Venerdì sera ho avuto l’impulso violento ed inatteso di vedere un film. Era da un pezzo che non ricorrevo al distributore automatico, poiché trovo che la varietà dei titoli proposti non sia così entusiasmante. Scorrendo la lista è venuto fuori questo ‘V’ per vendetta, una produzione di cui mi avevano parlato abbastanza bene, pur non convincendomi ad entrare in sala nel 2006. Cosa potevo aspettarmi, allora, dall’ennesimo film ispirato ad un fumetto di Alan Moore?

Di solito quando non ci si aspetta nulla si tende ad essere più tolleranti e a soprassedere ai difetti per concentrarsi sui pregi. La sceneggiatura dei fratelli Wachowski e del disegnatore del fumetto, David Lloyd, è un’efficace riassunto del fumetto originale, dicono, e riesce a comunicare un messaggio politico-sociale, ingenuo ed infantile, con una certa maestria. James McTeigue fa un buon lavoro al suo esordio da regista, ma il suo pregevole curriculum da assistente faceva ben sperare.

Ambientato in un futuro alternativo in cui l’Inghilterra è un regime totalitario, subordinato all’onnipotente cancelliere Sutler (John Hurt), ‘V’ per vendetta racconta la storia di Evey Hammond (Natalie Portman), un’orfana che, come tutti, vive nel terrore della dittatura che controlla le menti e fabbrica la realtà. Una notte è sorpresa dagli agenti governativi a circolare dopo il coprifuoco, ma scampa ad un orribile destino per l’intervento di un uomo mascherato che si fa chiamare V (Hugo Weaving). Costui è un sovversivo dall’oscuro passato, che con alcuni coraggiosi ed efficaci attacchi riesce a far parlare di sé. V porta Evey nel suo covo segreto e cerca di convincerla ad aiutarlo nella caccia ad alcuni personaggi illustri, implicati in passato nell strano progetto scientifico del carcere di Larkhill. La ragazza tenta di fuggire appena possibile e si rifugia da un amico, il presentatore televisivo Gordon Dietrich (Stephen Fry), che scopre essere a sua volta un contestatore. Mentre gli omicidi si susseguono, l’ispettore Finch (Stephen Rea) cerca di ricostruire la storia di V allo scopo di intuire i suoi obiettivi. Quando inizia a capire, V ha già eliminato la dottoressa Surridge (Sinead Cusack), responsabile del progetto segreto, e il cinque novembre è ormai prossimo. Come Guy Fawkes nel 1605, V ha in mente di distruggere le Houses of Parliament di Londra. “Con gente a sufficienza, far saltare in aria un edificio può cambiare il mondo”. Sarà vero?

L’impianto ideologico di ‘V’ per vendetta è confuso e gioca su sterotipi troppo semplici per appassionare. Ciononostante la vicenda scorre bene e non annoia e le scene d’azione sono solo una minima parte, perché tutto sommato le battute sono scritte bene e suonano interessanti anche nella loro retorica. L’eroe è ben tratteggiato, una specie di personaggio “cappa e spada” che lotta per la libertà, facendo uso di metodi poco ortodossi ed ispirandosi infelicemente a Guy Fawkes, non esattamente un eroe democratico. Comunque V è un personaggio riuscito e la voce calda ed affabile di H.Weaving è perfetta.

Il resto del cast svolge discretamente il suo compito, ma su N. Portman cade l’incarico di sorreggere l’impianto del film, in assenza di un altro protagonista.La giovane attrice fa un buon lavoro e cerca quanto può di lasciarsi alle spalle l’eredità di Star Wars, ma ha ancora molto da imparare. Ha perfino sacrificato i suoi bei capelli per girare le intense scene della sua prigionia, ma forse non ne valeva la pena.

Nel panorama dei derivati cinematografici del fumetto, ‘V’ per vendetta è un buon prodotto, meno compiaciuto nel rendere inquadrature, colori e movimenti tipici delle tavole degli albi e più attento ai contenuti. La stessa polemica politica finisce banalizzata dalla brevità del film e dalla resa inferiore di certe frasi rispetto alla carta stampata. Anche se V ha una maschera a nascondere un’espressione certamente poco convincente, alcune delle sue teorie sono un tantino pericolose ed ambigue per essere affermate a gran voce in un film per giovani. Dando per scontato che tutti siano in grado di discernere ciò che può loro servire da ciò che risulta valido nel contesto immaginario, l’esordio del regista McTeigue riesce a divertire e a tener viva l’attenzione, senza puntare sul chiasso e sulle gesta mirabolanti, ma non è roba da vedere e rivedere.

Voto di gradimento: 7
Voto critico: ***

Un consiglio per tutti, che il film sia piaciuto o meno.
Leggetevi l'opera originale di Alan Moore, sono certo non vi deludera'.

Nonstante sia distante dai miei generi preferiti, devo ammettere che il film mi è piaciuto. Sicuramente sopra la sufficienza.

La lettura dell'opera di Alan Moore è tra i propositi del 2009...

All'inizio ero scettico: insomma un eroe con una maschera del genere.
Poi l'ho affittato una sera d'inverno assieme alla mia ragazza e ne sono rimasto piacevolmente colpito soprattutto Per l'Ambientazione e la Caratterizzazione del protagonista (premetto che non avevo mai letto l'Opera di Alan Moore).
Lo consiglio a tutti gli amanti del filone "supereroistico", ma anche a chi vuole vedere un film che faccia davvero riflettere!

Il punto è che non dovrebbe essere un supereroe libertario, ma un terrorista anarchico.

Ciao Krenim, quanto tempo!

Citazione:

Ti riferisci forse al confronto film-fumetto originale?

Più o meno, ma principalmente mi scoccia il fatto che non si sia avuto il coraggio di fare qualcosa di davvero originale e abbiano usato le solite idee con qualche spolverata in più ovviamente, ma che rientrano comunque nei cliché di genere.