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TRAINSPOTTING – di Danny Boyle |
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Precettore Superiore
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15/9/2006 21:25 Da Povoletto (UD)
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Gli Anni Novanta hanno segnato l’ingresso nel cinema di una certa leggerezza, anche nel trattare tematiche socialmente scomode e pesanti, come l’abuso di stupefacenti. Trainspotting, basato sull’omonimo racconto di Irvine Welsh (che nel film è lo spacciatore Peter Forrester) e sceneggiato da John Hodge, è il classico passo in avanti, dove si mostra quel che prima si era voluto nascondere, nella convinzione che ciò che non si vede e non si conosce faccia più paura. È anche la pellicola che ha lanciato la carriera di Ewan McGregor.
La storia è scozzese, incredibilmente scozzese nei suoi personaggi e nei suoi sviluppi (gli attori sono perlopiù scozzesi e si sente). Un gruppo di amici, assidui consumatori di eroina, conduce una vita placida, fatta di illusioni, ozio ed inconvenienti vari, causati dal loro comportamento. Renton (Ewan McGregor) vorrebbe smettere, anche per i suoi genitori, ma non è facile con il vizio e la compagnia che si ritrova. Il suo amico Sick Boy (Jonny Lee Miller) non fa altro che procurar grane a tutti, saltandone sempre fuori pulito, mentre lo strampalato Spud (Ewen Bremner) finisce per fare le spese dei furtarelli organizzati dal gruppo. Ci sono anche amici che non fanno uso di droga, ma che hanno ben altri problemi: Begbie (Robert Carlyle) è un violento attaccabrighe, una persona di cui avere paura; Tommy (Kevin Mc Kidd) è il personaggio più sano, ma un brutto scherzo degli amici lo porta a rompere con la fidanzata e a rifugiarsi nella droga più degli altri, fino alla morte. Con l’aiuto della famiglia, Renton riesce a liberarsi della dipendenza e ad iniziare una vita normale a Londra, come agente immobiliare, ma l’improvvisa ricomparsa di Begbie e Sick Boy lo riporta alle vecchie situazioni. C’è una grossa partita di droga da smerciare e i tre, aiutati da Spud, organizzano la tratta con successo. Durante la notte, Renton scappa con il malloppo e pianta in asso gli amici, compiendo l’unica scelta che gli permette di avviare una vita come quella delle persone normali. Il racconto scorre veloce e le scene assurde o scioccanti (è lo stesso) si susseguono ininterrotte. La trama si dipana tra brusche accelerazioni e rallentamenti, con alcune scene non essenziali e messe lì solo per completezza, come l’incontro con la minorenne Diane (Kelly MacDonald). Devo dire che si rimane confusi in certi punti, perché non si capisce quanto tempo è realmente trascorso tra una scena e la successiva, ma questo aggiunge fascino al film invece di toglierlo. L’idea della vita condotta alla giornata, senza sapere bene quel che si farà a parte bucarsi, è resa piuttosto bene. C’è un’ottima recitazione ed il giovane E.McGregor si rivela attore promettente, accanto al somatico E.Bremner, al verboso J. Lee Miller ed alla mostruosa performance di R.Carlyle, il cui personaggio mette davvero i brividi. Ogni volta che Begbie è sullo schermo mi viene l’ansia, anche se so perfettamente quel che sta per dire e fare. Un po’ più scontate le interpretazioni degli altri, soprattutto dell’esordiente K.MacDonald, ma è tutto insolitamente di alto livello per un film destinato ai giovani ed interpretato da attori giovani e poco conosciuti. È importante menzionare la colonna sonora, che dà l’idea del tempo che passa alternando i generi musicali; si va dai brani di Iggy Pop e Brian Eno al rock dei Blur e alla disco Anni ’90. Il punto cruciale di Trainspotting è il finale, che sa concludere la vicenda in modo non stucchevole, ma neppure immediato. Renton se ne va per la sua strada, con le tasche piene, ed inizia una vita di certo più promettente di quella con gli amici ad Edimburgo. Però lo fa alle spalle degli stessi, perché se non li gabbava questi avrebbero continuato a trascinarlo nei loro assurdi piani, se non lo tradivano per primi. È un po’ la metafora del passaggio radicale a cui tutti sono destinati: prima o poi si abbandonano gli amici con cui si è cresciuti, per costruirsi una vita dove loro non ci sono più o diventano marginali. Un messaggio triste e realistico, che va ben oltre la tossicodipendenza e le altre tematiche presentate. Trainspotting può piacere o non piacere, divertire o deprimere, spaventare o rasserenare; resta sempre uno dei film più significativi degli Anni Novanta. Voto di gradimento: 7 Voto critico: ****
Inviato il: 10/1/2009 19:54
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Re: TRAINSPOTTING – di Danny Boyle |
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Maestro
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3/2/2007 15:24 Da Lombardia
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Ho visto questo film che avrò avuto sedici anni, più o meno. Da quel che ricordo, l'ho trovato assolutamente ributtante, mentre i miei compagni di scuola lo consideravano stupendo. Il ricordo del neonato morto mi mette addosso un'inquietudine che non so descrivere (mi impressionò moltissimo all'epoca), e la scena in cui un tizio fa inavvertitamente piovere escrementi su alcune persone, pur se realistica nella sua crudezza, si commenta da sola. Non ho lo spirito per rivederlo, nè forse lo avrò mai, anche se probabilmente dovrei.
Inviato il: 10/1/2009 20:32
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Il Sonno Della Ragione Genera Mostri (Francisco Goya) |
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Re: TRAINSPOTTING – di Danny Boyle |
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Precettore Superiore
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15/9/2006 21:25 Da Povoletto (UD)
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Anche io sono stato combattuto dopo averlo rivisto a tanti anni di distanza. Le due scene che hai menzionato sono in sé piuttosto sconvolgenti, ma servono a dare quell'idea di quanto sbandata sia la vita di costoro. Perfino il finale, un po' desolante, mi aveva infastidito, poi ci ho ripensato e l'ho vista nel modo descritto nella recensione. Spero che sia così.
"Stupendo" è comunque una parola esagerata o inappropriata per descrivere Trainspotting, che non può vantare nessun aspetto esteticamente gradevole, anzi.
Inviato il: 10/1/2009 21:09
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Re: TRAINSPOTTING – di Danny Boyle |
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Guardiano
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18/12/2006 18:23 Messaggi:
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E il libro è qualcosa di incredibile. Avete presente la scena nel film in cui Ewan va a letto con la nuova ragazza e poi lei lo caccia dal letto? Ricordo ancora bene la descrizione di quel momento nel libro, lei che si alza, nuda, e che - cavolo scusate se sono iper volgare, vomito al pensiero - gli dice di levarsi mentre le cola lo sperma dalla - sapete voi cosa - per terra"...ma come trova solo il coraggio di scrivere così!?
Il film è davvero inquietante.
Inviato il: 11/1/2009 2:25
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