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ENSEMBLE C’EST TOUT --- di Claude Berri |
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15/9/2006 21:25 Da Povoletto (UD)
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Si tratta di un film non ancora uscito in Italia, che ho avuto occasione di visionare per puro caso durante le ferie estive. Avevo un pomeriggio da passare ad Hannover, Germania, e il tempo faceva pena, così io e la mia compagna di viaggio ci siamo fiondati in un cinema. L’unica alternativa dignitosa a film già visti o a volgari pop corn movie estivi era Ensemble c’est tout, ultimo lavoro del francese C. Berri impreziosito dalla partecipazione della “star” Audrey Tautou.
Non avrei mai investito il mio tempo in un simile film se la situazione non fosse stata particolare; non ho avuto motivo di rimpiangere la scelta. La profondità e il realismo di questo film mi hanno positivamente colpito, assieme al suo tono pacato e rasserenante. Ensemble c’est tout racconta una storia curiosa, che intreccia le vicende di quattro persone interessate dallo stesso problema: l’incapacità di tirare avanti in una società che li costringe alla solitudine. Camille (Audrey Tautou) è fuggita da una famiglia oppressiva e si adatta a fare la donna delle pulizie in città. Il grigiore delle sue giornate è scosso dall’incontro con l’impacciato e comico Philibert (Laurent Stocker), che abita nello stesso edificio, in un appartamento ereditato da una zia. Philibert discende da una famiglia nobile decaduta e vive di umili lavori come Camille, conservando con cura e nostalgia i pregevoli cimeli di famiglia. Assieme a lui vive il cuoco Franck (Guillaume Canet), un tipo rude e scontroso, che sotto le apparenze è una persona tenera e premurosa. Alle sue normali preoccupazioni si aggiunge improvvisamente la cura della nonna Paulette (Françoise Bertin), ricoverata in una casa di riposo dopo la rottura del femore. Un po’ alla volta i destini dei tre giovani e dell’anziana signora si intrecciano, le barriere si appianano e la diffidenza viene meno. Il quartetto si trasforma in un’inconsueta famiglia, dove ciascuno trova negli altri la forza per vincere le difficoltà di ogni giorno. Philibert impara a dominare la balbuzie ed intraprende la carriera teatrale, Paulette trova in Camille la compagna ideale per la sua solitudine, mentre Franck e Camille si innamorano a poco a poco. La sintesi della trama non rende giustizia al film, in cui le singole scene contano assai più della vicenda nel suo complesso. Nonostante il tema dell'isolamento, che ben si presta a scene tristi e melodrammatiche, in quest’opera domina un’ironia e una tensione emotiva di fondo, per cui non si assiste ad eccessi di alcun tipo. Ciononostante, a tratti ho rischiato perfino di commuovermi, grazie ad un cast capace di trasmettere vere emozioni. Sarà che l'anziana Paulette mi ricordava la mia defunta nonna, che i problemi di Franck e Philibert in fondo sono quelli di tutti gli uomini, così come quelli di Camille sono comuni a tante ragazze della porta accanto... Ensemble c’est tout colpisce per la lucidità dell’analisi psicologica, ma anche per il rifiuto di inutili espedienti per tenere viva l’attenzione. I dialoghi sono briosi ma autentici, la sceneggiatura solida e facile da seguire, la colonna sonora di Frederic Botton calzante nei momenti principali della storia così come nelle parti narrative, dove solo la musica accompagna le immagini. Non è il mio genere favorito, tuttavia questa equilibrata miscela di commedia e drammaticità ha il suo perché. Senza dubbio riesce ad intrattenere per tutti i 97 minuti, benché la storia tenga i piedi ben saldi per terra e non si conceda alcuna licenza od inverosimiglianza. Anzi, è incredibile come momenti banalissimi (una crepe mangiata in appartamento, o l’uccisione di un maiale da parte del norcino) riescano ad interessare nel particolare contesto del film. A mio giudizio un lavoro ben realizzato, non certo spettacolare, ma che riesce a centrare tutti i ragionevoli obiettivi che si è preposto. Voto di gradimento: 7 Voto critico: ****
Inviato il: 2/9/2007 17:56
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