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Cinema italiano: tracollo
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Il mercato tiene, il cinema americano va molto bene, mentre il cinema italiano è in preoccupante sofferenza e perde oltre un quarto dei propri spettatori. Questo, in estrema sintesi, dicono i numeri sugli incassi cinematografici del primo semestre 2009, confrontati con quanto accaduto fra gennaio e giugno dello scorso anno.

Qui il resto dell'articolo:
http://it.movies.yahoo.com/03072009/7/cinema-italiano-tracollo-0.html

Opinione personale:
No, anzi. Niente. Preferisco non commentare. A me l'Elogio della Sfiga, tema tanto caro al cinema italico, risulta da sempre fortemente indigesto. Facessero film meno autoreferenziali e meno *pallosi* (scusate il termine), forse se ne potrebbe riparlare.

Inviato il: 3/7/2009 22:26
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Re: Cinema italiano: tracollo
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Ben detto. Il problema è che il cinema italiano, più di tanti argomenti non può trattare. Non può fare superkolossal, né ha mai preparato i propri attori a qualcosa di più di quello che si è visto finora. Come per ormai quasi tutto, chi vuole fare qualcosa di più scappa all'estero (dove non fa molto di più, ma almeno finisce su copertine di maggior tiratura).

Del resto, comunque, penso che ormai l'immaginario collettivo si sia cristallizzato anche a livello del cinema, per cui ogni Paese produce i film che ha sempre fatto, e non può cambiare. Se un giorno in Italia venissero su attori bravissimi e si facessero dei mega film dispendiosissimi e spettacolari, direbbero che copiamo gli americani; se ci mettessimo a fare film TV con un po' d'azione e di tensione ed effetti speciali grossolani, si direbbe che imitiamo i tedeschi. E così via. Ovvio, qui esuliamo anche dal cinema, ma il senso è quello.

Piuttosto mi sorprende che il cinema americano vada "molto bene", considerando che ormai anche loro, bene o male, in sette-otto film su dieci ripetono sempre le stesse cose. Ma visto che producono in quantità, e che la gente al cinema ci va in abbondanza, non è poi difficile surclassare per quantità di spettatori la produzione italiana. Certo, se poi la produzione italiana ogni anno, su un numero di film che qui per sparare una cifra dico 20, ne fa 2 un po' innovativi o veramente divertenti e il resto sono cinepanettoni con Boldi, cinecocomeri con Proietti, racconti di giovani sgualdrine e collage di sceneggiature scartate interpretati dall'ultimo orango apparso in un programma della De Filippi, capisco chi preferisce risparmiare i 7 euro del cinema e investirli nel satellite.

Inviato il: 4/7/2009 2:13
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Re: Cinema italiano: tracollo
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EGO ha scritto:

Del resto, comunque, penso che ormai l'immaginario collettivo si sia cristallizzato anche a livello del cinema, per cui ogni Paese produce i film che ha sempre fatto, e non può cambiare. Se un giorno in Italia venissero su attori bravissimi e si facessero dei mega film dispendiosissimi e spettacolari, direbbero che copiamo gli americani; se ci mettessimo a fare film TV con un po' d'azione e di tensione ed effetti speciali grossolani, si direbbe che imitiamo i tedeschi. E così via.



Credo di capire quel che vuoi dire. A conti fatti, è ciò che penso anch'io. Il cinema italiano, salvo rare eccezioni, non mi piace... Non mi ci ritrovo, mi sembra voglia raccontare storie o troppo pesanti o troppo melense, o (orrore) entrambe le cose. Mi rendo conto che il cinema debba poter raccontare la realtà, è legittimo; però a me i film sui trentenni disadattati, o sui precari, o sulla 'lotta di classe' (questa politica infilata ovunque, mamma mia) mi mettono una gran tristezza.

E' come se in Italia (in Europa?) mancasse il concetto d'eroismo o di 'grandezza': ci si barcamena con storie tutto sommato mediocri che parlano di personaggi magari buoni o romantici o simpatici, sì, però che vivono vite ordinarie. Il sogno, da noi, non è salvare il mondo o combattere il male su scala planetaria: qua ci si "accontenta" del posto al call center, o di tradire la moglie noiosa con la bella vicina. Non riusciamo ad andare più in là di così. Non pensiamo in grande. Siamo - scusate - troppo provinciali. Ed io 'sta cosa la detesto.

Come accennavo nel post precedente, è l'Elogio della Sfiga che proprio non digerisco: piccole storie di poveri diavoli, spesso pretenziose e/o borghesi.

Inviato il: 4/7/2009 7:08
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Re: Cinema italiano: tracollo
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Ma guarda, un film europeo sulla "piccola gente" fatto bene può essere un grande film. Non c'è bisogno di tirare in ballo alieni o bombe atomiche per fare un bel film: queste sono cose che lascio volentieri agli americani, che sono ancora ragazzi dentro, hanno subito UN attacco militare in piena regola in tutta la loro esistenza confederata e l'hanno considerato come la fine del mondo, tanto da costruirci attorno una mitologia di eroi e sentimenti nazionali. Noi europei ci siam sempre fatti guerre, disastri, massacri e sfracelli vari: non c'è nulla di male, credo, se adesso preferiamo la tranquillità Lo dico un po' scherzando, ma lo penso davvero: gli americani hanno una mentalità per cui, se non c'è spettacolo, non vale la pena muoversi. Pertanto ogni film dev'essere rumoroso, esagerato, inverosimile, come se la vita quotidiana "normale" fosse un peccato mortale di cui non si può parlare. Se osservi, infatti, amano devastarla: in film e telefilm il classico villino è, a seconda dei casi, un covo di depravati e assassini, oppure la scena di efferati delitti. E' come se ti dicessero: guarda cosa ti succede veramente nel privato, se lasci troppo spazio alla vita casalinga! Non puoi isolarti, devi essere pubblico, di tutti, impegnato, visibile, spettacolare! Salvo poi, nella grande ipocrisia americana, sottolineare l'importanza di cose perfettamente inutili da tenere in casa, e patinare costantemente il focolare domestico nelle immagini pubblicitarie. E infatti, qualsiasi sit-com o film americano che abbia un setting domestico o comunque banale (scuola, casa, ufficio) viene regolarmente esasperato con pellicole piene di situazioni e battute del tutto inverosimili, eroiche, pregnanti, "splendide", perché appunto bisogna essere grandi eroi anche tra le mura domestiche, bisogna essere poeti e oratori anche al supermercato e in sala operatoria.

Se noi siamo troppo provinciali (e in particolare per l'Italia è comprensibile, visto il passato storico), io non amo neanche l'esasperazione dell'eroismo e del patriottismo che fanno gli americani: o salvano il mondo, oppure, se il problema è interno agli USA, è comunque di tale portata che una minaccia all'ordine MONDIALE è implicita in ogni caso. E l'ipocrisia che mettono in scena è palpabile: esigono correttezza politica per qualunque tipo di essere umano viva nei loro confini, ma non si sono mai posti il problema di mettere russi, afghani e iracheni nel ruolo incontestabile di cattivi. Questo è il tipo di cinema grandioso che non sopporto. Poi certo, è innegabile che il cinema USA abbia uno scope decisamente più vasto di quello europeo, e se fatto bene è davvero eccezionale e inimitabile; però loro hanno anche i soldi...

Inviato il: 4/7/2009 18:29
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Re: Cinema italiano: tracollo
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EGO ha scritto:
Ma guarda, un film europeo sulla "piccola gente" fatto bene può essere un grande film. Non c'è bisogno di tirare in ballo alieni o bombe atomiche per fare un bel film

Se noi siamo troppo provinciali (e in particolare per l'Italia è comprensibile, visto il passato storico), io non amo neanche l'esasperazione dell'eroismo e del patriottismo che fanno gli americani


Ah, ma sono d'accordo. E non è strano che io lo sia, dal momento che non gradisco l'esasperazione/eccesso in ogni sua forma. Ergo, considero poco attraenti sia le 'menate esistenziali' europee, sia le colossali pacchianate d'oltreoceano in eugal misura. In medio stat virtus.

Per dire, ultimamente ho apprezzato "Gran Torino" di Eastwood. Che non tratta di trentenni sfigati o precari, e neanche di sensazionali eroismi farlocchi.

Tornando al cinema italiano, però, rimango dell'idea che sia troppo provinciale, e che si autocompiaccia troppo. Esistono pellicole che vale certamente la pena di vedere (es. 'Mediterraneo', "La vita è bella", alcune graziose commediole romantiche), ma per me non è sufficiente. Soprattutto se gran parte dei soldi vengono spesi per produzioni prive di brio e di mordente, spesso inutilmente politicizzate.
Una di queste sere, su non ricordo quale canale, dovrebbero trasmettere "Mio fratello è figlio unico", perfetto esempio di 'menata politico-sociale' di cui gli italiani son maestri: ecco, quel tipo di film non riusciranno MAI a farmelo piacere. Scusate.

Inviato il: 4/7/2009 19:45
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Re: Cinema italiano: tracollo
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Ultimamente in TV stanno dando un sacco di film e, vuoi per il fatto che vanno rilanciati, vuoi per il fatto che costano poco, la scelta spesso cade su pellicole italiane. Giovedì scorso, se ben ricordo, mi sono udito tutto il film "Voce del verbo amare", una pseudo commediola romantica con implicazioni sociali (ovviamente). Dico "udito" perché stavo dipingendo delle miniature e raramente alzavo la testa dal mio lavoro.

Sembrava il classico film dei trentenni disadattati di cui parla Dr.Scherzo. Sostanzialmente persone che non hanno forza né fisica né spirituale, che dopo una miriade di errori generati da situazioni paradossali riescono a fare chiarezza dentro di sé. Ovviamente, questo è accompagnato da un lieto fine che stupisce per quanto è totalizzante ed universale (=ogni cosa si mette a posto nel migliore dei modi).

Non sono questi i film che mi piacciono e purtroppo il cinema italiano ha poco altro da offrire. A tal proposito, è interessante leggere la parte finale della recensione allegata:

“In effetti quest’anno – scrive il Giornale dello Spettacolo - sia nel genere giovanilistico, sia fra i film di qualità i flop al botteghino sono stati numerosi. E se le cause, per quanto riguarda i film per il pubblico degli adolescenti, sono da ricercare principalmente in una serie di titoli di modesta fattura, l’immeritato insuccesso commerciale di molti film d’autore - Fortapasc, Giulia non esce la sera, Complici del silenzio, Tutta colpa di Giuda - risulta, almeno nelle dimensioni, abbastanza incomprensibile.

Non ho visto questi film e non mi pare neppure di averne sentito parlare. Non so di quali proporzioni sia il loro "insuccesso commerciale", ma dai titoli è chiaro l'argomento trattato. E' la solita tematica socio-esistenziale, con qualche riserva per Fortapasc che potrebbe parlare di qualsiasi cosa. Argomenti come questi sono morti e sepolti, la gente si è stancata: giovani, vecchi e adolescenti; non ne vuole più sapere, punto e basta, le ragioni dell'immeritato (?) insuccesso stanno tutte lì.

Invece queste sono le risposte che il giornalista si dà:

Ma era lecito attendersi incassi più consistenti anche da Questione di cuore, Due partite, Generazione 1000 euro, Vincere, che pure più di qualche spettatore hanno richiamato in sala. Poiché la qualità dei film citati è fuori discussione, a determinare il complessivo flop hanno contribuito almeno tre fattori: una crescente diminuzione delle sale adatte a questo genere; modalità di promozione modeste e di scarsa fantasia; mancanza di razionalità nelle uscite, col risultato di un eccesso di concorrenza fra pellicole simili che ha penalizzato tutti”.

Eh beh, ovvio, infatti è tutta questione di pubblicità. Nei cinema, in televisione e sui giornali è tutto un fiorire di pubblicità di film americani. Ma possibile che sia solo questo? Per aiutare il cinema italiano c'è veramente bisogno di "razionalità nelle uscite", "modalità di promozione" non modeste e più fantasiose, un maggior numero di "sale adatte a questo genere" ?????? In pratica si auspica ad una coordinazione degli sforzi, ossia ad una sorta di dirigismo commerciale che dovrebbe sanare tutto.

Il problema sta proprio nel fatto che il cinema italiano "d'autore" (definizione che odio) è, tradizionalmente, in mano ad una cerchia di intellettuali che la pensano in un certo modo e propongono gli stessi temi, gli stessi problemi e le stesse soluzioni con regolarità spaventosa. A casa mia questa si chiama con una parola precisa: autoreferenzialità. Questo è quello che sta antipatico al pubblico e che alla lunga è divenuto troppo palese per essere ignorato. A forza di ripetere perfino chi non è abituato ad analizzare un film si rende conto che, in fondo, gli stanno propinando sempre la stessa minestra, fatta di elogio della mediocrità, degli ideali e della libertà nel suo senso più generico.

Chissà perché nessun regista italiano propone film storici, basati sul nostro passato che se non è illustre ha comunque molto da raccontare? Per questioni di budget, è chiaro. Meglio lasciare alle fiction come "Elisa di Rivombrosa" il compito di dare una chiara visione del passato.

Possibile che in Italia non ci sia nessuno che lavora agli effetti speciali, digitali e non, e che cerchi di fare un film che non sia solo parole, parole, parole? E che non ci sia mai un regista che si sofferma con la telecamera a contemplare la natura, il paesaggio italiano, che se non ha le location della Nuova Zelanda o del Gran Canyon di certo offre scorci stupendi da riprendere?

Io non mi intendo di cinema al punto di sapere cosa serve fare. Sono sicuro solo che non è più possibile proporre fino alla nausea le stesse cose. Se penso ad un film come "La Nona Porta", che non piacerà a tutti ma a me sì, vedo che è fatto con poco ma ha un'atmosfera perfettamente riuscita. Non vedo nessun ostacolo per realizzare qualcosa del genere in Italia, a parte la paralisi intellettuale di chi tiene le redini del cinema.

Inviato il: 6/7/2009 8:55
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Re: Cinema italiano: tracollo
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Gurgaz ha scritto:

Chissà perché nessun regista italiano propone film storici, basati sul nostro passato che se non è illustre ha comunque molto da raccontare? Per questioni di budget, è chiaro. Meglio lasciare alle fiction come "Elisa di Rivombrosa" il compito di dare una chiara visione del passato.

Possibile che in Italia non ci sia nessuno che lavora agli effetti speciali, digitali e non, e che cerchi di fare un film che non sia solo parole, parole, parole? E che non ci sia mai un regista che si sofferma con la telecamera a contemplare la natura, il paesaggio italiano, che se non ha le location della Nuova Zelanda o del Gran Canyon di certo offre scorci stupendi da riprendere?


Me lo domando anch'io. Sembra proprio che il cinema italiano si senta legato solo a certe tematiche e certi generi, e che non riesca a proporre altro. D'altronde lo diceva anche EGO, più o meno:

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EGO ha scritto:

Del resto, comunque, penso che ormai l'immaginario collettivo si sia cristallizzato anche a livello del cinema, per cui ogni Paese produce i film che ha sempre fatto, e non può cambiare.


In mancanza di fondi/risorse, si fa quel che si può, me ne rendo conto. Però sono stanco del solito film scalcagnato sugli adolescenti/universitari/operai in bolletta (il famigerato filone del 'realismo'), o sulle disgrazie amorose delle famigliole borghesi (Muccino), o sulle disavventure 'boccaccesche' degli italiani in vacanza (Vanzina). Anche perchè quando s'è tentato di proporre altro, s'è dimostrato di saperci fare ('Mediterraneo', 'La vita è bella', persino 'El Alamein').

Inviato il: 6/7/2009 10:08
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Re: Cinema italiano: tracollo
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Gurgaz ha scritto:

l’immeritato insuccesso commerciale di molti film d’autore - Fortapasc, Giulia non esce la sera, Complici del silenzio, Tutta colpa di Giuda - risulta, almeno nelle dimensioni, abbastanza incomprensibile.

Non ho visto questi film e non mi pare neppure di averne sentito parlare. Non so di quali proporzioni sia il loro "insuccesso commerciale", ma dai titoli è chiaro l'argomento trattato. E' la solita tematica socio-esistenziale, con qualche riserva per Fortapasc che potrebbe parlare di qualsiasi cosa. Argomenti come questi sono morti e sepolti, la gente si è stancata: giovani, vecchi e adolescenti; non ne vuole più sapere, punto e basta, le ragioni dell'immeritato (?) insuccesso stanno tutte lì.

Su questi titoli ti consiglio di informarti, perché dai titoli non arrivi a capirne il contenuto. Per lo meno, da qualche recensione che ho letto (specialmente quelle brillanti e godibilissime del critico che scrive sul giornale gratuito City, tale Guzzano), ho capito che Fortapasc (= Fort Apache) è un film sul giornalismo d'inchiesta contro la criminalità organizzata, e in particolare dell'attività del giornalista Giancarlo Siani. Tutta colpa di Giuda è invece un film ambientato in carcere, dove si vuole far rappresentare ai detenuti la Passione di Cristo. Non credo, anche se non li ho visti, che contengano molta della retorica e dell'esistenzialismo dei "soliti" film italiani, chessò, alla Nanni Moretti.

Le ragioni degli insuccessi al botteghino, secondo me, sono abbastanza semplici: perché andare al cinema a vedere un film che, per i mezzi con cui è stato girato e per quello che mette in scena, puoi benissimo vederti sul piccolo schermo? Al cinema vai a vederti Il Signore degli Anelli e La guerra dei mondi. Quello che resta da spiegare è invece il costante buon riscontro di pubblico per le commedie studentesche americane e per l'inevitabile ondata di horror estivi, che di certo tutti diversi e imperdibili non possono essere.

Inviato il: 6/7/2009 20:05
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