
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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Borgoastro ha scritto:
Dott Scherzo hai commesso un gran errore! Non hai detto che il regista del film è John Boorman


Deh, l'ho obliato. Hai fatto benissimo a ricordarlo, Boorman è l'autore dell'epico e teatrale Excalibur ed andrebbe ringraziato solo per questo

Inviato il: 5/1/2009 17:18
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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GUARDA ASSOLUTAMENTE ZARDOZ CI TENGO!

Inviato il: 5/1/2009 17:24
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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=Dr.Scherzo= ha scritto:


Alcune parti della trama, inoltre, risultano un tantino contorte: ho dovuto rivedere talune scene più volte per poter comprendere il senso di quel che stava accadendo. Per esempio, sinceramente non ho capito il passaggio in cui Drew cade/si tuffa dalla canoa, sparendo tra i flutti. Lewis dice d’aver sentito uno sparo, e questo indicherebbe che lo zotico sulla montagna ha effettivamente aperto il fuoco. Ma non sembra assolutamente così: Drew si volta a più riprese verso Ed prima di tuffarsi, ed in questi momenti pare stranito, imbambolato, come in preda ad un rimorso di coscienza per aver seppellito il primo zotico. Il punto è che lo zotico col fucile c’è davvero. Quando poi Ed e Bobby ritrovano il corpo di Drew, beh, non chiariscono nulla, si limitano a farlo affondare nel fiume. Quindi non so sinceramente cosa pensare.
L’effetto-notte mentre Ed sale su per la parete di roccia, infine, è veramente obbrobrioso, pare fatto col blue screen da un bimbo di otto anni. Gli alberi ripresi sembrano ardere d’una spettrale luce interiore, ed il volto di Ed è “sporcato” dal blu dello sfondo.




Scusa se riapro la questione ma ho appena finito di rivederlo e non mi ricordavo quasi più il film...
Lo zotico che viene ucciso da Ed non è il compagno dell'altro strupatore ma solo il cugino di uno degli sceriffi che era andato a caccia. In pratica Drew è morto da solo, è caduto dalla canoa vuoi per sfinimento, vuoi per i sensi di colpa..Lewis si era sbagliato, non c'è stato sparo.
Di fatti l'altro zotico non aveva denti nella parte superiore e questo si.
Infatti Boorman ha voluto mostrare come la coscienza sporca possa peggiorare la situazione e come comportamenti sbagliati chiamino altro male.

Inviato il: 7/1/2009 23:22
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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Borgoastro ha scritto:

Scusa se riapro la questione ma ho appena finito di rivederlo e non mi ricordavo quasi più il film...


Figurati! Anzi, ti ringrazio per aver fatto luce su un punto (per me) oscuro della vicenda. Avevo il sentore che lo zotico sul monte non fosse l'amico dello stupratore, ma non ne ero certo. Sullo sparo, invece, ammetto d'essermi affidato prevalentemente alla percezione di Lewis (sbagliando, evidentemente).

A questo punto, però, mi domando perchè il villico aggredisca Ed. Sarà stata una precisa scelta del regista? Una decisione, insomma, presa da Boorman per riuscire a dipingere ancor più l'intera popolazione locale come contorta, corrotta ed inaffidabile, aumentando così il senso di timore/pericolo dei protagonisti? Secondo me come soluzione ci può stare.

Inviato il: 7/1/2009 23:37
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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Beh Ed per primo puna l'arco contro lo zotico e l'altro vedendolo gli punta il fucile e gli spara per difesa mancandolo due volte.

Comunque questa sorta di barbara depravazione e inciviltà che vige fra gli zotici è una delle tante sfacettature della società americana.
La si ritrova talvolta anche nella letteratura...anche in Stephen King.
E' storia, è una realtà. E pensa al cinema di Kubrik, ad Eyes wide shut. Ciò che dovrebbe essere civiltà, il progresso, i risultati del capitalismo...l'uomo rimane fondamentalmente un barbaro (il dottore che droga la miss per delle prestazioni sessuali mi fa venire in mente il caso del regista Roman Polanski che offre droga a una minorenne per sesso anale ad una festa a casa di Nicholson, ragazzina che poi ha subito l'abuso).
Ed il fatto è che essere barbaro non consiste tanto nel vivere in un mondo poco teconlogicamente avanzato, ma tutto risiede in una depravata forma deviata dall'essere animale.

Poi ci sono le persone come Ed. Quelli siamo noi.

Inviato il: 8/1/2009 0:01
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Re: Un tranquillo weekend di paura (1972)
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Borgoastro ha scritto:
Beh Ed per primo punta l'arco contro lo zotico e l'altro vedendolo gli punta il fucile e gli spara per difesa mancandolo due volte.


Hai ragione, avevo dimenticato questa sequenza.

Inviato il: 8/1/2009 11:08
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