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Profumo |
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Grande Maestro
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15/9/2006 13:57 Da Sommerlund
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l 22 settembre arriva in Italia il kolossal diretto dal tedesco Tykwer, dall'omonimo
romanzo di Patrick Süskind che ha venduto 15 milioni di copie in tutto il mondo "Profumo", l'essenza del delitto arriva il killer schiavo degli odori Tra omicidi, orge e cannibalismo, le ossessioni olfattive di un assassino nella Francia del '700. Il regista: "Uccide per amore e sfida le nostre certezze" di CLAUDIA MORGOGLIONE Una scena del film ROMA - Prima sfida impossibile: scrivere un romanzo tutto dedicato al più impalpabile e indescrivibile tra i sensi, l'olfatto, e vendere 15 milioni di copie in mezzo mondo. Seconda: trasformare il libro in questione in un film, già campione d'incassi in mercati difficili come la Germania e la Russia. Terza: spingere il pubblico cinematografico a provare simpatia, o quanto meno comprensione, per il protagonista assoluto dell'opera. Un uomo dotato di una straordinaria capacità di sentire gli odori, che si trasforma in serial killer di giovani donne. Pur di estrarre dai loro corpi l'aroma perfetto, l'essenza che gli darà potere e amore. E il risultato di questa triplice sfida è Profumo, pellicola diretta dal regista tedesco Tom Tykwer (Lola corre, La principessa e il guerriero), tratta dall'omonimo bestseller planetario di Patrick Süskind, in uscita in Italia venerdì 22 settembre (con distribuzione Medusa). Un kolossal costoso, ambizioso, ambientato nella Francia del Diciottesimo secolo, che è senz'altro uno degli eventi di questo autunno cinematografico. E infatti l'anteprima stampa del film, che si è tenuta in mattinata a Roma, era affollatissima. Con tanti cronisti che per ben 147 minuti hanno assistito alle gesta del protagonista, Jean-Baptiste Grenouille (l'inglese Ben Winshaw, da noi praticamente sconosciuto): bimbo nato tra i fetori e la putrefazione del mercato del pesce di Parigi, e che la madre tenta subito di uccidere. Ma si salva, e mentre la mamma viene impiccata, lui è trasferito in un orfanotrofio, dove altri piccoli ospiti tentano di ammazzarlo. Ancora una volta senza successo. Così passano gli anni. E Jean-Baptiste, adolescente, viene comprato dal padrone di una conceria. Qui il nostro giovane eroe, dotato fin dalla nascita di un olfatto sovrumano, resta inebriato dagli aromi - buoni e cattivi - che la città emana. Ma la sua vita cambia quando incontra una venditrice di frutta: le si avvicina, lei tenta di urlare, lui le tappa la bocca e la uccide per soffocamento. E da allora, comincia a coltivare una ossessione: riprodurre, in un profumo, l'odore degli esseri umani. Anche perché, come veniamo a sapere più avanti (mentre nel libro viene detto all'inizio), il ragazzo ha in sé una sorta di maledizione: non emana alcun odore. E anche per questo, probabilmente, viene rifiutato dalla gente. Comunque sia, Jean-Baptiste riesce a farsi assumere come apprendista nella bottega di un profumiere sul viale del tramonto (Dustin Hoffman); ma poi capisce che solo nella cittadina francese di Grasse, capitale mondiale dell'arte profumiera, può forse imparare una tecnica di conservazione utilizzabile anche per il suo folle progetto sugli odori umani. Ci riesce, ma per ottenere il suo scopo si trasforma in un assassino seriale di giovani e belle donne: e la tredicesima è quella che desidera di più, la dolce Laura (Rachel Hurd-Wood)... La parte finale della storia, però, è a sorpresa. Con due scene molto forti, presenti sia nel romanzo che nel film: una di un'orgia collettiva, su una pubblica piazza; e una, spiazzante e paradossale, di cannibalismo (più esplicita sulla pagina, appena accennata su grande schermo). A coronare l'avventura esistenziale di un antieroe molto, molto particolare. Che uccide senza morale, senza pietà, senza rimorsi: ma solo perché vittima di un'ossessione. Quella secondo la quale il profumo più inebriante porta al potere assoluto. Una visione volutamente disturbante, almeno nel romanzo; e che si presta livelli di interpretazione differenti. Come conferma il regista, anche lui a Roma per presentare il film: "La sfida principale, nell'adattare Profumo - racconta - era rendere l'intensità della scrittura, quel linguaggio unico con cui Süskind descrive il mondo astratto degli odori. Per farlo, abbiamo abbandonato l'idea di realizzare una pellicola troppo fantasiosa, artificiale; e abbiamo seguito, invece, una direzione più realistica. Concentrandoci, cioè, non sul mondo degli odori, ma sul processo dell'olfatto. Insomma, pochi effetti speciali e molta attenzione all'esperienza fisica, e alle emozioni, del personaggio". Già, proprio lui: l'enigma Jean-Baptiste Grenouille, che ha già affascinato 15 milioni di persone (tradotto in 45 lingue diverse). Il "come" giudicare il suo modo di agire, così estremo e ossessivo, è una delle chiavi di volta anche del film. Quanto a Tykwer, lo decifra così: "E' un uomo che è andato al di là di tutto, anche di se stesso. Che, vista la totale incapacità di rapportarsi agli altri e alla società, cerca (attraverso la potenza del profumo, ndr) di sembrare migliore di quello che è. La sua tragedia è questa, ed è questo che ci permette in qualche modo in identificarci in lui: tutti ci sentiamo carenti, imperfetti, e cerchiamo di apparire migliori. Certo, Grenouille è anche un serial killer. Ma uccide per amore, movente della maggior parte dei delitti. Perciò il protagonista è così disturbante: ci ricorda che per amore si può uccidere". Insomma, a giudizio del regista, il personaggio incarna una sfida alle nostre certezze, è una sorta di anti-eroe eversivo. E chissà se Süskind - che per cedere i diritti ha incassato 10 milioni di euro, ma che non ha voluto in nessun modo partecipare alla realizzazione del film - concorderebbe con lui... (21 settembre 2006)
Inviato il: 22/9/2006 1:02
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Re: Profumo |
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15/9/2006 21:25 Da Povoletto (UD)
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Questo film sembra molto interessante, però ho come l'impressione che ci sia un abisso incolmabile tra il romanzo e la sua trasposizione. Immagino il meticoloso lavoro dello scrittore a tradurre in parole il linguaggio olfattivo, ma come è possibile riportare questo sullo schermo?
Probabilmente il risultato finale sarà un thriller un po' particolare, visto che non è possibile né dare una visione chiara di quello che succede (soprattutto se mi parlano di orge e cannibalismo), né delle autentiche sensazioni del protagonista. Sto riflettendo se andare a vederlo o no, ma penso che mi limiterò a "Black Dahlia" (dando fiducia al maestro De Palma, più che altro perché sembra proporre una storia interessante in un'atmosfera accattivante).
Inviato il: 22/9/2006 23:51
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij |
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Grande Maestro
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15/9/2006 13:57 Da Sommerlund
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Tu Gurgaz hai letto il romanzo da cui è tratto?
Altra cosa: potresti dirmi di cosa tratta il film di Brian De Palma? thanks!
Inviato il: 23/9/2006 1:16
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Re: Profumo |
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15/9/2006 21:25 Da Povoletto (UD)
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No, il libro non l'ho letto. Conosco qualcuno che lo ha fatto, però non ne abbiamo mai discusso, quindi non so nulla più di quello che ho appreso dall'articolo che hai riportato.
The Black Dahlia parte come investigazioni sull'omicidio di un'attrice emergente, per poi diventare essenzialmente la storia degli investigatori del caso, la cui vita cambia totalmente mentre si addentrano nella Los Angeles "segreta" della "black dahlia" (l'attrice in questione). Apprezzo i film ambientati nell'America degli anni precedenti alla II guerra mondiale (in questo caso, a dire il vero, sono avvenimenti del 1947), e in generale le storie oscure. Spero che il film non mi dispiaccia, come è dispiaciuto alla critica americana. Chi mi conosce sa che molto raramente condivido il parere dei critici... però qualche volta hanno ragione anche loro. Vedremo.
Inviato il: 24/9/2006 12:24
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Re: Profumo |
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15/9/2006 13:57 Da Sommerlund
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beh si sa che il giudizio critico è difficile da condividere...
Inviato il: 24/9/2006 13:59
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