In questo sito il protagonista sei tu.
Registrati ne Il Mondo Dei Librogames  
Login
Nome utente:

Password:

Ricordami

Hai perso la password?

Registrati ora!
Ricerca
Menu principale
Statistiche Utenti
Membri:
Oggi: 0
Ieri: 0
Totale: 1330
Ultimi: Cucciola78

Utenti Online:
Guests : 0
Membri : 44
Totale: 44
Lista utenti Online [Popup]
Utenti più attivi
1
lonewolf79
3954
2
FalcoDellaRuna
3427
3
Gurgaz
2622
4
Xion_Aritel
1734
5
=Dr.Scherzo=
1452
6
MetalDave
1262
7
Devil_Arhangel
1228
8
Skarn
1174
9
UomodiAnaland
1090
10
Federico
1025
Nuovi utenti
Cucciola78 12/11/2021
Alexthelord 20/5/2021
il_regno_di_Ozz 27/4/2021
riki25 11/4/2021
RangerDelSommerund 5/4/2021
Mirsea 28/3/2021
Marco 27/1/2021
Rinaldo 8/12/2020
giuseppe95 24/11/2020
Spymode 23/11/2020

Naviga in questa discussione:   1 Utenti anonimi



(1) 2 »


Articolo sul portale di Esaedro
Novizio
Iscritto il:
31/8/2007 14:07
Messaggi: 17
Livello : 2
HP : 0 / 46
MP : 5 / 2267
EXP : 86
Offline
Ciao a tutti,
mi permetto di segnalarvi un piccolo articolo di presentazione che ho scritto sul portale della nostra associazione culturale di Trieste a riguardo del Librogame e delle community che se no occupano.
Grazie

Articolo su Esaedroweb.

Inviato il: 7/9/2007 12:13

Ultima modifica di Xion_Aritel il 11/9/2007 14:38:54
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Precettore Superiore
Iscritto il:
15/9/2006 21:25
Da Povoletto (UD)
Messaggi: 2622
Livello : 40
HP : 0 / 998
MP : 874 / 51428
EXP : 95
Offline
Grazie di aver segnalato il nostro sito e Librogame's Land nel forum/portale di Esaedro.

Permetti una domanda? Secondo te chi gioca di ruolo al giorno d'oggi, avvalendosi dei regolamenti più moderni (e complicati), può ancora essere interessato ai librogame? E soprattutto, possono i più giovani, attratti dai GDR, essere colpiti in qualche modo anche dai librogame?

Quel che non riesco a capire, infatti, è se la E.Elle conta al 99% sui vecchi fan desiderosi di avere delle ristampe/nuove edizioni, oppure se crede di ritagliarsi una nicchia collaterale grazie alla ripresa del 'fantasy' che si è avuta in questi ultimi anni. Tu che ne dici? E' un'operazione rivolta ai nostalgici o un progetto editoriale con un target a lungo termine?

Inviato il: 7/9/2007 20:56
_________________
Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Novizio
Iscritto il:
31/8/2007 14:07
Messaggi: 17
Livello : 2
HP : 0 / 46
MP : 5 / 2267
EXP : 86
Offline
Ciao Gurgaz,
grazie a voi per il bellissimo portale che (personalmente) attendevo da tempo.
La domanda che mi fai è davvero da un milione di dollari! La nostra associazione si pone come fine lo studio del gioco (soprattutto del gioco di ruolo) e della sua relazione nello sviluppo intellettivo e sociale nei singoli e nei gruppi. Questo per dirti che il dibattito, anche sulle scelte di mercato, dei produttori e dei distributori in relazione ai tempi e alla società per come si è sviluppata negli ultimi venti anni, tra di noi si protrae ormai da tempo senza una risposta sicura e precisa.
Il fatto di essere di Trieste, come la maggior parte dei nostri soci, mi ha fatto vivere il movimento del librogame in maniera molto diretta (ho effettivamente conosciuto il gioco di ruolo acquistando alla cieca, a 11 anni, il mitico volume 1 di Horror Classic di Brennan rimanendo letteralmente rapito). Questo potrebbe portarmi su un parere di parte, passionale che non so quanto potrebbe essere coerente con i numeri cui deve far fronte oggi un'azienda produttrice di giochi (o di librogioco.. ).
Credo che il mercato, per il momento, potrebbe coinvolgere solamente i vecchi appassionati e i collezionisti. Nel caso il progetto dell'editrice E.Elle (mitico Giulio Lughi, papà di un amico) mirasse a coinvolgere anche nuovi potenziali giocatori, con una buona campagna di diffusione, credo che se il prodotto manterrà la qualità delle prime collane potrà far breccia anche in nuovi lettori/giocatori (ma non immagino numeri enormi, come del resto continua ad avvenire con i giochi di ruolo).
Spero in un buon successo, perchè sono comunque convinto che il librogame rappresenti una delle più alte forme letterarie e ludiche che siano mai state concepite nella storia dell'intrattenimento. Bisognerà vedere quanto le nuove generazioni, annegate dai videogame, saranno disposte a sperimentare un metodo alternativo (e mi permetto di dire più interattivo) di gioco.

PS. Mi sono già complimentato con Ego per le bellissime recensioni sue e tue.
Per qualsiasi tipo di collaborazione non esitare a contattarci. Mi piacere nel caso partecipare attivamente alle vostre iniziative.
PS2 (che non è sony.. ). Acc.. non posso ancora accedere al mercatino!! Sono alla ricerca del primo volume di Alla Corte di Re Artù e non riesco a trovarlo in rete...

Inviato il: 9/9/2007 18:00
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Novizio
Iscritto il:
31/8/2007 14:07
Messaggi: 17
Livello : 2
HP : 0 / 46
MP : 5 / 2267
EXP : 86
Offline
Aggiungo una puntualizzazione.
la sensazione che oggi i regolamenti siano più complessi può ingannare la realtà dei fatti. A fronte di una dimensione odierna multitasking, che concede sempre meno tempo, la tendenza dei regolamenti è di essere il più semplificati possibile a fronte di una tonnellata di materiale bundle di corredo (scenari, tabelloni, cartonati, miniature). E' paradossale, ma è così. Riducendo innanzitutto la longevità del gioco e quindi la longevità del prodotto, ma soprattutto riducendo i giocatori (non in tutti i casi ovviamente) a fruitori passivi di un dato regolamento. Questo anche alla luce di tipologie di giochi cloni di altri cloni, che hanno portato il mercato praticamente al suicidio.
Chissà che un buon vecchio librogame non riesca ad invertire questo trend...
Di sicuro sarei un pò più selettivo nelle serie (ri)proposte. Ricominciare con la nuova edizione di Lupo Solitario mi sembra un buon inizio

Inviato il: 9/9/2007 18:14
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Supremo Maestro
Iscritto il:
8/4/2005 19:08
Da Roma
Messaggi: 3427
Livello : 45
HP : 0 / 1104
MP : 1142 / 61494
EXP : 17
Offline
Belle parole, Elrond, condivido in pieno il tuo pensiero. Con me (e penso anche con molti altri qui) sfondi una porta aperta nel dire che i librogame sono un genere letterario di levatura incredibilmente alta.
Da anni noi cerchiamo di far breccia nelle persone (o nei ragazzi) che, purtroppo per loro, non conoscono o non sono avvezzi a questo genere di letteratura: la speranza, come dici anche tu, è proprio che i librigioco, con il loro minimale regolamento, possano indurre a ritrovare quella dimensione che il videogioco e altri passatempi hanno contribuito a far sparire (quasi) del tutto.

Inviato il: 9/9/2007 19:50
_________________
Possano la dea Ishir e il dio Kai guidarmi in questo nuovo mondo....
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Tutore
Iscritto il:
17/9/2006 0:33
Messaggi: 875
Livello : 26
HP : 0 / 636
MP : 291 / 32772
EXP : 46
Offline
Mah, sapete, è una questione interessante. In realtà, il librogame, che io sappia, è sempre riuscito ad interessare chi lo leggeva, anche grazie ai vari tipi di ambientazione e di regolamento che possono soddisfare più palati. Ricordo che un mio amico delle medie aveva un paio di Sherlock Holmes e gli piacevano molto, ma non era interessato ad altre serie; un amico del liceo a cui non piaceva Lupo Solitario perché lui era appassionato di D&D e trovava il regolamento troppo semplice e le avventure troppo limitate; e un ragazzo, figlio di un amico, a cui mia madre regalò un librogame che lui rimase a leggere fino all'una di notte, cosa che non aveva mai fatto. Insomma, a chiunque, io credo, piace avere un racconto che stimola il tuo senso di giudizio e di responsabilità, che ti offre un ruolo, che mette parte della storia nelle tue mani.

E' facile dire che i videogiochi hanno ammazzato il librogame, ma in realtà le questioni sono più profonde. Io ero appassionatissimo dei pochi LG che avevo; quando ebbi il mio primo Nintendo mi resi conto che avevo una predilezione davvero particolare per i videogiochi, ma non ho mai, mai abbandonato i librogame finché non hanno smesso di uscire, e negli ultimi tempi ci sono tornato. Insomma, non sono bastati i videogiochi per farmi scordare che nei librogame c'erano delle storie, delle avventure, degli elementi che mi divertivano. Il videogioco ha semplicemente un'altra interfaccia e la possibilità di farti fare più cose, ma quante sono divertenti e quante sono messe lì per allungare il brodo? Io ho sempre apprezzato i videogiochi di ruolo giapponesi perché la storia ha una grande importanza, e gioco anche per sapere come finisce la storia; altrimenti si tratterebbe solo di fare le stesse cose, gestendo l'evoluzione di un personaggio. In effetti il gioco di ruolo elettronico in stile occidentale, dove hai troppa libertà di movimento e di azione, non mi ha mai attratto, perché in un gioco mi piace avere poche scelte selezionate, e comunque avere sempre una destinazione precisa da raggiungere. E' un gioco, non deve essere un simulatore di vita.

Io credo che i LG siano finiti (o, almeno, che il boom sia finito, visto che in Francia non hanno mai smesso di andare in stampa e l'Inghilterra li ha recuperati e li continua tuttora) per motivi quali:
- la saturazione del mercato. Era saturo il piccolo mercato creato da EL, figuriamoci quello inglese e francese dove pubblicavano molti più titoli che da noi;
- la mancanza di idee nuove. Non è affatto facile creare una storia soddisfacente che possa essere contenuta nello spazio di un librogame, e probabilmente a un certo punto i soliti canovacci fantasy non potevano più soddisfare chi cercava qualcosa di nuovo;
- soprattutto, il fatto che molti libri, onestamente, non erano buoni. Scrivere un librogame è un conto, un altro è scriverne uno ben fatto, ben giocabile, che sappia darti motivi per finirlo e addirittura rigiocarlo dopo averlo finito. I primi Lupo Solitari, Oberon e Re Artù li ho giocati decine di volte perché offrivano diverse possibilità ed erano belli da leggere; invece i Fighting Fantasy, così impostati sul true path, si possono leggere in un modo solo. Sono stati i libri più famosi, amati e venduti, ma sotto molti aspetti sono stati i peggiori. Quando ci si è accorti che Fighting Fantasy non vendeva più, probabilmente anche tutti gli altri devono essersi accorti che il business non aveva più niente da cavar fuori. E comunque, quando FF è finito nel 1995, era da almeno un anno che non usciva più niente di nuovo, e da almeno due o tre che non usciva più niente di valido, eccetto Lupo Solitario che infatti è stato l'ultimo a morire.

Con le attuali ristampe di Fighting Fantasy e Sortilegio, il librogame in Inghilterra continua a fare proseliti e conquista nuovi lettori. Forse non così tanti, ma il pubblico esiste, e non è solo quello dei nostalgici. Da noi è ovvio che il bacino di pubblico esiste: pensate a quanto successo hanno i manga, che sono fumetti che raccontano storie, anche molto lunghe, con eroi fantastici. Il gusto per la lettura non si è affatto perso, va solo stimolato; ai ragazzini piacciono ancora le storie, tanto quanto gli piacciono i videogiochi. Infatti i videogiochi più venduti sono quelli sportivi, di azione e strategici, cioè quelli dove il regolamento è semplice e la storia quasi non esiste, perché sono in genere giochi di durata contenuta e dalle variabili modeste rispetto al GdR che dura 100 ore. Per raccontare storie divertenti a questo genere di pubblico, il librogame potrebbe andare molto bene, perché non dura troppo, è semplice e, in generale, ben scritto.
Ora come ora le ristampe EL sono evidentemente dirette al pubblico degli appassionati, ma se si spingesse la cosa un po' di più... Inoltre, il fatto che dalle nostre community stiano uscendo prodotti nuovi, che raccontano storie più attuali di quelle che andavano vent'anni fa, è un segno che questo modo di leggere e giocare ha ancora ottime potenzialità inespresse. I LibriNostri dimostrano anche che, quando un autore ha il tempo di testarlo a fondo, un librogioco difficilmente non viene apprezzato. Ricordate anche che all'epoca del boom gli autori delle serie più famose avevano ben poco tempo di testare i loro prodotti, perché le scadenze erano massacranti: uscivano anche quattro o cinque volumi all'anno, e si sa che perché il libro sia veramente curato ci vogliono diversi mesi.

Inviato il: 9/9/2007 21:03
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Novizio
Iscritto il:
31/8/2007 14:07
Messaggi: 17
Livello : 2
HP : 0 / 46
MP : 5 / 2267
EXP : 86
Offline
Sono felicissimo di aver aperto questo dibattito che è uno dei fondamenti principali per cui esiste l'associazione di cui faccio parte. Sono parecchi anni che ne disquisiamo, per capire, per comprendere quale sia il motivo, in questo ambiente (gioco di ruolo in tutte le sue sfumature, nella cultura italiana) che paradossalmente, per quanto successo abbia, contemporaneamente ha altrettanto insuccesso.
Per comprendere fino in fondo una problematica, di solito, bisogna partire dalle basi, cenrcando di comprendere tutti gli elementi costitutivi di un dato fenomeno. E' chiaro che il mio tirare in ballo solamente i videogiochi (di cui tra l'altro sono appassionatissimo come immagino chiunque) è solo il pretesto per avere una fonte di contrasto.
Rileggendo recentemente quella che è stata l'evoluzione e l'involuzione di Dungeons & Dragons (dalla mitica scatola rossa pubblicata in Italia nel 1985 dalle Editrice Giochi) in un bellissimo articolo pubblicato su una rivista amatoriale, Dungeon Magazine, mi sono saltate subito all'occhio le problematiche maggiori che ne hanno decretato prima il successo di massa (se mi permettete il termine) e poi l'inevitabile declino editoriale (tonellate di meraviglioso materiale mai tradotto in italiano). Per prendere in considerazione questi elementi risulta difficile esularli dal contesto culturale italiano facendo dei paragoni con l'estero, perchè da sempre e per sempre, siamo una nazione che volente o nolente ha i suoi limiti, ha i suoi preconcetti ed è difficile da accontentare.
A fronte di una necessità di prodotti qualitativamente sempre più pregiati (e costosi!!!), il mercato italiano (definizione che vorrei sempre evitare ma non posso) nei confronti del gioco di ruolo & co. ha purtroppo dovuto sempre tener conto (anche senza esserne cosciente) di elementi quali: la difficoltà commerciale di un prodotto concepito come se non fosse per adulti, il preconcetto che il gioco di ruolo non rappresenti un aspetto culturale e sociale fondamentale nella natura umana, il preconcetto che il gioco di ruolo sia da relegare a una banda di nerds che non trovano sfoghi nella vita reale, nonchè tutte le problematiche di un prodotto che comunque deve essere di tornaconto alle aziende importatrici.
Non vorrei perdermi in discorsi infiniti sui massimi sistemi, ma senza tirare in ballo la peculiarità della nostra realtà italiana socio-culturale sarebbe impossibile poter capire la poca fertilità del nostro paese in questo senso.
Certo Ego, dici bene che in Francia e in Inghilterra le pubblicazioni continuano da sempre ad avere successo (vedi i fumetti) ma lì si parte da presupposti completamente diversi, dove i praticanti sono tendenzialmente eterogenei mentre da noi, nella maggior parte dei casi, sono adolescenti/studenti. Perchè è insito nella nostra cultura che il gioco sia da "ghettizzare". Anche se per fortuna le cose stanno cambiando anche grazie alla diffusione delle nostre community.
Spero davvero che i librogame e il gioco di ruolo in generale vivano la stessa parabola avuta dalle produzioni giapponesi (manga e cartoni) che dopo un decennio di faville visse l'oblio per poi riprendersi clamorosamente nella seconda metà degli anni '90.

Inviato il: 10/9/2007 10:56
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Tutore
Iscritto il:
17/9/2006 0:33
Messaggi: 875
Livello : 26
HP : 0 / 636
MP : 291 / 32772
EXP : 46
Offline
Citazione:

Elrond ha scritto:
mi sono saltate subito all'occhio le problematiche maggiori che ne hanno decretato prima il successo di massa e poi l'inevitabile declino editoriale (tonnellate di meraviglioso materiale mai tradotto in italiano). Per prendere in considerazione questi elementi risulta difficile esularli dal contesto culturale italiano
A fronte di una necessità di prodotti qualitativamente sempre più pregiati (e costosi!!!), il mercato italiano nei confronti del gioco di ruolo & co. ha purtroppo dovuto sempre tener conto (anche senza esserne cosciente) di elementi quali: la difficoltà commerciale di un prodotto concepito come se non fosse per adulti, il preconcetto che il gioco di ruolo non rappresenti un aspetto culturale e sociale fondamentale nella natura umana, il preconcetto che il gioco di ruolo sia da relegare a una banda di nerds che non trovano sfoghi nella vita reale, nonchè tutte le problematiche di un prodotto che comunque deve essere di tornaconto alle aziende importatrici.
Non vorrei perdermi in discorsi infiniti sui massimi sistemi, ma senza tirare in ballo la peculiarità della nostra realtà italiana socio-culturale sarebbe impossibile poter capire la poca fertilità del nostro paese in questo senso.
Certo Ego, dici bene che in Francia e in Inghilterra le pubblicazioni continuano da sempre ad avere successo ma lì si parte da presupposti completamente diversi, dove i praticanti sono tendenzialmente eterogenei mentre da noi, nella maggior parte dei casi, sono adolescenti/studenti. Perchè è insito nella nostra cultura che il gioco sia da "ghettizzare".

Sai, sono cose che ho pensato e penso anch'io, eppure non riesco a trovare la ragione profonda di questa situazione. In fondo, anche il nostro è un paese di persone che giocano. Possiamo tirare in ballo tante cose, dalle nostre origini fondamentalmente contadine e operaie, al nostro sviluppo più tardivo rispetto ad altri Paesi vicini e lontani e quindi all'immagine più radicata del gioco come aspetto molto infantile e popolarmente visto come perdita di tempo da chi lavora. Da noi manca quella che possiamo chiamare cultura del gioco, direi, ma non la voglia di giocare e l'interesse per il gioco. Quando il videogioco è diventato graficamente "adulto" e economicamente accessibile alla maggioranza, improvvisamente tutti avevano PlayStation, anche se spesso gli adulti si trinceravano dietro il "la compro per mio figlio, e ogni tanto ci faccio una partitina". Ma il fatto è che non sono convinto che all'estero l'immagine del gioco sia meno infantile, anzi, in tutto il mondo i giochi di maggior successo vengono sempre accusati di essere diseducativi, di traviare le giovani menti, come se le macchinine e le bambole di stracci fossero ancora il miglior strumento per giocare. E quindi non mi è chiaro quale sia l'elemento che impedisce, in Italia, di avere a disposizione tutto il materiale che c'è altrove.

Nel caso dei manuali dei GdR, il costo (sempre maggiore: i manuali costano tantissimo in relazione al materiale) e il contenuto non sono sempre ben accetti da noi. Ho ben presente gli appassionati che alle fiere trovano l'occasione di impadronirsi di manuali ed espansioni in inglese, a volte magari più per pura curiosità che per usarli effettivamente per giocare. Alcuni manuali, poi, per il loro contenuto forse non vengono tradotti per evitare polemiche ancora maggiori del solito: già in tutto il mondo, e specialmente nel nostro Paese di cattolicesimo confuso ma sempre incombente e di genitori e nonni poco aggiornati e imbottiti di certe credenze, i GdR hanno sempre avuto l'aria di prodotti del diavolo, figuriamoci alcune delle espansioni più oscure. Ma anche qui, non credo che all'estero materiale simile possa suscitare reazioni diverse. Anche la polemica sui prezzi è sempre stata ampia: come già detto, il materiale è costoso, da noi sicuramente più che nei Paesi d'origine, ed è difficile che ci sia mercato per tutto. Il nostro è un Paese che da sempre non offre tutto quello che esiste, proprio perché tanto non c'è mai stata richiesta per tutto. Sono sicuro che in USA la richiesta di nuovo materiale per GdR esiste e c'è sempre qualcuno disposto ad acquistare le nuove proposte, ma qui di solito non succede. Prendiamo anche solo il librogame: l'offerta editoriale della EL è sicuramente modesta rispetto a tutto quello che è uscito in Inghilterra e in Francia, eppure credo che in Italia pubblicare più titoli di così sarebbe stato un suicidio commerciale, perché nessuno avrebbe comprato così tanti libri. E io trovo che abbiano fatto delle scelte sensate, anche se poi ultimamente mi sono messo io stesso a recuperare materiale inedito in Italia.

Tutto considerato, comunque, i veri motivi della nostra situazione sono difficili da far saltare fuori. Perché alla fine, da noi come altrove il giocatore che considera normale giocare, che considera il gioco qualcosa a cui dedicare più tempo di quello che serve a fare un cruciverba, è ghettizzato, etichettato e deriso, anche dai giocatori stessi. Probabilmente gli appassionati di D&D sono i primi a creare parodie dei giocatori che prendono il gioco troppo sul serio. Quindi l'immagine collettiva del giocatore, di ruolo come di altro, non mi sembra che sia socialmente accettata all'estero meglio che da noi. Mi sembra più che altro che ci sia una specie di accordo collettivo per cui il nostro Paese debba sempre interpretare la figura di nazione che si dà da fare, ma deve restare arretrata e limitata sotto tutti gli aspetti. Del resto la nostra popolazione è sicuramente meno numerosa che nei Paesi in cui ci sono più prodotti, e la ricchezza è meno distribuita. Ma sono tutte supposizioni ugualmente verosimili; il vero motivo è ancora da chiarire.

Inviato il: 10/9/2007 11:28
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Novizio
Iscritto il:
31/8/2007 14:07
Messaggi: 17
Livello : 2
HP : 0 / 46
MP : 5 / 2267
EXP : 86
Offline
Non posso che essere d'accordo. Come possiamo notare, l'unico modo per venirne a capo è il confronto all'interno delle esperienze che ognuno di noi ha avuto a proposito. Senza particolari prese di posizione e convinzioni, che raramente portano a qualcosa. Eppure la sensazione è sempre la stessa: il problema è lì davanti, ma non si riesce ad acchiapparlo, quasi fosse irraggiungibile, poco chiaro, sfocato.
La cultura, il mercato, le istituzioni. In qualche modo c'entrano eppure è difficile attribuire ad ognuno di essi la giusta importanza nella colpa.
Anche per questo credo che la scelta migliore sia, almeno in questo contesto, cercare di aggirare le problematiche, attraverso il lavoro delle community, delle associazioni e degli appassionati che credono fermamente in questa realtà culturale, per darle nuova visibilità ed una nuova immagine. Credo che la forza della cultura possa affermarsi aldilà di tutto.
Nella speranza che questi tipi di analisi possano venir presi in considerazione dagli editori e dai distributori dei prodotti, senza un'insensata corsa all'oro attraverso il prodotto all'ultima moda che oggi c'è e domani non c'è più.

Inviato il: 10/9/2007 12:35
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Articolo sul portale di Esaedro
Maestro Superiore
Iscritto il:
4/10/2006 12:41
Messaggi: 1734
Livello : 34
HP : 0 / 849
MP : 578 / 43612
EXP : 96
Offline
Bella discussione, mi fa venire in mente alcune considerazioni.

- GdR e Librogames: ascesa & declino (& nuova ascesa, magari)
Secondo me c'è stato un motivo ben preciso per il quale i librogames ed i GdR hanno avuto un grande successo ed un successivo ed altrettanto grande insuccesso.
Quando i GdR sono usciti, la novità era la molla principale. Mondi nuovi, possibilità infinite, il miglior veicolo per la fantasia, seppur ancora grezzo. Ci sono stati i primi miglioramenti ed il boom è giunto. E con il boom sono giunte le porcherie.
La legge di mercato impone di sfruttare i momenti di massima vendita producendo nuovo materiale da dare in pasto ai compratori.
Ma tra gli appassionati di GdR è alta la percentuale di persone con un discreto senso critico (ed i GdR "lavorano" anche in questa direzione), per cui non si poteva produrre solo ciarpame.

Purtroppo, invece, è stato così, tranne poche eccezioni. Si è parlato di tonnellate di materiale mai tradotto in italiano... e meno male, secondo me. Sono un collezionista di materiale TSR, e posso garantire che la qualità delle pubblicazioni dopo i primi anni '90 non è MAI migliorata. Spesso è peggiorata.
Questo, in un mondo in cui altre forme di intrattenimento stavano prendendo vita, spesso seguendo le stesse fonti d'ispirazione dei GdR (i giochi di carte, Magic in testa, ed i vari GdR "digitali"), non poteva reggere a lungo.

Detto fatto, la gente s'è stancata.
S'è stancata di spendere soldi per manuali che non valevano una cicca (ne ho tantissimi da prendere ad esempio, se volete), si è stancata di aziende che rifiutavano di investire per soddisfare coloro che avevano garantito la loro ascesa. Si è stancata di attendere per qualcosa che nesssuno voleva dare loro (prodotti di qualità) quando potevano benissimo scegliere altri divertimenti con lo stesso "environment".
D'accordo sfruttare la scia del successo, ma soprattutto con giochi che stimolano la crescita intellettuale non si può pretendere di campare di rendita. Occorre evolversi così come si evolvono i giocatori. La TSR (parlo di questa azienda perchè la conosco bene e perchè è la "capostipite", ma le altre le sono bene o male andate dietro) non l'ha fatto, ed alla fine degli anni 90 era sull'orlo del fallimento.

I Librogames, nostro malgrado, hanno seguito una strada molto simile.
Idea innovativa -> vendite anche con qualità non eccelsa -> migliorie -> boom delle vendite -> appiattimento/peggioramento produzione -> declino.
É vero che per i librogames il confronto con alternative tipo i videogames poteva farsi sentire di più che con i GdR, ma è anche vero che la produzione degli ultimi anni non è decisamente all'altezza di quella degli anni precedenti. Figuriamoci se poteva essere all'altezza delle richieste di lettori che grazie ai primi libri erano cresciuti, in tutti i sensi. Anche in quello critico.

Poi... i nostri giorni, con delle congiunzioni astrali favorevoli (mooooolto manovrate dal commercio... ma personalmente visti i risultati non me ne dispiaccio troppo) il fantastico è tornato in voga, e con esso tutto ciò che gli gravita attorno. Inevitabile che i Librogames non tornassero a "seguire la scia". Ma l'inerzia dura poco, oggi ancora meno che anni fa, quindi occorrerà qualcosa di nuovo (e migliore, seppur in termini relativi) se non si vorrà un altro flop.
Magic è il gioco più venduto al mondo (non ho dati esatti, ma non credo di esserci lontano), e si rinnova continuamente (per qualche vecchio appassionato pure troppo) pur mantenendo sempre un qualcosa del vecchio.
Questa formula funziona, le altre portano alla muffa.

- Situazione italiana: come mai noi siamo "diversi"?
Si potrebbe discutere di questo per settimane senza arrivare a capo di niente. Il mio parere è che siamo, per mentalità, una nazione non molto aperta alle novità, quindi molti trend (ad eccezione di quelli tecnonlogici, ma non sono argomento di discussione adesso) ci arrivano un po' in ritardo. Il ritardo, però, in un mercato come quello odierno (mooooolto veloce) fa sì che molte cose giungano da noi quando sono ad un passo dalla discesa. E, come già detto sopra, i compratori non vogliono essere abbandonati, ma vogliono essere seguiti passo passo nella loro crescita (di età, di gioco, di mentalità, di tutto). E, siccome il bacino di utenza non è quello statunitense, che conta proporzioni assolutamente non paragonabili, le produzioni di giochi (o librogames) qui non possono reggere se una parte dei compratori si stufa. Quindi, o il miglioramento, o la morte.

Da un certo punto di vista, tra l'altro, direi che non mi dispiace questa prospettiva.

Sono un nostalgico appassionato di librogames e di tanti altri giochi che hanno accompagnato la mia crescita, ma al di là del valore affettivo oggi non comprerei qualcosa al quale io non possa chiedere un'evoluzione che affianchi la mia. Per i videogames si parla sempre di "longevità" del gioco. Se ne dovrebbe parlare anche in termini di GdR o Librogames. Se i vari Final Fantasy non fossero stati uno più bello dell'altro (ad eccezione del 7° capitolo della saga, per molti il capolavoro assoluto) non avrebbero raggiunto il successo attuale. E la Squaresoft non si sogna neppure di far uscire un nuovo capitolo della saga che non sia anche solo leggermente migliore del precedente. Guarda caso, FF vende da fare schifo.

Le mie osservazioni non hanno la pretesa di dare un quadro esaustivo della situazione attuale, ma sono dettate dalla cruda "esperienza sul campo". Anche quando vendevo giochi era ben evidente cosa serviva affinchè i giocatori non si stancassero.

P.S.: Ho modificato la visualizzazione del link iniziale, così non sfasa il layout del forum

Inviato il: 11/9/2007 14:38
_________________
Adoriamo il Sacro Bue
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci






Puoi vedere le discussioni.
Non puoi inviare messaggi.
Non puoi rispondere.
Non puoi modificare.
Non puoi cancellare.
Non puoi aggiungere sondaggi.
Non puoi votare.
Non puoi allegare files.
Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

[Ricerca avanzata]


Annunci
copyright (c) 2006-2007 IMDL All right reserved