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LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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Non ho mai idolatrato Quentin Tarantino per essere stato uno dei rari registi americani ad osare qualcosa di nuovo, in un periodo sterile come i primi Anni Novanta. Cionondimeno i suoi film mi sono piaciuti fin da subito, perché sposano la ricerca dell’originalità con l’attenzione per i fondamenti irrinunciabili dell’arte cinematografica, primo fra tutti il gusto per una recitazione solida ed autentica.

L’esordio di Tarantino è Le iene (Reservoir dogs), un lavoro leggermente acerbo e per certi versi incompleto, ciononostante degno precursore di quel capolavoro che porta il nome di Pulp Fiction. Finora, la filmografia del regista annovera soltanto gangster movies che reinventano il genere, immedesimando lo spettatore con i criminali e presentandogli un mondo della malavita finto, ma credibile e divertente. Il boss Joe Cabot (Lawrence Tierney) e suo figlio Eddie “Nice Guy” (Chris Penn) reclutano sei delinquenti per un “lavoretto”: il furto di una partita di diamanti. I membri non si conoscono e devono tenere segrete le proprie generalità, onde evitare soffiate, tradimenti e tutto ciò che può verificarsi quando le cose si mettono male. Ed è proprio ciò che accade. Il film inizia in medias res, con Mr.Orange (Tim Roth) in agonia e Mr.White (Harvey Keitel) che tenta di salvarlo. Giunti in un deposito, punto di rendez-vous, i due non trovano nessuno ad attenderli. Un po’ alla volta giungono anche Mr.Pink (Steve Buscemi) e Mr.Blonde (Michael Madsen). L’accaduto è narrato a colpi di flashback, in cui lo spettatore ha modo di conoscere le personalità dei criminali, nonché la vera identità di Mr.Orange, che è un poliziotto infiltrato. È a causa sua se il gruppo ha trovato la polizia ad attenderli ed è sempre lui a motivare lo sfascio del sodalizio criminale. Mr.White gli si è affezionato e vorrebbe sottrarlo alla morte, ma gli altri sospettano che il ferito sia la talpa; tra diverbi, sparatorie e scene insane, il bandito gentiluomo scoprirà l’amara verità.

Questo è un film fatto con due lire. Non ci sono grossi effetti speciali, le scenografie sono principalmente magazzini abbandonati e locali pubblici, i costumi sono i famigerati completi neri con camicia bianca e cravatta sottile, che qualcuno si è permesso di copiare per una trasmissione televisiva di tutt’altro genere. L’intento di Tarantino era dimostrare che l’intrattenimento non si ottiene con la spesa, ma con le buone idee. Le iene è un’equilibrata miscela di umorismo isterico, colpi di scena e tocchi di originalità. Non è solo il modo di parlare dei protagonisti a stupire, quanto la prospettiva in cui è posto lo spettatore. Al contrario della norma, egli sa quasi tutto fin dall’inizio, mentre i personaggi del film si dibattono in cerca di una spiegazione. L’interesse non è la scoperta del mistero, ma vedere come questo finisce per svelarsi da sé.

Il cast rasenta la perfezione: gli attori si immedesimano nei rispettivi ruoli e raggiungono vette inaudite di espressività e passione. Il copione, scritto dallo stesso regista, offre una sfilza di battute eccellenti e memorabili, tutte interpretate con trasporto ed impegno. Si ha l’impressione di assistere ad un vero e proprio lavoro di gruppo, dove tutti i membri sono affiatati, desiderosi di ottenere il massimo e di dimostrare qualcosa. Infine, la colonna sonora fatta di canzoni pop selezionate è il marchio di fabbrica dei primi film di Tarantino: un altro modo non convenzionale per ottenere un eccellente risultato senza scialare quattrini.

L’unica pecca di questo film è la sua brevità. In poco più di un’ora e mezza la vicenda s’ingarbuglia e si risolve, lasciando l’uditorio a pregare invano per qualcosa di più. È giustificabile che un regista esordiente non abbia voluto strafare e che quanto proposto fosse già in grado di stupire allora, però a distanza di qualche anno c’è la sensazione che manchi qualcosa, per esempio le scene nella gioielleria o il background di Mr.Pink. Non per questo Le iene perde il suo fascino da “opera prima”, né risulta meno coinvolgente. Le scene mi divertono come la prima volta e riescono a darmi qualcosa di più del’ilarità, perché le sento cariche di significati latenti. Da allora, quanti registi hanno cominciato a sovvertire l’ordine delle scene, a mettere in bocca ai personaggi battute eccessive, ad utilizzare canzoni pop e ad imitare la confidenza di Tarantino con la violenza, spesso con scarsi risultati?

Voto di gradimento: 9
Voto critico: ****

Inviato il: 7/10/2006 11:23
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
Sapiente
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Bel film.
Ma ha un pesante debito con "Rapina a mano armata " di Kubrick.
Personalmente ,come ho scritto più volte,sono felòice ci sia un regista come Tarantino.
Innovativo,fuori dagli schemi,con quella voglia di provare cose nuove.
Tuttavia,mi pare che attinga a una serie di film e fumetti,con cui ha un debito troppo pesante.
Sarà che molti di quelli li ho letti o visti,ma alla fine Quentin non mi fà impazzire,anzi.
Ripeto e bene che ci sia un regista del genere,il mio disappunto non vul dire nulla.
Io alle Iene(il film che preferisco di Tarantino) gli darei un 7,5.

Inviato il: 7/10/2006 13:39
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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L'originalità assoluta è ormai una chimera, anche se si potrebbe fare meglio di ciò che mediamente si fa.

La verve di Tarantino è in effetti imputabile alle fonti da lui utilizzate, provenienti dal calderone vastissimo ed informe della cultura pop. Tra questi spiccano i fumetti e la musica radiofonica. Effettivamente, nel 1992 non era ancora una pratica abituale cercare simili fonti di ispirazione. Quel che gradisco, però, è il gusto del regista nel selezionare veramente il meglio che c'è, ottenendo opere coese e gradevoli partendo da vari spunti che, da soli, dicono poco o niente.

A me la cultura pop non dice granché; qui tutti sanno che non ascolto la radio e non leggo fumetti. Però le canzoni che Tarantino piazza nei film, così come le citazioni fumettistiche o di telefilm di nicchia io le trovo molto carine, anche se spesso non le identifico con nulla di noto. In generale, lo apprezzo più per i suoi gusti che per le sue idee.

Inviato il: 7/10/2006 16:30
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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Citazione:

ottenendo opere coese e gradevoli partendo da vari spunti che, da soli, dicono poco o niente.

Non mi è sembratao così il primo Kill Bill.
Troppo fissato nelle sue citazioni,non ho abuto l'impressione di coesione,anzi.
Ogni scena mi sembra forzatissima e palesemente finta,forzata esagerata.
Questo non mi dà l'idea di opera coesa.

Citazione:
A me la cultura pop non dice granché; qui tutti sanno che non ascolto la radio e non leggo fumetti.

E fai male!
Scusa se mi permetto,ma il fumetto è un Arte.
E in quanto tale non può essere inscatolato in una definizione come Pop.Ci saranno fumetti e storie pop.
Ma è come se parli della pittura e dici non mi piace perchè non mi piace l'astrattismo.
Ok ma Raffaello,Michelangelo,Caravaggio,Goya?
Sono astratti?Direi di no.
IL fumetto è un arte come il cinema e tutte le altre.
Contiene molto in se.Dal pattume al genio puro.
E non serviva certo Umberto Eco per dare importanza al fumetto.In Francia ad esempio ,nessuno si sogna di mettere in discussione,se sia arte o no.
E' un fatto.Ecco perchè alcuni tra i nostri autori più talentuosi e geniali,hanno ricevuto piu onori lì che quì.E questa non è stata una bella cosa.
Cioè cosa ha di Pop un fumetto come quelli de Los Hernandez Bros che tratta di storie di povertà e miseria nel sudamerica dei paesini?
E l'Eternauta di quel grand'uomo,nella vita vera e nel campo fumettistico,di Ostereheld?

Inviato il: 8/10/2006 15:08
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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UomodiAnaland ha scritto:
Non mi è sembratao così il primo Kill Bill.
Troppo fissato nelle sue citazioni,non ho abuto l'impressione di coesione,anzi.
Ogni scena mi sembra forzatissima e palesemente finta,forzata esagerata.
Questo non mi dà l'idea di opera coesa.


Sì. Io ho smesso di considerare i due Kill Bill come film a sé stanti, perché non lo sono. E' un film tagliato in due parti per esigenze di marketing. La prima parte è volutamente esagerata, vuota di contenuti, estetica ed incoerente; il pregio della seconda parte è anche restituire alla prima la giusta dimensione, completando con una buona iniezione di intelligenza e riflessione la predominanza dell'istinto nella prima parte. Non per questo è naturale che piaccia a tutti, anzi, a meno persone piace più io sono contento che piaccia così tanto a me.

Citazione:

UomodiAnaland ha scritto:
Scusa se mi permetto,ma il fumetto è un Arte.
E in quanto tale non può essere inscatolato in una definizione come Pop.Ci saranno fumetti e storie pop.
Ma è come se parli della pittura e dici non mi piace perchè non mi piace l'astrattismo.
Ok ma Raffaello,Michelangelo,Caravaggio,Goya?
Sono astratti?Direi di no.


Io non ho detto che non mi piacciono i fumetti perché non gradisco i fumetti pop. Ho detto che non amo i fumetti in generale, perché mi annoia leggere una storia raccontata in forma di strip. Non importa se sia un'Arte e non fatico a concepirla come tale, ma non mi piace. Il paragone corretto con la pittura sarebbe stato: "non mi piace la pittura perché non apprezzo la capacità di un artista di comunicare emozioni stendendo colore su di una superficie".

Se qualcosa non piace non può piacere ed è inutile cercare a fondo tra le migliaia di alternative che il mondo può offrire. Non è un dovere leggere i fumetti e riconoscere la loro artisticità, come non lo è nel caso di film, musica, arti figurative, letteratura, teatro e danza. Tutto è potenzialmente buono ed interessante, ma il passaggio dalla potenza in atto è una delle poche prerogative che restano all'uomo singolo. Mettiti il cuore in pace e non citarmi i nomi dei migliori fumettisti del pianeta; ho deciso che nella mia vita non leggerò fumetti e non c'è bisogno che ti affanni per farmi cambiare opinione.

Inviato il: 10/10/2006 9:48
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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No,no io voglio affanarmi,ora ti citerò tutti gli autori di fumetti del mondo......

Eheh no scherzo.......rispondevio solo a questa affermazione.....Citazione:
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Inviato il: 10/10/2006 13:24
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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Credo che le Iene sia un film straordinario per la montatura, i dialoghi e la capacità di ricombinare elementi "riciclati" in uno stupefacente equilibrio. L'ironia tutta particolare tarantiniana già si manifesta in questo film che crea una serie di innovazioni, pur essendo per eccellenza un film di citazioni.

Cmq, l'arte non è qualcosa di definibile dallo strumento con cui viene creata o dal tipo di pubblico che la osserva: qualsiasi strumento, supporto o canale può creare un prodotto artistico o un prodotto spazzatura a seconda della qualità che esprime.

Inviato il: 12/10/2006 14:57
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) ? di Quentin Tarantino
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qualcuno possiede la versione in dvd?

Inviato il: 17/10/2006 1:10
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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Re: LE IENE (RESERVOIR DOGS) – di Quentin Tarantino
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Anche io, da poco. Hai qualche domanda a proposito, lonewolf?

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