Faccio fatica a trovare il motivo che mi ha spinto a vedere Poseidon, dopo aver saggiamente risparmiato i soldi del biglietto: forse va cercato nella presenza di Kurt Russell, o nella dimestichezza di Petersen con le storie ambientate sul mare (mi riferisco a La tempesta perfetta). Di certo non ho idea di chi sia Shelley Winters e non ho mai avuto modo di apprezzare The Poseidon Adventure, la pellicola di successo da cui è tratto questo costoso remake.

I disaster movies sono ormai diventati un genere cinematografico a sé stante, ma nel 2006 lo spettatore si aspetta un minimo di evoluzione rispetto a dieci anni prima. Purtroppo, l’unico elemento al passo con i tempi è la grafica, sempre più realistica grazie agli effetti CGI della Industrial Light & Magic e alle spese sostenute per allestire i set. Il resto è gestito all’insegna del manierismo più totale. Solo la situazione contingente permette di distinguere Poseidon dai vari Independence Day o Armageddon: stavolta abbiamo una nave da crociera investita da un’onda anomala, che la rovescia “a pancia in su” proprio mentre sono in corso i festeggiamenti per l’anno nuovo. Evidentemente, battezzare una nave col nome del dio greco del mare non è sempre propizio. Dopo una dettagliata sequenza di indicibili disastri, esplosioni e morti orribili, la nave si stabilizza nella nuova posizione. Il capitano invita i passeggeri sopravvissuti a restare in attesa dei soccorsi nel salone principale, a sua detta una bolla d’aria sicura ed ermetica. In spregio di tali inoppugnabili garanzie, un gruppo di passeggeri intraprendenti decide di tentare il tutto e per tutto, raggiungendo la superficie. I personaggi sono molti e c’è poco tempo per il loro background, perciò si tratta di figure convenzionali: Dylan Johns (Josh Lucas), l’uomo affascinante che sa sempre tutto; Robert Ramsey (Kurt Russell) ex-sindaco di New York (!) con doti da leader e spirito d’abnegazione; sua figlia Jennifer (Emmy Rossum) e il fidanzato Christian (Mike Vogel), tirati in ballo quando c’è bisogno di sentimentalismo a buon mercato; la madre single Maggie James (Jacinda Barrel), con tanto di figlioletto al seguito (Jimmy Bennett), la cui funzione è creare qualche problema in più; il ricco, depresso ed omosessuale architetto Richard Nelson (Richard Dreyfuss); l’insopportabile Lucky Larry (Kevin Dillon); il cameriere Valentin (Freddy Rodriguez) ed Elena (Mia Maestro), la clandestina carina e fragile. Costituito il gruppo, la storia procede secondo il classico schema: una serie di ostacoli da superare, una corsa contro il tempo in cui immancabilmente qualcuno non ce la fa.

Nessun tipo di effetto speciale o ripresa geniale può farmi cambiare idea, allorché mi sottopongono una storia densa di stereotipi, dialoghi pessimi e forzature. In particolare, mi dà fastidio il gioco delle morti, per cui dovrei compiacermi della terribile fine di un personaggio sgradevole, oppure commuovermi se un povero diavolo non ce la fa. Non ci riesco, così come non mi fa né caldo né freddo vedere decine di cadaveri carbonizzati, annegati o schiacciati; l’atmosfera è densa di cliché e non c’è tempo per cadere preda delle emozioni, perché il cervello è troppo impegnato a presentire l’ovvio prosieguo della vicenda.

Le scene d’azione, il disastro ed alcuni momenti tesi meritano un minimo riconoscimento, però in mancanza di una sceneggiatura solida sono poco più che orpelli. Gli attori recitano con professionalità ma non hanno nemmeno una battuta decente da dire. Si tenta perfino di portare avanti alcune sottotrame nel bel mezzo della fuga, ad esempio la questione della coppietta che si ama teneramente ed è disturbata da un padre iperprotettivo. Mi spiace, ma non è ammissibile mettersi a parlare di amore e matrimonio mentre si cerca di uscire da un condotto di aerazione. Chiunque con un po’ di buonsenso capisce che la scena diventa surreale e ridicola, quando fino ad un attimo prima voleva sembrare drammatica.

Tutto già visto e sentito, perfino la colonna sonora di Klaus Badelt, che svolge il suo compitino con discrezione ma è presto dimenticata. Lo stesso Poseidon si scorda in fretta, perché è solo un giocattolone a base di grafica tridimensionale, che sfrutta una situazione anomala per girare scene del tutto inutili in altri contesti. Questo è il principale problema dei disaster movies: quello di concentrarsi a fondo per ricreare accuratamente un evento anomalo e perdere di vista i concetti più elementari che rendono un film godibile, cioè la trama, i personaggi, i dialoghi, l’atmosfera. Un film basato esclusivamente su eventi catastrofici casuali non può interessare per più di tre quarti d’ora; Poseidon dura circa il doppio.

Voto di gradimento: 5
Voto critico: **

I film ambientati sul mare per essere belli devono comprendere: pirati, squali, piovre, orche o altri mostri marini, magari mutanti o alieni oppure vascelli fantasma.

Gurgaz, davvero non hai mai visto L'avventura del Poseidon? E' un film tipicamente anni '70, se non erro, con Gene Hackman e Shelley Winters, appunto. A me non piace, ma tutto sommato non è terribile quanto questo remake.

Citazione:

Purtroppo oggi non è facile vedere film in TV e non ho tutta questa flessibilità di orari per potermi soffermare su film che danno la mattina, nel primo pomeriggio (d'estate) o in piena notte. Non penso che daranno L'avventura del Poseidon in prima serata e non possiedo pay tv che offrano l'opportunità di vedere film di qualche anno fa.

E' il solito problema, di cui parlo spesso con UomodiAnaland. Chi in passato ha visto tanti film perché li davano può stare contento: non avrà più occasione di rivederli in tv. Di comprarli non se ne parla, visto che in esame non c'è un film particolarmente affascinante. Il remake è decisamente mal riuscito.

A proposito, non ci siamo ancora salutati. Piacere di averti qui, Dr.Scherzo (nick niente male il tuo! )

So di essere in controtendenza ma Titanic, per me, e' stato un grande film.
Rob

Citazione:

Ma che c'entra,Titanic è un caso a parte ( non per nulla è stato il film che ha incassato di più nella storia). Però preferisco il Leonardo Di Caprio che c'è oggi a quella mammoletta degli Anni Novanta.

Ciao Gurgaz. Devo vedere Poseidon. Che sta ancora al cinema?
Vale la pena di vederlo?

Ciao, il film non è in sala. E' uscito nel giugno 2006.
Non vale proprio la pena, perché non è un film interessante, non è originale e non riesce a coinvolgere. Dipende quali sono i film che ti piacciono, ma questo sembra uno di quei disaster movies che andavano di moda negli anni Novanta. A me non è piaciuto.

Terro in considerazione il tuo consiglio.
Grazie mille.

Citazione:
Anche negli anni 70'andavano di moda(mai piaciuti).