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Zoolander (2001)
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SINOSSI: Derek Zoolander, famoso supermodello e vincitore per tre anni di seguito del prestigioso premio assegnato al "Modello Maschile dell'Anno", si vede "scippare" il riconoscimento dal nuovo idolo delle passerelle, il biondo Hansel, mentre un giornale rivela la sua idiozia. Per Zoolander è uno shock, la fine della sua carriera. In cerca di qualcosa che dia un nuovo senso alla sua esistenza, Zoolander viene contattato da Mugatu, lo stilista più 'in' del momento, affinché diventi l'immagine per la sua nuova collezione “Derelicte”, un grande evento al quale sarà presente anche il nuovo primo ministro della Malesia. Ma Derek non sa che in realtà Mugatu ha in mente altro: dietro di lui c'è una segreta coalizione di stilisti che, preoccupati dal progetto del primo ministro di combattere lo sfruttamento di manodopera minorile nelle fabbriche tessili, hanno deciso di assassinarlo, utilizzando appunto Zoolander che, per la sua piattezza cerebrale, può diventare un killer manovrabile ...
(tratto da yahoo.movies.it)

Pur con qualche limite narrativo, Zoolander si rivela una mordace satira sul mondo delle passerelle, notoriamente vacuo e spesso inutilmente prolisso ed autoreferenziale. Da Ben Stiller ci si aspetta uno stravagante collage di gag demenziali, e la pellicola compie tutto sommato il suo dovere, sbeffeggiando sia la moda in generale, sia l’ipocrisia dell’universo che si cela dietro di essa, e facendolo in modo chiassoso, eccessivo e delirante. E’ una comicità, quella di Zoolander, basata principalmente sull’effetto straniante del contrasto: si ride giacché quel che accade o quel che viene detto non ha alcun senso, ed a volte è talmente disarmante che non può non suscitare ilarità. Mi riferisco ad esempio alla scena in cui Mugatu mostra a Derek il modellino in scala del Centro Zoolander (con Derek che equivoca tutto), oppure alla scena in cui la giornalista rivela ai due supermodelli d’essere bulimica (con Derek che risponde trasognato: “Dunque puoi leggere nella mente?”, battuta che suppongo farebbe vacillare sinapsi ancor più scorbutiche delle mie ).

La sceneggiatura pare arrangiata in più punti, con alcuni pericolosi cali di tensione comica nella prima mezz’ora, ma il prodotto non sembra risentirne troppo, basandosi quasi totalmente sull’esagitata performance dell’instabile Ben Stiller, che ce la mette davvero tutta per strappar la risata. In questo viene aiutato a volte dalla spalla Owen Wilson/Hansel, nei farseschi panni d’un modello pacifista/new age, in altre dalla pletora di personaggi famosi e meno famosi che hanno accettato di comparire in piccoli (ed a volte gustosi) cammei: spiritoso, ad esempio, si è dimostrato l’intervento a sorpresa del Duca Bianco, David Bowie, per l’occasione Gran Cerimoniere della Sfilata a Due (una sorta di strambo duello) tra Derek ed Hansel.
Sebbene risulti non del tutto priva d’attrattiva, questa commedia non è certo un capolavoro; trattasi di un film simpatico, ok, ma che si lascia guardare senza particolari sussulti e che – se si eccettuano poche buffe trovate, come l’espressione ‘Blue Steel’ – può venir accantonato senza particolari rimpianti.

Voto complessivo: 6

Inviato il: 10/1/2009 0:32
_________________
Il Sonno Della Ragione Genera Mostri (Francisco Goya)
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