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LA CITTA' PROIBITA --- di Zhang Yimou
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Oltre ad aver postato due recensioni di vecchi film, vi segnalo qualche titolo di prossima uscita. Pareri, attese e commenti sono graditi

LA CITTA' PROIBITA
di Zhang Yimou
con Chow Yun Fatt, Gong Li, Jay Chou, Ye Liu, Qin Junjie, Man Li, Dahong Ni


Cina, 10° Secolo, tarda dinastia Tang.
Sullo sfondo del Chong Yang Festival, le faide familiari tra l'Imperatore Ping, l'Imperatrice Phoenix e i loro figli, il Principe Jai e il Principe Wan, si intrecciano con le vicende della famiglia di Jiang, il medico di corte, e con il tentativo di rovesciare il trono della Famiglia Imperiale da parte di un esercito ribelle.
Tra lo sfarzo e l’imponenza delle celebrazioni, vengono a galla dei terribili segreti.
Mentre la famiglia imperiale continua nella sua elaborata sciarada all’interno di questa magnifica ambientazione, migliaia di guerrieri dall’armatura dorata attaccano il palazzo.
Chi c’è dietro a questa terribile ribellione? A chi andrà la fedeltà del principe Jai? Tra l’amore e il desiderio, chi sarà alla fine a prevalere?

Allega:



jpg  sf_cittaproibita.jpg (115.46 KB)
20_4653592f9fd12.jpg 300X428 px

Inviato il: 22/5/2007 22:57
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Re: LA CITTA' PROIBITA --- di Zhang Yimou
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Ho un debole per questo tipo di cinema, ma purtroppo temo che il flop sia dietro l'angolo, perchè troppo spesso registi come Zhang Yimou tendono privilegiare lo stile sacrificando un po' troppo la costruzione della trama, che spero sia un po' più solida di quelle de "La tigre e il dragone" e "La forseta dei pugnali volanti".

Potrebbe essere la volta buona per affiancare un copione di alto livello alle già eccezionali fotografia e scenografia e ralizzare finalmente un grande film.

Inviato il: 31/5/2007 21:11
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Re: LA CITTA' PROIBITA --- di Zhang Yimou
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Citazione:

Federico ha scritto:
Ho un debole per questo tipo di cinema, ma purtroppo temo che il flop sia dietro l'angolo, perchè troppo spesso registi come Zhang Yimou tendono privilegiare lo stile sacrificando un po' troppo la costruzione della trama, che spero sia un po' più solida di quelle de "La tigre e il dragone" e "La forseta dei pugnali volanti".

Potrebbe essere la volta buona per affiancare un copione di alto livello alle già eccezionali fotografia e scenografia e ralizzare finalmente un grande film.


Già, gli ultimi lavori di Zhang Yimou erano una vera delizia per gli occhi, ma alla lunga il cervello richiedeva qualcosa con cui intrattenersi. "Hero" forse raggiungeva livelli superiori di espressività, però il messaggio di fondo non era poi questo granché (anzi). Non sono mai stato al cinema a vedere uno di questi film: certamente lo spettacolo è garantito, ma anche io vorrei essere stimolato da una storia valida, dove lo stile passa in secondo piano rispetto alla sostanza. Altrimenti Yimou rischia di fossilizzarsi su una specie di "formula magica del successo" che però non garantisce la qualità dell'opera.

Inviato il: 2/6/2007 18:19
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Re: LA CITTA' PROIBITA --- di Zhang Yimou
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La coreografia di questi film è sicuramente accattivante,tuttavia non sarebbe male aggiungere un paio di elementi più verosimili,specialmente nei combattimenti(mi rendo conto che è un tipo di stile fatto così,e che pertanto possa piacere o non piacere).
Le storie che ho visto sono tutte incentrate su persone che volano/saltano(i due concetti tendono a coincidere a quanto vedo),i dialoghi sono piuttosto vuoti,la trama inconsistente e talvolta nemmeno troppo chiara.
Penso purtroppo che qs film non sarà un grosso sucesso..Riguardo ad Hero:potenzialmente poteva diventare un capolavoro,invece è un ripetitivo susseguirsi di combattimenti strani e "volanti"cosa che temo si ripeterà in "La città proibita".

Inviato il: 3/6/2007 13:43
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Re: LA CITTA' PROIBITA --- di Zhang Yimou
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Mi sono accostato al nuovo film del cinese Zhang Yimou con una flebile certezza: quella di assistere ad uno spettacolo magnifico di luci e colori. Le aspettative non sono state disattese, però durante la visione de La città proibita ho provato qualche emozione nuova, in positivo come in negativo. Pensando a come la Cina vuole proporsi nel XXI secolo e ritornando con la memoria ai recenti lavori di Yimou, non c’è da stupirsi che molto tenda al manierismo e perfino al kitsch. C’è anche qualcosa di nuovo, o meglio, la contaminazione con elementi della tradizione occidentale, alcuni resi ottimamente, altri gestiti in modo fallimentare.

La città proibita segnala l’intenzione da parte di Zhang Yimou di offrire una storia più ricca ed articolata del solito. Il 90% delle scene avviene all’interno della colossale reggia di Pechino, sfarzosa cornice per una storia oscura, fatta di tradimenti, complotti ed incesti. L’Imperatore (Chow Yun-Fat) è al corrente delle numerose cospirazioni a suo carico: in particolare sa che l’Imperatrice (Gong Li) ha sedotto il principe ereditario Wan (Liu Ye), nato da una misteriosa donna alla quale l’Imperatore ha dedicato un santuario commemorativo. Il sovrano ordina al fidato medico di corte di aggiungere alle medicine della consorte uno speciale fungo nero, che la porterà lentamente alla pazzia. Quando comincia a stare veramente male, l’Imperatrice sospetta del marito e scopre la verità grazie alla moglie del medico (Chen Jin); chiede dunque l’aiuto del suo primogenito, il principe Jai (Jay Chou), il quale approfitterà dell’annuale festa dei crisantemi per guidare un assalto alla Città Proibita. Nel frattempo le rivelazioni si susseguono incessanti, sempre più dolorose: la moglie del dottore imperiale è la vera madre di Wan, allontanata a suo tempo dall’Imperatore, ed il povero principe ereditario scopre che l’ancella Chan (Li Man), con la quale ha recentemente avviato una relazione amorosa, è sua sorella. In un crescendo di tragicità ed azione si consumano i tentativi di usurpazione, prima del giovane principe Yu (Qin Junjie), poi del principe Jai con un’imponente esercito.

Mentre assistevo alla proiezione non potevo fare a meno di constatare le evidenti analogie con lo stile tragico di Shakespeare. Yimou inserisce questi contributi tipicamente occidentali nelle sue coreografie orientali sontuose e possenti, con centinaia di comparse decuplicate grazie al computer. Il risultato è ottimo sotto certi aspetti, scadente sotto altri. La vicenda è bella ed appassionante, almeno per chi gradisce questo profluvio di colpi di scena, di tragiche rivelazioni e di patetismi esasperati. Chi, invece, è venuto solo per le famigerate arti marziali con ausilio della CGI, dovrà aspettare a lungo per vedere una sequenza prolungata di combattimenti, a mio giudizio meno curati e fantasiosi del solito.

Il grosso problema de La città proibita risiede nei dialoghi della parte centrale. La sequenza in cui la tensione si accumula è davvero lunga e non ci sono scappatoie per non annoiarsi. Le battute sono telefonate e poco coinvolgenti, forse in seguito ad un doppiaggio italiano non sempre impeccabile. Yimou sa dare vita ad una trama dal sapore shakespeariano, però la scrittura delle parti è ben lungi dalle vette artistiche dell’immortale drammaturgo inglese. Gli attori fanno del loro meglio, eccetto una Gong Li un po’ sottotono, ma finché la tragedia non giunge al climax è davvero un’impresa non addormentarsi.

Gli ultimi 30 minuti sono eccellenti, non solo perché c’è molta azione, ma soprattutto perché si percepisce quell’urgenza che sino allora era clamorosamente mancata. Tutto sembra decollare: gli attori, i dialoghi, le scenografie, la grafica al computer, le belle musiche di Shigeru Umebayashi. Purtroppo questo rush conclusivo non è sufficiente a riequilibrare la pellicola, che per oltre un’ora ha saputo solo porre i presupposti per la catarsi ed il bagno di sangue del finale, senza intrattenere granché. L’assenza di una scrittura adeguata rende inutili le maestose scenografie, i mirabili costumi e le infinite comparse.

Il film è dominato da tinte gialle, ma non è tutto oro quello che luccica.. Non dimentichiamo che il giallo è il colore della pazzia ed i personaggi di questo film non scherzano a riguardo, come quelli di Shakespeare e degli illustri predecessori greci; l’idea di creare un ibrido cinematografico tra oriente ed occidente non era affatto male e poteva dare frutti assai migliori. Dal punto di vista tecnico La città proibita parrebbe un lavoro riuscito, ma ci sono pochi aspetti in cui è vistosamente carente. Non si possono riempire questi buchi con l’estetica, gli effetti speciali e le ormai abusate tecniche di ripresa e montaggio (mi riferisco soprattutto alla stop motion). Un’altra occasione mancata per Zhang Yimou.

Voto di gradimento: 7
Voto critico: ***

Inviato il: 9/6/2007 19:18
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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