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Recensione: La vendetta di Carter
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Sinossi: Il rude Jack Carter (Sylvester Stallone), classico protagonista "duro & puro", scopre che dietro la morte del fratello ci sono una serie di loschi figuri legati in un modo o nell'altro al mondo del porno e della malavita, e decide di farsi giustizia da solo.

A modo suo, ovviamente, perché (rullo di tamburi) Carter è un duro.

Ora, non che mi aspettassi chissà quali sconvolgenti rivelazioni, o chissà quali sottotrame, figuriamoci: in fondo è sempre di un film con Stallone che stiamo parlando. Però quel che ho visto mi ha deluso parecchio.

I dialoghi, ad esempio: drammaticamente penosi. Non tanto per quel che viene detto, ma per quel che vorrebbe significare. Jack Carter deambula per la città col piglio dell'impiegato di banca a cui hanno rubato la penna, in giacca e cravatta, e minaccia chiunque sempre con lo stesso tono e la stessa espressione intagliata nella pietra. La maggioranza dei personaggi, Carter compreso, dice cose che dovrebbero sembrare estremamente brillanti o intimidatorie, e che invece suonano ridicole, vuote ed artefatte. Sembra quasi d'assistere non già ad una pellicola prodotta per il cinema, ma ad un banale film di terza categoria girato per la tv.

Gli avversari di Carter (che è un duro, non dimenticatelo mai) sono tre, e sono tutti stereotipati oltre ogni limite: c'è il trentenne ex-sfigato, riccastro, montato, genio del computer e probabilmente un po' effeminato. C'è il magnaccio infingardo che si crede il più furbo del quartiere, parte assegnata per l'occasione ad un Mickey Rourke sempre più rintronato ed imbolsito. C'è infine il grande vecchio che fa l'amico di Carter ma che sotto sotto muove le fila nell'ombra, interpretato dal grande Michael Caine.

Non so se sia dovuto al fatto che mi sono stufato dopo soli venti minuti di visione, ma non ho capito il motivo per cui il fratello di Carter è stato ucciso. Probabilmente ha tutto a che fare con quel CD. Ad un certo punto della trama, infatti, salta fuori un CD contenente filmati erotici amatoriali in cui appare anche Doreen, la nipote di Jack, ovvero la figlia del fratello morto, ripresa mentre viene costretta a fare sesso, sbronza, con quello che dovrebbe in teoria essere un suo amico (e che in realtà è una mezza cartuccia che si porta a letto le donne, filmandole e portando le scene al magnaccio-Rourke, se ho ben capito).
Ovviamente Carter, scoperto lo squallore che gravita attorno alla sua famiglia, si occupa di fare pulizia, dando modo all'elemento-chiave del film di entrare baldanzosamente in scena, ovvero il sublime concetto che (attenti bene) Carter è un duro (appunto).

La regia vorrebbe essere originale, ma riesce solo ad essere presuntuosa. Sfarfallii, rotazioni improvvise, inquadrature distorte, tremolii: tutti interventi assolutamente NON necessari, che a mio modo di vedere nulla aggiungono alle riprese e che, al contrario, sembrano essere inseriti apposta per mostrare la (non) abilità del regista.
Il vero problema, per inciso, è che l'opera appare come una noiosa sequenza di scene slegate l'una dall'altra, ma tutte in qualche modo collegate al concetto-chiave del film: vediamo ad esempio Carter che parla con un tizio (e lo picchia, perché Carter, come detto, è un duro), poi vediamo Carter che minaccia un altro tizio (perché Carter, ricordiamolo, è un duro), poi vediamo Carter che guida l'auto, producendosi all'improvviso in un insensato inseguimento per le vie della città (perché Carter è un duro anche al volante, ovvio), poi vediamo Carter che parla con la nipote e la rassicura (perché Carter è un duro dal cuore d'oro), poi vediamo Carter che minaccia / spara / insegue in auto altri tizi (non importa chi, perché Carter è invariabilmente un duro).

Sorvolo sul resto, tipo i risvolti pseudo-sentimentali dell'uomo Jack Carter, perché è tutto talmente scontato da risultare irritante. Carter, un vero duro (sempre meglio ripeterlo), ama la donna del suo capo, mentre il capo di Carter è un bastardo mafioso che la tratta male. Carter ed il capo di Carter hanno una discussione telefonica riguardo chi debba avere la donna (ad un livello stile "chi dei due si tiene l'oggetto-donna", praticamente), e stop, questo è TUTTO. Tra l'altro, lei la vediamo neanche due volte in tutto il film, quindi capirete quanto interesse ruoti attorno a 'sta drammatica questione...

Voto: 5 (Zeppo di battute artificiose e privo di nerbo. Non è differente da mille altri film del genere, a mio avviso. Mediocre. Ah, Carter è un duro )

Inviato il: 20/3/2007 22:57
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Re: Recensione: La vendetta di Carter
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Pensa un po', di questo film non ho mai sentito parlare. Visto che l'hai tirata fuori, sono andato a cercarla. E' del 2000... all'epoca non credo che avesse sollevato gran clamore, non come l'ultimo film di Stallone (Rocky Balboa).

Non so, a me raramente i film di Stallone piacciono oltre una certa misura, tranne i vari Rambo (il primo, ma anche gli altri due per certi versi) e qualche titolo isolato che però non vedo da anni. Prima di giudicare un film lo vorrei sempre vedere e così farò in questo caso.

Grazie per la recensione, molto divertente; cercherò di non farmi troppo influenzare vedendo un film, ma temo sarà impossibile che non mi salti in mente la frase topica ("Carter è un duro").

Inviato il: 21/3/2007 19:40
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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Re: Recensione: La vendetta di Carter
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Alcuni film di Stallone,possono essere presi come film comici.
Sorvegliato Speciale ad esempio,il labbro storto di Sly quando è sotto sforzo,la voce di Ferruccio Amendola che impreca,più alcune scene diventate cult a casa mia,fanno prendere ad un medio film d'azione(con zero originalità)una piega da film comico di gran prestigio.
Quante risate con Sly......quando urla poi mi fa sbellicare.........

Inviato il: 22/3/2007 13:53
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«Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.»
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