Quatto quatto, ecco giungere il prossimo film di Quentin Tarantino. Non so cosa aspettarmi, sul serio. Kurt Russell???

GRINDHOUSE - A PROVA DI MORTE
di Quentin Tarantino
con Kurt Russell, Rosario Dawson, Rose McGowan, Sydney Tamiia Poitier e Vanessa Ferlito


Per la DJ più richiesta di Austin, Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier), il crepuscolo è il momento migliore per rilassarsi in compagnia di due delle sue migliori amiche, Shanna e Arlene (Jordan Ladd e Vanessa Ferlito).
Insieme, le tre bellezze si lanciano alla conquista della notte, facendo girare la testa a tutti quelli che incontrano, passando da Guero’s al Texas Chili Parlor.
Ma non tutti gli sguardi che attirano sono innocenti: infatti, a seguire di soppiatto ogni loro mossa c’è anche Stuntman Mike (Kurt Russell), uno stagionato e attempato ribelle pieno di cicatrici che sorride con atteggiamento lascivo seduto al volante della sua auto. E mentre le ragazze consumano le loro birre, scorgiamo poco distante il possente e rovente bisonte della strada di Mike …

Allega:

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Da quando è stato annunciato, ho seguito la genesi di questo film con molto interesse.
Ad avermi colpito era soprattutto il concetto che vi stava alla base: ricreare in tutto e per tutto l'esperienza visiva di un "Grindhouse Theater".
E che è un grindhouse Theater?
Sostanzialmente, un cinema di secondo piano, quasi esclusivamente votato alla proiezione di b-movies. Generalmente, uno spettacolo constava di due film proiettati consecutivamente, inframezzati da alcuni trailer.

Tarantino e Rodriguez si proponevano di fare esattamente la stessa cosa, realizzando due film distinti nell'ambito della stessa pellicola, inframezzati da dei falsi trailer (tipo Maccio Capatonda ) girati, a quanto ho capito, da Rob Zombie e Eli Roth.

Ma come al solito, quando ci sono troppi interessi in ballo, le case produttrici non sono certo propense al rischio.
Peertanto, con mio grande disappunto, i film verranno fatti uscire separatamente.
Che fine faranno i trailer che avrebbero dovuto dividerli, non ci è dato saperlo, e detto fra noi, dovesse andare perso quello di Roth, non credo mi straccerei le vesti.

Vado stasera a vederlo, poi vi farò sapere.

Al contrario di te, Federico, non ho seguito la genesi di questo film e non sapevo che cosa era un "grindhouse theater". Ti ringrazio delle informazioni. Dobbiamo quindi aspettarci presto Planet Terror di Rodriguez, che farà il paio con Death Proof (A prova di morte) di Tarantino. Riguardo ai trailer, beh, sono d'accordo con te su quello di Roth.

Dopo Kill Bill era lecito aspettarsi da Tarantino un lavoro meno profondo e nettamente più scanzonato. Era assai probabile che se ne uscisse con un film poco ispirato alla Jackie Brown, o con una boiata pazzesca, come potrebbe essere definito Dal Tramonto all’Alba. Il progetto Grindhouse nasce come l’ennesimo tributo di Tarantino e dell’amico Robert Rodriguez a quei film di bassa lega che si producevano negli anni 60 e 70, proiettati nei cosiddetti “grindhouse theaters”, piccoli e squallidi cinematografi o drive-in di periferia.

La versione originale, così come è stata distribuita in America, prevedeva due film da 90 minuti, inframezzati da 4 finti trailer, due dei quali firmati da Rob Zombie e Eli Roth. Purtroppo sembra che in Italia si sia voluta mandare a monte l’impostazione di base, proponendo solo il film di Tarantino e gettando via tutto il resto. Così l’interessante esperienza di entrare in una grindhouse nel 2007 è andata a farsi benedire, assieme a buona parte del lavoro.

Ci si deve accontentare dei 90 minuti di A prova di morte, ennesimo tributo di Tarantino alla cultura pop. Girato interamente ad Austin, Texas (anche le scene effettivamente situate in Tennessee), il film esordisce con tre ragazze in vena di spassarsela: la famosa DJ Jungle Julia (Sydney Poitier, figlia del più famoso Sidney) con le amiche Shanna (Jordan Ladd, nipote di Alan) ed Arlene (Vanessa Ferlito, che non è figlia d’arte). L’inizio non è dei migliori, con dialoghi spassosi eppure sottotono rispetto a film come Le Iene. La storia acquista mordente con la comparsa di Kurt Russell che interpreta Stuntman Mike, dimenticata star di numerosi B-movies e show televisivi specializzati in inseguimenti tra macchine. Nel locale dove incontra lo spensierato trio fa la conoscenza di Pam (Rose McGowan), alla quale offrirà un giro in macchina che non si scorderà più. In seguito, il buon Mike farà del suo meglio per attraversare con il paraurti il parabrezza della macchina delle altre ragazze. Nonostante il terribile incidente, l’auto di Mike è veramente “a prova di morte” ed il pazzoide salva la pellaccia. Pochi mesi dopo è già sulle tracce di un’altra combriccola femminile, nella quale spiccano Abernathy (Rosario Dawson) e le due stuntwoman Kim (Tracie Thomas) e Zoe Bell (nei panni di se stessa, controfigura di Uma Thurman in Kill Bill). Stavolta Stuntman Mike ha sbagliato i suoi calcoli, perché da predatore finisce per trasformarsi in preda: dopo aver tentato invano di ammazzare le ragazze, intente a provare una macchina elaborata “alla Punto Zero” (Vanishing Point), Mike è costretto a fuggire in una lunga scena d’inseguimento in automobile, che chiude alla grande il film.

La pellicola è stata volontariamente rovinata, con scene montate male e fruscii di ogni genere. Sembra davvero di osservare un film di 30 anni fa, se non fosse per la presenza di anacronismi come i cellulari. La storia prosegue senza grossi intoppi, eccetto qualche scambio di battute eccessivamente prolungato. Scene distese ed allegre si alternano a momenti di tensione e violenza, in perfetta soluzione di continuità. Chi è abituato allo stile di Tarantino troverà tutte le caratteristiche principali, dai dialoghi assurdi alla colonna sonora curatissima, dalle citazioni pop al feticismo per i piedi scalzi.

A prova di morte non ha saputo stuzzicare le corde più sensibili del mio spirito cinefilo, tuttavia mi ha divertito moltissimo, sia per il grado di follia che permea i personaggi, sia per la brillantezza con cui è stato scritto e girato. Gli attori sono un po’ troppi, ma al solito ben calati nelle parti. K. Russell è semplicemente eccezionale ed è il volto ideale per incarnare un personaggio affabile e strampalato come Stuntman Mike.

In fin dei conti, l’esperienza va archiviata come l’ennesima scampata negli USA del Sud, con i graditi luoghi comuni del caso. Mi sento però scippato dell’idea originale: quella di presentare due finti B-Movies, con intermezzo a base di trailer demenziali. Il film di Tarantino, da solo, non regge il confronto con la restante produzione del regista, pur essendo una divagazione thriller-comica di una certa qualità. Così in Europa si è vanificato un nostalgico richiamo ai bei tempi andati, in cui si produceva ciarpame cinematografico a tonnellate ma che forse possedeva un’anima più autentica dei film che escono oggi. Farlo in base ad una scelta commerciale mi sembra oltremodo irriverente. Speriamo che sia presto disponibile la versione completa in DVD.

Voto di gradimento: 8
Voto critico: ***

A fine mese è prevista l'uscita di Planet Terror di Robert Rodriguez. Penso si tratti di una cavolata pazzesca sulla scia di Dal tramonto all'alba, ma siccome amo farmi del male andrò a vederlo lo stesso, nella speranza di potermi sbellicare dal ridere.

Speriamo esca in DVD una versione uncut di Grindhouse, dove Deathproof e Planet Terror vengono riuniti con tanto di trailer. Comunque ho letto che la decisione di separarli per l'uscita in Europa è stata presa dal produttore Harvey Weinstein in seguito al flop del film negli USA. Evidentemente non erano troppe le persone interessate a recarsi 4 ore al cinema, magari pagando un biglietto maggiorato. In Italia non esistono tariffe in base alla durata del film (per fortuna), perciò tagliare in due era la scelta economicamente più vantaggiosa.

Stessa cosa che per Kill Bill alla fin fine, e visto che non mi va di incoraggiare operazioni commerciali simili penso che aspetterò la versione completa in DVD.

Già che ci siamo, i trailer sono disponibili su Youtube.

Machete

Thanksgiving, Werewolf women of the S.S. e Don't

Citazione:

Già ripetuto fino alla nausea in altre sedi, IO VOGLIO UN FILM COMPLETO SU MACHETE!!!

Eh Eh! Stasera vado finalmente a vedere Planet Terror! Sono curiosissimo di vedere come Rose Mc Gowan userà la mitragliatrice che ha al posto della gamba.

Vi farò sapere com'è al più presto.

Allega:

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Citazione:

"avete incastrato il messicano sbagliato!"

"fratello... aiutami a fare giustizia" "padre!" "ah, mi scusi padre"

Questo film merita di essere girato assolutamente!

GRINDHOUSE – PLANET TERROR --- di Robert Rodriguez

Svelato l’inghippo commerciale che ha fatto uscire separati i due film del progetto Grindhouse, finalmente lo spettatore italiano può gustarsi la seconda (in realtà prima) parte del simpatico teatrino messo in scena da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez. Ad aprire la versione italiana c’è l’imperdibile trailer di Machete, un fake firmato dallo stesso Rodriguez che presenta un film apparentemente fenomenale con protagonista Danny Trejo. Vedere questo trailer al cinema vale già il prezzo del biglietto.

Si nota subito che Rodriguez è cresciuto dai tempi di Dal Tramonto all’Alba, con il quale il recente Planet Terror ha molto in comune eppure nulla da spartire. La trama è folle, incoerente e piena di buchi, ma questo conta poco o nulla di fronte ad una regia eccellente ed alla magistrale scrittura dei dialoghi, delle scene e dei personaggi, al solito carismatici e facilmente interiorizzabili.

Dopo una sigla con tanto di lap-dance da parte della ballerina Cherry Darling (Rose McGowan) e l’introduzione di vari personaggi, in una base militare viene liberato un gas venefico che trasforma gli uomini in zombi folli ed orribili come non mai. Poco prima del disastro Cherry incontra l’ex-ragazzo Wray (Freddy Rodriguez), considerato da tutti un criminale fino a che non si rivela un esperto di armi di ogni genere. Niente di meglio di un personaggio del genere, in quanto c’è bisogno di menare le mani e premere il grilletto per sopravvivere all’assalto di orde di zombi famelici. Cherry e Wray incrociano sulla loro strada anche la dottoressa Dakota Block (Marley Shelton), in fuga dal marito impazzito e pure lui medico (Josh Brolin), e si uniscono ad un numeroso gruppo di fuggitivi, capitanato dallo sceriffo Hague (Michael Biehn) e che conta alcuni personaggi icona come il rosticcere J.T., in cerca della salsa perfetta (Jeff Fahey), e l’immancabile Earl McGraw (Michael Parks), che dai tempi di Kill Bill è divenuto un personaggio fisso. Quest’accozzaglia di individui eterogenei, alcuni dei quali sono autentici fenomeni da baraccone, sfugge agli zombi e scopre l’origine dell’epidemia, eliminando anche una schiera di militari infetti sotto il comando del tenente Muldoon (Bruce Willis).

Non c’è un attimo di tregua in Planet Terror: eventi, personaggi e spostamenti si susseguono ad una velocità pazzesca, che però non impedisce di apprezzare ogni piccolo dettaglio. Il segreto è la semplicità, o meglio, l’utilizzo di schemi abusati dal cinema degli Anni Settanta negli Stati Uniti, che nella veste moderna acquisiscono maggior freschezza. Le scene incredibili, emozionanti così come repellenti, non si possono contare tanto sono frequenti. Lo scopo di questa pletora di trovate, che passano dalla pura baggianata alla battuta intelligente, è divertire lo spettatore, compito che viene assolto in pieno.

Considero ottimo l’approccio utilizzato da Rodriguez, perché elimina tutti i pasticci che mi avevano fatto odiare Dal Tramonto all’Alba: non ci sono personaggi semiseri, con strane problematiche morali, ma sono tutti caricature spiritose e gradevoli. Non c’è lentezza, non c’è attesa, ma solo azione continua, micidiale ed esilarante, come sarebbe per Dal Tramonto all’Alba se cominciasse dal Titty Twister. La trama è un colabrodo e non vale nemmeno la pena di elencare i buchi e le assurdità, così come non è il caso di chiedersi se basti fissare una mitragliatrice ad un moncherino di gamba per poter sparare senza premere il grilletto.

Planet Terror non tradisce alcuna attesa e si rivela un film-burla spassoso come non se ne vedono di questi tempi. Cruento e splatter oltre il limite del terrificante (sconfina infatti nel ridicolo), questo film è indicato per una serata distensiva tra amici. Le risate sono garantite e c’è materiale a sufficienza per costruire piccoli miti. La recitazione è unanimemente buona e la colonna sonora di Rodriguez e Graeme Revell è la consueta carrellata di brani tiratissimi ed ammiccanti al recente passato. Un lavoro da incorniciare, ben più ispirato di A Prova di Morte di Tarantino e nel complesso più godibile, se non si è deboli di stomaco.

Voto di gradimento: 9
Voto critico: ***