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Re: Alla Corte di Re Artù
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Alla corte di re Artù in fondo non è male nemmeno per questo, anche a morire in fondo ci si diverte, il fatto che poi il passaggio per il 14 sia spesso solo un punto di transizione (nel 4 rimangono le chiavi ad esempio e mi ricordo che nel Regno del caos è possibile suicidarsi per poter resuscitare), fa pensare che le morti in fondo siano passaggi obbligatori. Diciamocelo, la difficoltà per ogni libro in fondo è piuttosto elevata, mi è capitato rarissime volte di finirne uno senza mai tirare le cuoia almeno un paio di volte.

Inviato il: 14/4/2008 15:45
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Krenim ha scritto:
Alla corte di re Artù in fondo non è male nemmeno per questo, anche a morire in fondo ci si diverte, il fatto che poi il passaggio per il 14 sia spesso solo un punto di transizione (nel 4 rimangono le chiavi ad esempio e mi ricordo che nel Regno del caos è possibile suicidarsi per poter resuscitare), fa pensare che le morti in fondo siano passaggi obbligatori. Diciamocelo, la difficoltà per ogni libro in fondo è piuttosto elevata, mi è capitato rarissime volte di finirne uno senza mai tirare le cuoia almeno un paio di volte.

Be', diciamo anche che questo è lo standard per qualsiasi librogame, o quasi Re Artù oltretutto è una serie dove la difficoltà è tarata praticamente intorno ad un personaggio standard, perché se si eccettua la variabilità dei Punti di Vita (e chi è così pazzo da accettarne meno di 30?), la forza combattiva di Pip è sempre quella; ovviamente poi ci sono nemici che non smuoverai mai senza qualche super-bonus, ma apprezzo che non ci si ritrovi a dire "eh ma è impossibile finire il libro senza Abilità 12!".

L'altra cosa veramente bella di Re Artù è la partecipazione del narratore alla vicenda; i francesi qualche volta lo fanno, ma il modo e lo stile con cui lo faceva Brennan è inimitato, e dispiace che la traduzione possa arrivare a renderlo solo fino a un certo punto. I numeri 1 e 5 per me sono imbattuti e forse imbattibili in questo senso; sui numeri 6-8 ho detto molto nelle mie recensioni. Risfogliando Lupo Solitario 1 oggi, mi è venuto da pensare che se Laura Pelaschiar l'avesse tradotto, il mitico Ragno-Talpa al 99% sarebbe rimasto Burrowcrawler anche in italiano, come in Re Artù 7 l'Honeysuckle Cottage.

Se solo Brennan non avesse messo così tanti ostacoli insormontabili senza barare e non avesse lasciato dubbi su alcune cose, Re Artù sarebbe una serie perfetta... Forse un giorno o l'altro faremmo meglio a chiedere a lui stesso qualche delucidazione. Però il bello è che anche queste cose forniscono argomenti di discussione

Inviato il: 14/4/2008 18:55
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Ovviamente, non è che un librogame si butti via se si muore una volta, intendevo dire che spesso e volentieri pare che morire sia quasi "necessario" e che Brennan pare ci provi particolare gusto a farlo (mi pare sia nel sesto volume in cui si trova una scivolo con un cartello che recita qualcosa di simile a "entra per il paragrafo 14", per poi portarti effettivamente lì), ma il morire non è comunque una cosa troppo frustante e non è considerato un fallimento, ma semplicemente è solo un altro elemento del sistema di gioco.

Inviato il: 15/4/2008 15:38
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Per ora sono arrivato a giocare "Il Regno dell'Orrore" e, ieri sera, "Il Regno del Caos". Ecco paradossalmente accostati uno dei migliori capitoli ed uno dei peggiori, per non dire "il peggiore".

Il volume 5 è fresco, ispirato, pieno di trovate che fanno divertire. E' difficile, ma ha la particolarità, quasi unica nella serie, di essere completabile se si conosce cosa fare e come muoversi. Infatti sono dell'idea che, grazie all'esperienza, un giocatore debba tentare di procurarsi tutti gli oggetti necessari a finire il gioco non appena l'avventura inizia, riprovando finché i dadi non decretano che è riuscito a prendere almeno la sega, i chiodi, il martello, barba e baffi, la corazza -2 e 3-4 oggetti magici. Io considero indispensabile possedere il decrittatore portatile, altrimenti ritengo di non saper interpretare il Codice 1,2,3,4,5. Per il resto, la scheggia d'osso aborigena e una Sfera di Fuoco dovrebbero bastare a chiudere il gioco, anche se l'Alligarospo è un avversario formidabile perfino con la Verga d'Ebano di Kraal. Purtroppo sono morto al suo cospetto, quando gli mancavano 8 PV; tutto per non voler rischiare ancora con la Casa di Merlino, che mi ha portato al 14 ben 5 volte prima che riuscissi ad azzeccare la combinazione giusta di 2 e 3.

Invece "Il Regno del Caos" è veramente una cosa assurda. Ciò che sorprende di più, tuttavia, non è l'assurda impostazione del Pianeta Astrale e la difficoltà eccessiva dei combattimenti, quanto l'assenza di ispirazione. Due mappe su 3 sono praticamente vuote e prive di attrattive (Glastonbury e Camelot), in più c'è un dungeon scarno, noioso, dove ad un certo punto arrivi in una zona vicina alla stanza 180 dalla quale non puoi più tornare indietro. Ti perdi così la sala delle torture e le 6 celle, gli unici posti interessanti del sotterraneo, che per il resto non è degno di nota e neppure troppo pericoloso (lo scivolo, cartello o non cartello, non ispira comunque fiducia).

Poi è pieno zeppo di errori, sia nel testo originale (vado ad intuito, non posso ancora controllare) che nella traduzione vergognosa di Laura Pelaschiar (vedi recensione di EGO). Tra il font pessimo e l'orribile resa del testo, si tratta veramente di uno dei lavori di traduzione più scadenti che la E.Elle abbia mai realizzato. Ribadisco che devo verificare il testo inglese, ma la spiegazione delle abilità degli avversari è così approssimativa che sorgono immensi dubbi. Per esempio, il vecchio e la vecchia armati di strumenti musicali che con 6 o più provocano +7 punti di danno. D'accordo che ogni avversario nel pianeta astrale è assurdo, ma un trombone che provoca 7 punti di danno a prescindere dal risultato dei dadi mi pare già abbastanza. Stesso discorso per il Ghast, che provoca +5 PUNTI DI VITA ad ogni attacco. Ma sarà 5 PUNTI DI VITA tolti a prescidere dal risultato, no?

Mah, in ogni caso il Pianeta Astrale è completamente assurdo, perché va affrontato senza un adeguato armamentario di oggetti magici. Se ci fossero almeno le formule magiche del libro 2 ci sarebbe una minima chance di affrontare i mostri, ma così è impossibile, anche perché muoversi a caso per trovare la sfera con l'amuleto di Sarabanda e quella con l'Elmo del Pazzo implica un rischio inaccettabile. Io sono andato avanti a suon di Dragoni (pietra di Merlino) e se questi mi hanno aiutato contro gli Spettri e le Sette Sorelline, davanti al fantasma Grunweazel (Dum da Dum Dum!) la bestiaccia mi si è rivoltata contro. Ho tentato di tirare la gemma dell'orrore e ho fatto 1 (5 o 6 e avrei spazzato via i nemici, invece ci sono rimasto io).

Tutto questo trascurando le morti dovute ad un vecchio con cornamusa, ad una vecchia con trombone, al Ghast e allo Squand. Veramente impraticabile, ai livelli di Fire*Wolf 3 e 4.

Inviato il: 18/4/2008 8:55
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Veramente impraticabile, ai livelli di Fire*Wolf 3 e 4.


Anche peggio, se consideri che correggendo il bug nel regolamento di Fire*Wolf anche gli avversari più bastardi, vedi il dragone del 4 o lo Satzensqquash (o come cacchio si scrive) del 3, possono essere agilmente fottuti con un ago avvelenato o con l'invisibilità.
Il Regno del Caos è nettamente il peggiore della serie, poco ma sicuro.

Inviato il: 18/4/2008 12:56
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Gurgaz ha scritto:

la Casa di Merlino, che mi ha portato al 14 ben 5 volte prima che riuscissi ad azzeccare la combinazione giusta di 2 e 3.

Cioè, l'hai giocato rispettando quella regola? Wow


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Gurgaz ha scritto:

Invece "Il Regno del Caos" è veramente una cosa assurda. Ciò che sorprende di più, tuttavia, non è l'assurda impostazione del Pianeta Astrale e la difficoltà eccessiva dei combattimenti, quanto l'assenza di ispirazione. Due mappe su 3 sono praticamente vuote e prive di attrattive (Glastonbury e Camelot), in più c'è un dungeon scarno, noioso, dove ad un certo punto arrivi in una zona vicina alla stanza 180 dalla quale non puoi più tornare indietro.

Eh già. Le stesse mappe "vuote" di Fire*Wolf, più un recycle dei chierici che se li uccidi nella foga del combattimento muori


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Gurgaz ha scritto:

il font pessimo

Ah, Dio sia lodato. Non sono l'unico ad aborrire quel font, che a un certo punto sembrava essere diventato lo standard per i LG. Per fortuna poi se ne sono sbarazzati.


Citazione:

Gurgaz ha scritto:

Per esempio, il vecchio e la vecchia armati di strumenti musicali che con 6 o più provocano +7 punti di danno. D'accordo che ogni avversario nel pianeta astrale è assurdo, ma un trombone che provoca 7 punti di danno a prescindere dal risultato dei dadi mi pare già abbastanza. Stesso discorso per il Ghast, che provoca +5 PUNTI DI VITA ad ogni attacco. Ma sarà 5 PUNTI DI VITA tolti a prescidere dal risultato, no?

No no, sono danni aggiuntivi a quelli dei dadi Per quanto mi riguarda, il Ghast è semplicemente impossibile.


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Gurgaz ha scritto:

Veramente impraticabile, ai livelli di Fire*Wolf 3 e 4.

Uhm, su questo avrei da discutere... Diciamo per ora che Fire*Wolf è ingiocabile a causa di Laura Pelaschiar, mentre il Regno del Caos è impossibile per colpa di Brennan. Non riesco a capacitarmi di come ACDRA 6 sia ritenuto da quasi tutti i lettori francesi il migliore della serie

Inviato il: 18/4/2008 13:18
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Bene, ho scritto una risposta lunga ed articolata, è scaduta la sessione e rinviandola è stata cancellata. Peccato, ho buttato via mezzora della mia vita.

Sarà meglio che inizi a scrivere le recensioni di Alla Corte di Re Artù, in cui rientreranno i punti che avevo messo in luce nel mio disperso post.

Inviato il: 20/4/2008 17:01
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Le domande che volevo porgere ad EGO sono:

1) Che ne pensi dei Lucertoloni de "La Tomba degli Incubi"? Tu come ti sei regolato per superare questo scontro?
2) Ne "La Legione dei Morti", secondo te, uccidere la Vedova Brunilde impedisce veramente di finire il librogame? Ho notato che dappertutto sono previsti sistemi per rimettere il giocatore in carreggiata, tranne che in quel punto. Per esempio, se uccidi il mostro di Loch Ness viene chiaramente detto che vedi subito un altra testa di mostro spuntare dalle acque. Deve esserci un numero pressoché infinito di queste creature, o qualcosa di simile. Forse è lecito tornare allo stagno, frugare tra le cose della vedova e pigliarsi una ciambella?

Inviato il: 8/5/2008 15:26
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Non sono EGO ma sulla 2 posso provare a dire la mia anch'io, visto che quel volume l'ho letto parecchie volte.

Credo proprio che se ammazzi la vedova sei fritto, niente ciambella e niente proseguio dell'avventura davanti al mostro di Loch Ness. Non credo sia lecito frugare fra gli oggetti.
Sono quasi sicuro che sia l'unico punto dell'avventura in cui se sbagli sei veramente fregato. L'unico altro rischio, specie se non si conoscono bene le ambientazioni, è di cascare in apparenti loop se non si trova la via per uscire dalle sotto-zone.

Inviato il: 10/5/2008 10:39
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Re: Alla Corte di Re Artù
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Naturalmente accetto anche risposte che non siano di EGO.

La tua risposta è l'unica che si può dare in base al testo, solo che mi sembra strano che Brennan abbia pensato a scappatoie e sistemi per tornare indietro in tutti i punti dell'avventura, tranne in questo. A rigor di logica potrebbe essere possibile tornare a Ochnatoberlochnaburry anche dopo l'incontro con il mostro di Loch Ness, chiedendo la ciambella oppure una ciambella di altro tipo. L'unico dubbio mi viene nel caso si sia mangiata una ciambella e conservata una del tipo sbagliato; in tal caso la vedova dice di prenderne solo una, perché le altre le servono (anche se non so a cosa possano "servire" delle ciambelle).

Mah, Brennan lascia così tanti dubbi nei suoi librogame che attenersi al testo è pura pedanteria, che in certi casi sostiene EGO (es. la Casa di Merlino del nr.5).

Inviato il: 10/5/2008 17:15
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