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CROCIATE (KINGDOM OF HEAVEN) --- di Ridley Scott
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Su richiesta ri-posto questa recensione di Kingdom of Heaven, che fu scritta nel lontano 2005 su un altro forum. Da allora non ho più rivisto il film (come si può ben immaginare) .

In parte ispirato da recenti letture, in parte dal trailer visto l’anno scorso, ho scelto di visionare l’ultimo capolavoro firmato Ridley Scott. Ho rischiato di vedere questo film al cinema, ai tempi de la casa dei 1000 corpi. Se l’alternativa si è rivelata un horror grezzo di media categoria, con il senno di poi posso dire di aver ricevuto un’illuminazione quando ho evitato questo film in sala.

L’epopea inizia in un villaggio sperduto, dove il fabbro Bailano (Orlando Bloom) ha appena perso moglie e figlio. Costui riceve la visita di un nobile, Goffredo (Liam Neeson), di cui Bailano è figlio bastardo; Goffredo gli propone di seguirlo in Terrasanta, dove si trova la sua baronia. Bailano rifiuta, poi riceve in casa un prete che, in modo del tutto ingiustificato, si mette ad insultarlo e ad infangare la memoria di sua moglie. Bailano lo uccide, per poi raggiungere Goffredo. Il padre è felice di accoglierlo, anche se si è macchiato del sangue di un sant’uomo. In Terrasanta potrà trovare il perdono che cerca. Assieme a Goffredo c’è una specie di gruppo di avventurieri da gioco di ruolo (un ospitaliere, un barbaro germanico, un negro vestito da samurai); non appena abbiamo cominciato ad affezionarci a costoro, ecco che un attacco stile imboscata in Vietnam falcidia tre quarti dei personaggi finora incontrati. Goffredo è ferito gravemente, ma ce la fa ad arrivare al porto italico da cui devono salpare (che pellaccia!); lì muore, ma nomina Bailano cavaliere e suo legittimo erede. Liam Neeson si congeda, lasciando l’amaro in bocca perché il suo poteva essere un buon personaggio con un buon attore alle spalle, ma impareremo presto che in questo film non c’è posto per i personaggi. NESSUNO, infatti, sarà sviluppato a dovere, nemmeno l’onnipresente ed eroico Bailano.

A questo punto il nostro eroe s’imbarca. Lo dico con ironia, perché Bailano non può essere considerato il beniamino del pubblico. È impossibile provare simpatia per lui: è un eroe piatto, scontato, non vacilla un attimo, ha successo in ogni cosa che fa, sa sempre tutto. In più, le sue lacerazioni interiori in realtà non esistono: i parenti persi all’inizio del film sono una presenza evanescente, priva di retroscena e significato. In film come Braveheart le perdite iniziali del protagonista erano trattate in ben altro modo. In più, Orlando Bloom continua ad essere un attore incastrato nello stesso ruolo di Lord of the Rings, inespressivo come non mai nel viso e nella voce (purtroppo non l’ho visto in inglese, quindi consiglierei al suo doppiatore di lavorare con un po’ più di brio), buono solo per discorsi altisonanti e volteggi di spada. Davvero insopportabile dall’inizio alla fine. Dicevo che Bailano s’imbarca, poi naufraga e naturalmente si salva solo lui. Si sveglia, trova la sua spada (che non è il primo oggetto a sprofondare, evidentemente), trova un CAVALLO tra i relitti (e qui ho capito che il realismo non sarebbe stato il piatto forte del film), questo gli sfugge ed egli lo segue nel deserto del Sahara (infatti, con quelle dune sabbiose è deserto del Marocco, non certo della Palestina). Presso un'oasi trova un guerriero saraceno con il suo servitore, che lo ingaggiano in duello perché non vuole cedere il cavallo (mi pare assurdo che un beduino chieda ad un uomo di lasciargli il cavallo nel bel mezzo del deserto! E’ come chiedergli se vuole rischiare di morire!). Bailano vince facilmente e, al momento di uccidere il servitore, lo risparmia. Io non mi ritengo particolarmente perspicace, ma a questo punto avevo già capito che il servitore era il padrone e il morto era il servo; quando poi Bailano lo lascia libero, ho aspettato solo l'occasione in cui la sua gentilezza sarebbe stata ricambiata. Quante volte è stato usato questo stratagemma? Sarebbe ora di pensare ad altro, direi.

Comunque, Bailano è a Gerusalemme, che somiglia tantissimo a Minas Tirith. Qui incontra una serie impressionante di personaggi, uno peggiore dell’altro. Anzitutto ci sono presentati i “cattivi” del film: per scacciare le accuse di parzialità anti-islamica, ecco che Scott trasforma il Sacro Ordine dei Templari in una masnada di invasati criminali guerrafondai omicidi folli assetati di potere. Tra questi abbiamo le peggiori figure del film: Guido di Rosignano (Marton Csokas, un vero incapace) e il suo fido tirapiedi Reginaldo di Chatillon (Brendan Gleeson, già il bruto Menelao di Troy). Questi due sono semplicemente insopportabili: malvagi fino al ridicolo, caricaturali, brutali, insensati, crudeli, e tutto questo senza avere alcun progetto in testa, se non l’acquisto del potere per indire una guerra totale contro i musulmani. Gerusalemme è infatti in precaria tregua con gli arabi capeggiati dal Saladino. Dall’altro lato abbiamo i cristiani “buoni”, che in un modo o nell’altro vorrebbero mantenere la pace in Terrasanta. Uno è il cavaliere Tiberias (Jeremy Irons), un personaggio potenzialmente buono (anche se afflitto da un pensiero moderno nell'epoca sbagliata) e ben interpretato dall’attore, ma che viene sfruttato pochissimo ed allontanato di fretta. Mi spiace per Irons, che sta ancora risalendo la china dopo la terribile prestazione in Dungeons & Dragons, ma sembra che per il momento la sua abilità ed esperienza non interessino a nessuno. Abbiamo poi il re di Gerusalemme, che è lebbroso e vive bendato e mascherato. Tutto sommato è il personaggio migliore, l’unico che abbia un minimo di carisma e che abbia stuzzicato la mia curiosità. D’altro canto, possiede una voce serafica del tutto improbabile per un malato in lento disfacimento organico, che penso fatichi a parlare. Il motivo è dato dall’attore che lo interpreta, nientemeno che Edward Norton; evidentemente era necessario far sentire bene la sua voce, anche se la faccia non si poteva mostrare. Poi abbiamo la donzella, la principessa Sibilla (Eva Green), sorella del re e moglie di Guido di Rosignano. Mai visto personaggio più inutile di questo: le sue uniche funzioni sono flirtare con Orlando Bloom (e ci mancherebbe altro, visto il pessimo marito che si ritrova; Bloom è sempre al posto giusto quando c'è una moglie sconsolata) ed incoronare Guido alla morte del fratello lebbroso. In questa scena, vediamo Sibilla porre la corona sul capo del marito con un cipiglio talmente evidente che mi ha fatto esclamare: “questo non è certo un bel recitare”.

Ma non precorriamo i tempi. Bailano giunge a Gerusalemme e conosce tutti questi personaggi, poi si reca nel suo feudo, scoprendo di aver ereditato una sassaia. Attenzione, però: abbiamo a che fare con un tipo sveglio. L’acqua non c’è, basta scavare qualche pozzo! Così si assiste all’avveduta gestione feudale di Bailano, che si prodiga di persona negli scavi. Eh, se tutti i feudatari fossero stati così, il Medioevo sarebbe stato un’epoca felice! A parte che è ridicolo che un fabbro qualunque giunga in un feudo in terra straniera e sappia perfettamente cosa fare (mentre i poveri sudditi non erano in grado di pensarci), non abbiamo ancora assistito alle sue abilità di condottiero, acquisite non si sa come! Ne avremo presto l'occasione. I Templari, infatti, non stanno con le mani in mano ed attaccano di loro iniziativa carovane musulmane. Saladino interrompe la tregua e si muove contro il castello di Kerakh, dove si trova il responsabile, Reginaldo di Chatillon (ma quegli orribili e finti capelli biondo rossi da dove saltano fuori? Li immerge nel vino tutte le notti?). Il re di Gerusalemme vuole impedire le ostilità e decide di muoversi per punire Reginaldo. Bailano giunge per primo con i suoi cavalieri e scorge una torma di profughi che cerca rifugio a Kerakh. Però Saladino e i suoi cavalieri sono già lì e non hanno niente di meglio da fare che assalire questi poveracci, prima che trovino riparo. Anzitutto, visto che si dipinge Saladino come un astuto stratega, non vedo che necessità ci sia di sterminare della gente che si sta rifugiando in un castello sotto assedio: meglio lasciarli entrare, saranno bocche da sfamare in più. Ma no, Saladino carica e Bailano risponde con il suo manipolo di prodi (che come lui non si perdono mai d'animo). Si vede subito che saranno tutti massacrati, ma io avevo già capito come si sarebbero salvati gli eroi principali. Sì, il “servo” risparmiato qualche scena prima ricompare nelle vesti di condottiero saraceno e rende a Bailano “quello che ha seminato”. Mi sono messo a ridere a bocca aperta per la scontatezza di tutto ciò. Giunge il re di Gerusalemme, promette a Saladino di punire Reginaldo, e muore dopo averlo fatto. Nel frattempo, nell’accampamento musulmano, assistiamo ad un gradevole dialogo tra un giovane e spocchioso mullah e il Saladino: -“Perché ci siamo ritirati? Dio non era a loro favore! Dio solo determina gli esiti delle battaglie” -“Gli esiti delle battaglie sono determinati da Dio, ma anche dalla preparazione, dal numero dei soldati, dall’assenza di malattie, dalla disponibilità di acqua. Non si può mantenere l’assedio con un nemico alle spalle. Quante battaglie ha vinto Dio per i musulmani, prima del mio arrivo? Ossia, prima che Dio determinasse il mio arrivo?” –“Abbastanza poche, perché eravamo peccatori” –“E perché voi eravate impreparati” –“Se la pensi così non sarai re a lungo” –“Quando non sarò re, tremerò per l’Islam. Grazie della visita”. Il Saladino (Ghassan Massoud) è impersonato da un attore discreto, almeno come aspetto e portamento, ma rimane una figura ambigua, in cui si concentra tutta la flebile critica verso il fanatismo islamico. Questa sua funzione lo rende estremamente sgradevole, inficiando persino il carisma di questo personaggio storico.

Reginaldo è punito con il carcere, a Bailano si propone di diventare re di Gerusalemme (wow! Con che rapidità salgono le azioni di questo fabbro di campagna!), ma questi rifiuta perché la sua rettitudine gli impone di non appropriarsi della moglie legittima di Guido di Rosignano, perché è così che sarebbe diventato re. Non mi sono soffermato sulle scappatelle di Sibilla con Bailano, perché sono di una banalità unica. Guido diviene re e le prime cose che fa sono: liberare quel gaglioffo di Reginaldo ed indire guerra senza remore. Non occorre sottolineare la meccanicità, l’insensatezza e la schifosità di tutto questo. I nostri cari Templari partono baldanzosi, sono fiaccati dal sole del deserto, quindi sterminati. Non so se il regista si fosse aspettato una certa soddisfazione del pubblico in questo frangente. Io sono stato disgustato dalla gratuità del massacro e dalle brutalità ingiustificate cui sono stato sottoposto. Tra queste cito lo sgozzamento di Reginaldo da parte di Saladino (con profusione sanguigna rivoltante), dopo il quale il condottiero si permette perfino di fare del moralismo davanti a Guido, che temeva di essere ucciso: “Un re non uccide un re. Non sei stato abbastanza vicino a un grande re per imparare dal suo esempio?”. Da qui in poi Guido di Rosignano sparirà e non si saprà esattamente la sua fine.

I musulmani si dirigono a Gerusalemme, dove il capacissimo ed eroico Bailano sta organizzando la difesa, incaricato da Sibilla. Vi cito un’altra battuta, tanto per sottolineare i dialoghi banali oltre l’immaginabile: “Quando Salahaddin arriverà non saremo difendibili. Salva il popolo da ciò che ho fatto” e Bailano risponde fiero: “Lo farò”. Non abbiamo dubbi che ci riuscirà benissimo. Ah, in questa occasione compare la simpatica figura del vescovo di Gerusalemme, vile ed idiota, corrotto e ricettacolo di tutti gli errori medievali che si vogliono stigmatizzare nel film. Non solo propone a Bailano di fuggire di soppiatto e lasciare la città sguarnita, ma non fa altro che criticare con sussiego tutte le scelte “eroiche e coraggiose” del nostro indomito guerriero. Bailano ci delizia con un discorso ecumenico, un vero e proprio invito alla tolleranza ieri oggi e domani (“combattiamo per errori che non abbiamo commesso noi, e quelli che ci attaccano non erano nemmeno nati quando Gerusalemme fu conquistata”). Pacchiano, tronfio, inutilmente ridondante. Segue un reclutamento stile fosso di Helm (l’atmosfera che si respira è la stessa di Lord of the Rings, con un sacco di stupidità aggiuntiva), investitura “di massa” (perché “un cavaliere combatte meglio di un uomo comune”), quindi ad un tripudio di effetti pirotecnici al fuoco greco. Alcune scene dell’attacco sembrano ritagliate dall’assedio di Minas Tirith ed incollate in questo film, cambiando leggermente tonalità. Altro bel siparietto di Bailano col vescovo: “Quando un corpo viene bruciato, esso non può risorgere nel giorno del giudizio!” –“Se non bruciamo questi corpi moriremo tutti per l’epidemia entro 3 giorni. Dio comprenderà, mio signore, e se non lo fa, allora non è Dio e non abbiamo di che temere”. Meno male che Bailano ha la cultura di un generale, di un politico, di un medico moderno, di un agnostico new age, oltre che quella di un fabbro di campagna.

Tanti bei discorsi, tanti atti di inutile eroismo, ma alla fine Bailano consegna la città per salvare la gente; con questo gesto razionale e ricco di amore verso la vita umana, il nostro eroe pare trovare la redenzione che la preghiera sul Golgota non gli aveva reso. Ricordate, Bailano era partito per trovare il perdono; non mi stupirei se ve lo foste dimenticato, poiché questo argomento è insignificante nel film. Comunque, Saladino ce lo rammenta dicendo: “Se Dio non ti ama, come hai potuto fare tutto ciò che hai fatto?”. Secondo me aveva la simpatia del regista, che nei film di oggi trascende Dio, la Ragione, lo Spirito Assoluto, l’Uno, Vishnu, Budda ed ovviamente il buon senso. Come ciliegina sulla torta, vediamo il Saladino concedere una tregua di buon grado (ma si perdonano così facilmente i crimini dei Templari delle scene precedenti, oltre ai morti causati dalla resistenza di Bailano?) e rimettere in piedi una croce caduta in una chiesa di Gerusalemme.

La storia non è piatta, ma piattissima, accompagnata da una direzione folle e sconsiderata. Mi domando se sia veramente Ridley Scott ad aver partorito questo coacervo di banalità e melensaggini, accompagnato da un moralismo dilagante ed insulso fino all’eccesso. Si può essere abituati alle stupidaggini, ma l’eccesso di queste è qualcosa di veramente raro e tragico. Vedere l’Ordine dei Templari tramutato a bella posta in una banda di assassini fanatici mi ha addolorato, perché i Templari sono stati oggetto di persecuzione strumentale da parte del Papa e del re di Francia (Filippo il Bello, se non ricordo male), che li hanno sterminati nell’ignominia per appropriarsi delle loro ricchezze. È spregevole dipingere in questo modo una categoria che è stata vittima di soprusi incredibili; equivale a descrivere gli ebrei come una genia malvagia che complotta per impadronirsi del mondo, come ai tempi della propaganda nazista, che li ha sterminati perché erano il gruppo etnico più ricco e conveniente. Una miopia storica da far paura.

Un cast di prim’ordine, in cui gli attori bravi sono relegati a parti minori e poco importanti, mentre i guitti ricevono spazio a piene mani. Un utilizzo pretestuoso di fatti storici realmente accaduti per imbastire una serie di vicende fasulle oltre ogni decenza, con forti intenzioni derisorie verso il Medioevo ed i passati errori dell’umanità. Ripeto: intenzioni derisorie, sberleffo, sussiegosa e strumentale demonizzazione; non c’è una critica raffinata, meditata o sottile riguardo alle guerre in Terrasanta, solo una serie di situazioni scabrose, costruite per dare libero sfogo alla ridicolizzazione. Dobbiamo perciò sorbirci il moralismo a buon mercato sciorinatoci da individui come Bailano (eroe monolitico che potrebbe starsene anche zitto, visto che gli va sempre tutto bene), Tiberias, il re, Saladino, Sibilla; tutti personaggi che pensano come uomini moderni in un contesto medioevale. E qui sta la pecca più evidente del film: proporre modi di agire e di pensare che al tempo delle crociate nessuno poteva condividere, perché il pensiero non era abbastanza evoluto. Ci sono voluti il Rinascimento, l’Illuminismo, due guerre mondiali per realizzare certi concetti sulla religione, sulla guerra, sulla dignità dell’uomo. Nonostante tutto, l’odio in Palestina c’è ancora perché nemmeno questo è bastato. Non mi si propinino appelli alla pace universale a buon mercato come questo film. Ridley Scott è sceso in basso oltre ogni limite, portando alle estreme conseguenze le pecche del Gladiatore (bistrattamenti storici, personaggi antichi con pensiero moderno, cattivi caricaturali, religiosità self-made); davvero mi chiedo se non sia un omonimo del regista di Alien, Legend e Blade Runner, oppure se il vero Scott sia finito prigioniero in un sotterraneo con una maschera di ferro, e quello attualmente all’opera sia un sosia.

Voto di gradimento: 2
Voto critico: * (per gli effetti grafici, ben fatti anche se inutili; sono stato fortemente tentato di non assegnare nessuna stella)

Inviato il: 10/4/2010 11:37
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Re: CROCIATE (KINGDOM OF HEAVEN) --- di Ridley Scott
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Grazie mille, Gurgaz.

Inviato il: 10/4/2010 11:47
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Re: CROCIATE (KINGDOM OF HEAVEN) --- di Ridley Scott
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Gurgaz ha scritto:

E qui sta la pecca più evidente del film: proporre modi di agire e di pensare che al tempo delle crociate nessuno poteva condividere, perché il pensiero non era abbastanza evoluto. Ci sono voluti il Rinascimento, l’Illuminismo, due guerre mondiali per realizzare certi concetti sulla religione, sulla guerra, sulla dignità dell’uomo. Nonostante tutto, l’odio in Palestina c’è ancora perché nemmeno questo è bastato. Non mi si propinino appelli alla pace universale a buon mercato come questo film. Ridley Scott è sceso in basso oltre ogni limite, portando alle estreme conseguenze le pecche del Gladiatore (bistrattamenti storici, personaggi antichi con pensiero moderno, cattivi caricaturali, religiosità self-made); davvero mi chiedo se non sia un omonimo del regista di Alien, Legend e Blade Runner, oppure se il vero Scott sia finito prigioniero in un sotterraneo con una maschera di ferro, e quello attualmente all’opera sia un sosia.

Non ho visto questo film, ma questo è uno scritto per me meraviglioso. Le prime tre frasi mi hanno già aumentato l'umore di diversi livelli, ma trovare qualcun altro che non considera Il gladiatore un capolavoro mi fa quasi commuovere perché pensavo di essere solo al mondo Grazie, grazie davvero.

Inviato il: 10/4/2010 20:31
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Re: CROCIATE (KINGDOM OF HEAVEN) --- di Ridley Scott
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EGO ha scritto:
Le prime tre frasi mi hanno già aumentato l'umore di diversi livelli, ma trovare qualcun altro che non considera Il gladiatore un capolavoro mi fa quasi commuovere perché pensavo di essere solo al mondo Grazie, grazie davvero.


Eh eh, guarda che sono in tanti, anche se pochi ne fanno pubblica ammissione con regolarità. Tra noi c'è Federico, ma io ho anche un pugno di amici che la pensano allo stesso modo. La cosa curiosa, però, è che abbiamo scoperto questo in tempi recenti, perché non è una cosa che si confessa abitualmente o che si annuncia ai quattro venti. C'è una specie di ostracismo involontario verso chi denigra il Gladiatore e, invece di annoverarlo tra i suoi film preferiti, ne denuncia le pecche. Nulla da togliere allo spettacolo, ricordo che al suo tempo mi divertii a vederlo al cinema, ma poi? Una volta assimilati gli effetti si comincia ad analizzare storia e dettagli; il puzzle non si compone più bene, e stona.

Giusto per dire, nel caso siate interessati, che io di recensioni di film ne ho scritte al momento 171, inclusa quella de Il Gladiatore. Solo alcune sono presenti su questo forum, le altre erano in quello vecchio ma che sembra essere stato finalmente cancellato da Forumfree. Altre non so neppure se le ho mai pubblicate.

Quella di Kingdom of Heaven è stata la più lunga che io abbia mai scritto, perché di solito non mi dilungo così per il puro gusto dello sberleffo. Vederlo è stata un'esperienza desolante per me, tanto che mi sono perfino premurato di ricopiare alcune battute che mi avevano particolarmente rivoltato.

Adesso mi metto a scrivere la 172^ per il film che ho visto ieri sera.

Inviato il: 11/4/2010 9:17

Ultima modifica di Gurgaz il 11/4/2010 13:14:35
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Re: CROCIATE (KINGDOM OF HEAVEN) --- di Ridley Scott
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Gurgaz ha scritto:


Giusto per dire, nel caso siate interessati, che io di recensioni di film ne ho scritte al momento 171, inclusa quella de Il Gladiatore. Solo alcune sono presenti su questo forum, le altre erano in quello vecchio ma che sembra essere stato finalmente cancellato da Forumfree. Altre non so neppure se le ho mai pubblicate.



A me interessa. Sarei lieto di poterle leggere e di poter proseguire un dialogo qui, che si parli di cinema o di altro.

Inviato il: 11/4/2010 14:27
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Re: CROCIATE (KINGDOM OF HEAVEN) --- di Ridley Scott
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Allora, il film in se è una merdata colossale, però a me i combattimenti sono piaciuti abbastanza, specialmente l'imboscata iniziale (il berserker germanico spacca!).


Ah, comunque mi unisco volentieri ai ranghi dei non estimatori de Il Gladiatore!

Inviato il: 22/4/2010 17:10
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