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Re: George A. Romero & Tom Savini
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falconellatempesta ha scritto:
cosa pensi di la notte dei morti viventi???

E' il primo, è l’originale, è il film che ha per sempre rivoluzionato la visione dello zombie negli horror-movie plasmandone un vero e proprio "archetipo" che resterà per sempre nell’olimpo dei mostri di ogni tempo. E’ noto che lo zombie in se stesso non è un’invenzione di Romero: trattasi di una figura del folklore haitiano e caraibico, un “non-morto” che nell’immaginario popolare veniva usato perlopiù come forza lavoro. Da qui un pugno di film della prima metà del 900’ che lo rappresenta appunto come un essere passivo, esecutore di ordini più o meno loschi per conto di biechi mandanti (vedi gli interessanti: "Il gabinetto del Dott. Caligari" del 1920, "White Zombie" del 1932 e "Ho camminato con uno zombie" del 1943 ). Anche la letteratura fantastica se ne interessò in quel periodo, soprattutto con Henry S. Whitehead, arcidiacono nelle Isole Vergini e nelle Indie Occidentali, che scrisse una serie di racconti ispirati alle leggende dei Carabi e ai riti voodoo, successivamente pubblicati su Weird Tales (vedi in particolare “Zumbi” del 1944 ). Lo zombie di Romero è però abbastanza diverso dai suoi predecessori; il regista americano è il primo a darne una visione così orrorifica e repellente, ed a motivare le cause della sua comparsa sulla terra con delle giustificazioni scientifiche. Ecco che ci troviamo di fronte ad un cadavere quasi sempre in incipiente stato di decomposizione, deambulante, lento nei movimenti ma inesorabile nello scopo: fagocitare carne umana.

La sua irrazionale ed istintuale antropofagia è già largamente evidente in questo primo film della famosa trilogia romeriana, ma nei successivi capitoli sarà largamente ampliata e perfezionata. Tuttavia “La notte dei morti viventi” non ha solo rivoluzionato la concezione del mostro-zombie, ha creato un vero e proprio cliché per quel che riguarda la struttura dei film di questo tipo. La casa è al centro di tutto, ma stavolta con il ruolo assolutamente nuovo di ultimo baluardo di salvezza, dove rintanarsi e barricarsi nella speranza di tenere lontano ciò che c’è fuori, ciò che preme incessantemente per entrare. Tutto questo sovverte la concezione tipica che gli spettatori si erano fatti di casa come ricettacolo di fantasmi, cadaveri seppelliti, ed orrori di ogni tipo. La tendenza istintiva è sempre stata quella di “scappare” nel senso di uscire fuori dal luogo chiuso, per trovare scampo in un rassicurante “fuori” che di solito concede la salvezza. Stavolta è esattamente l’opposto, è la casa (ed in seguito il luogo chiuso) ad alimentare la speranza, che va man mano sempre più svanendo. Ad un’occhiata superficiale il film sembrerebbe poca cosa dal punto di vista tecnico: è un low-budget e si avverte quasi subito un impianto quasi teatrale, con lo stesso manipolo di attori in scena praticamente dall’inizio alla fine. Ma il risultato è notevole: i pochissimi finanziamenti al film hanno portato Romero a creare un’atmosfera allucinata, irreale, grazie al netto bianco e nero della pellicola e della fotografia. A tratti sembra quasi di guardare un fumetto animato, e le inquadrature ed i piani sequenza sono proprio quelli tipici delle tavole di un "comics". Le musiche sono riciclate dagli archivi musicali della Capitol Records e costarono appena 1500 dollari. Ciò nonostante hanno un effetto straordinario di allucinazione e degrado, con un orchestra che suona ossessivamente frammenti ritmici e melodici estremamente inquietanti. La celeberrima sequenza iniziale del cimitero è da manuale del cinema horror: crea l’orrore dove non c’è, in maniera assolutamente subdola ed improvvisa, scatenando una tensione che non cesserà fino alla fine
Forse non tutti sanno che uno dei pochi finanziatori del film fu un macellaio, il cui apporto è da considerarsi tanto fondamentale quanto inquietante dato che fornì tutto il sangue e le frattaglie varie usate in un’altra celebre sequenza. Gli altri due furono Karl Hardman (che curò anche il sonoro ed il make-up) e William Heinzman (lo zombie nel cimitero). Tutte le comparse (invero non tante) che appaiono come zombie, furono pagate 1 dollaro a testa più una t-shirt con scritto:"Ero uno zombie nella notte dei morti viventi". Il ritmo del film non è sempre serratissimo, soprattutto nella parte centrale, ma la cosa stranamente non guasta affatto. Romero vuole di proposito dare un approccio realistico alla vicenda, quasi documentaristico, con pochissimo montaggio ed una inclusione di sequenze statiche e descrittive. Il tutto tende a dilatare il più possibile la percezione temporale della storia, che in effetti si esaurisce in meno di 24 ore. Oltre ai citati riferimenti psicologici alla casa-rifugio, il film è pieno di espliciti messaggi di denuncia sociale. In primis la situazione razziale, visto che tra l’altro si tratta del primo film dell’orrore che vede come protagonista un afro-americano (il bravo Duane Jones). In questo caso, però, la visione romeriana è molto più pessimistica (e probabilmente realistica) del contemporaneo "La calda notte dell’ Ispettore Tibbs", che vedeva come protagonista un lanciatissimo Sindey Poiter, vincitore sui bianchi. Da qui si evidenziano chiaramente gli altri significati, come la mentalità dell’uomo medio americano di quel periodo o la contestazione giovanile. Il personaggio interpretato da Karl Hardman (Harry Cooper nel film) la dice tutta sul pungente riferimento ai medio borghesi sciocchi e conservatori, e sul concetto di proprietà privata. Probabilmente il messaggio più forte che sembra trasmettere il film è la fine del sogno americano, un sogno che andava sempre più svanendo sul finire degli anni 60, e che l’orda di zombie affamati cerca definitivamente di divorare. Nella casa sembrano rappresentate alcune delle personalità più caratteristiche della società: il giovane di colore, intelligente, equilibrato e reattivo; la giovane coppia onesta e progressista, la coppia più anziana tendenzialmente chiusa e misantropa. Tutti si dovranno però scontrare con lo stesso tipo di problema, che li rende uguali anche se così diversi. Il finale fa riflettere a lungo su questi temi, lasciando lo spettatore sgomento di fronte ad un muto grido di orrore che già si percepiva nel corso della vicenda: l’orrore della stupidità umana. Sicuramente un grande classico, "La notte dei morti viventi" è un capostipite fondamentale di un certo tipo di film horror. Ha consacrato Romero come "padre" degli zombie sebbene questo termine, in tutto il film, non venga pronunziato nemmeno una volta; ma soprattutto è un film di contenuti, di riflessioni sociali e di grandi suggestioni. Il tutto esposto con un linguaggio secco e tagliente che farà dell’esordiente regista un punto di riferimento per l’horror dei prossimi 30 anni, e del film un vero e proprio "must" per ogni appassionato.

Allega:



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Inviato il: 28/11/2007 19:35
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Re: George A. Romero & Tom Savini
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io nn sono fan di george romero...ma anche a me come a te piacciono molto i film horror!!!!quindi se hai novita' fammi sapere!!! ;)

Inviato il: 29/11/2007 19:14
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Re: George A. Romero & Tom Savini
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Interessante questa disquisizione su "la notte dei morti viventi", film che conosco ma non a memoria come gli altri zombie-moviers di Romero. In verità, credo di averlo visto due volte, più una volta per il remake (che non ha affatto il peso e l'ispirazione dell'originale).

In effetti non avevo mai pensato a tutte le implicazioni che hai tirato fuori tu, ma è vero che esistono e che sono perfettamente collegabili al regista, che non si è mai tirato indietro dalla possibilità di lanciare una critica sociale ben assestata.

La scena che mi è rimasta più impressa di tutte è quella in cui la bambina zombi uccide la madre con una cazzuola. Quella scena mi fece drizzare i peli della schiena, cosa che non è facile. L'ho trovata sempre malata ed inquietante.

Devo proprio rivedere questo film e prima o poi troverò il DVD. Gli altri di Romero ce li ho già e li ho guardati in inglese, apprezzando quelle sfumature che in italiano sono andate perse (es. il fatto che Peter chiami Steven "Flyboy").

A parte questo: benvenuta perlina!

Inviato il: 29/11/2007 22:48
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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Re: George A. Romero & Tom Savini
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Gurgaz ha scritto:
Interessante questa disquisizione su "la notte dei morti viventi", film che conosco ma non a memoria come gli altri zombie-moviers di Romero. In verità, credo di averlo visto due volte, più una volta per il remake (che non ha affatto il peso e l'ispirazione dell'originale).

In effetti non avevo mai pensato a tutte le implicazioni che hai tirato fuori tu, ma è vero che esistono e che sono perfettamente collegabili al regista, che non si è mai tirato indietro dalla possibilità di lanciare una critica sociale ben assestata.

La scena che mi è rimasta più impressa di tutte è quella in cui la bambina zombi uccide la madre con una cazzuola. Quella scena mi fece drizzare i peli della schiena, cosa che non è facile. L'ho trovata sempre malata ed inquietante.

Devo proprio rivedere questo film e prima o poi troverò il DVD. Gli altri di Romero ce li ho già e li ho guardati in inglese, apprezzando quelle sfumature che in italiano sono andate perse (es. il fatto che Peter chiami Steven "Flyboy").

A parte questo: benvenuta perlina!


non ho capito se intendi che la ragazzina ammazza la madre servendosi della cazzuola...perche' in quel caso sbagli, lei infatti morde la madre e quello che tu hai visto e' l'effetto del sangue che schizza su quell'arnese.....

Inviato il: 7/12/2007 14:25
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Re: George A. Romero & Tom Savini
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falconellatempesta ha scritto:
non ho capito se intendi che la ragazzina ammazza la madre servendosi della cazzuola...perche' in quel caso sbagli, lei infatti morde la madre e quello che tu hai visto e' l'effetto del sangue che schizza su quell'arnese.....


Mi sembrava di ricordare molto bene che la bambina colpisse la madre con un oggetto, non che la mordesse. Evidentemente devo darmi una riguardata al film!

Inviato il: 7/12/2007 17:42
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Re: George A. Romero & Tom Savini
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Gurgaz ha scritto:
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falconellatempesta ha scritto:
non ho capito se intendi che la ragazzina ammazza la madre servendosi della cazzuola...perche' in quel caso sbagli, lei infatti morde la madre e quello che tu hai visto e' l'effetto del sangue che schizza su quell'arnese.....


Mi sembrava di ricordare molto bene che la bambina colpisse la madre con un oggetto, non che la mordesse. Evidentemente devo darmi una riguardata al film!


riguardalo, ma io ti assicuro che e' quello il fatto.... la bambina che e' stata tutto il film incosciente adagiata sulle porte stese a uso letto, mentre la madre e' di sopra che discute con gli altri, quando lei ridiscende in cantina la figlia non e' piu' li, lei si guarda intorno e trova la figlia dietro di lei che ha assunto le sembianze di uno zombi, la bambina che ricordo bene aveva un apparecchio in bocca si avventa sulla madre con la bocca aperta, dopo di che c'e' un cambio di immagine dove, se non ricordo male, la telecamera punta sulla cazzuola appesa sul muro, e si vede il sangue schizzare su di essa...
ma sai cosa puo essere, ci sto pensando ora..... mi e' capitato qui in inghilterra di vedere la terra dei zombi e il remake dell'alba dei morti viventi e ho notato che alcune scene presenti nei miei dvd italiani a casa non ci sono, e addirittura delle scene sono differenti completamente, potrebbe essere successo lo stesso anche con te se hai una versione diversa dalla mia.... fammi sapere sono curioso

Inviato il: 11/12/2007 13:19
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Re: George A. Romero & Tom Savini
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Ragazzi, anch'io mi considero un grandissimo appassionato di film di zombi, e in particolare di quelli dell'immenso George A. Romero! Ho anche letto qualche libro, volevo sapere se avete letto il "Manuale per sopravvivere agli zombi" e "La guerra mondiale degli zombi" entrambi di Max Brooks, figlio del grande Mel. Sono 2 libri meravigliosi, se volete apriamo un dibattito in merito!

Inviato il: 27/2/2008 0:05
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Re: George A. Romero & Tom Savini
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Cyrax ha scritto:
Ragazzi, anch'io mi considero un grandissimo appassionato di film di zombi, e in particolare di quelli dell'immenso George A. Romero! Ho anche letto qualche libro, volevo sapere se avete letto il "Manuale per sopravvivere agli zombi" e "La guerra mondiale degli zombi" entrambi di Max Brooks, figlio del grande Mel. Sono 2 libri meravigliosi, se volete apriamo un dibattito in merito!


il primo mi e' stato consigliato da un amico, ma ancora devo prenderlo, forse perche qui in inghilterra non lo trovo.....quando torno in italia devo dare un occhiata..

Inviato il: 22/5/2008 15:17
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I loro titoli inglesi sono rispettivamente THE ZOMBIE SURVIVAL GUIDE e WORLD WAR Z. Li trovi di sicuro anche in Inghilterra! Fammi sapere!

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Re: George A. Romero & Tom Savini
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Visto che c'era una discussione su questi film, approfitto per mettere qui le mie recensioni

ZOMBI --- di George A. Romero

Uscito circa dieci anni dopo La notte dei morti viventi, Zombi (anche noto come L’alba dei morti viventi) è tuttora considerato il film horror per eccellenza avente come protagonisti gli zombi. Quello che lo rende incredibile, geniale e destinato ad un pubblico eclettico è la particolare elaborazione della vicenda; il regista George A.Romero non si limita a raccontare una storia palpitante, ricca di brividi, tensione e scene raccapriccianti, bensì cerca con sorprendente realismo di ricostruire la reazione della società di fine Anni Settanta all’improvvisa comparsa degli zombi, morti resuscitati e divenuti predatori di carne umana.

L’inizio è folgorante: in uno studio televisivo in preda al caos si cerca di trasmettere un talk show, il cui principale argomento è “come difendersi dagli zombi”. La risposta è “senza emotività”, ma l’atteggiamento isterico di molti operatori lascia intendere che la situazione è precipitata e che la gente è ormai in preda al panico, incapace di affrontare il problema. Francine (Gaylen Ross) decide di fuggire dalla città, a bordo dell’elicottero del fidanzato Stephen (David Emge). Nel frattempo la polizia sta provvedendo a sgomberare una palazzina di portoricani, rei di non aver consegnato alcuni cadaveri perché “credono che si debba ancora rispettare i morti”. In questo luogo di orrori e follia, l’agente Roger (Scott Reiniger) conosce un collega piuttosto sveglio, Peter (Ken Foree), e decide di portarlo con sé. I due si incontrano con Stephen e Fran e vagano a lungo in cerca di un rifugio sicuro, finché la sorte li fa imbattere in un centro commerciale invaso dagli zombi. All’interno si trova tutto quello di cui hanno bisogno, basta solo escogitare una buona strategia e metterla in pratica. Il quartetto si procura un sacco di oggetti utili, ma non si accontenta; grazie ad un elaborato piano, quattro esseri umani riescono a bloccare le entrate ed ad aver ragione delle decine di zombi rimasti all’interno, diventando i soli padroni dell’immensità di beni contenuti nel grande magazzino. Purtroppo Roger viene morso dagli zombi e la malattia non gli permette di godere a lungo dei frutti dell’impresa; rimasti in tre, gli altri trascorrono diversi mesi di spensieratezza, anche se gli zombi sono sempre alle porte. Ma non saranno loro a determinare la catastrofe. Un gruppo di banditi in motocicletta, sopravvissuti a suon di razzie, assalta il supermercato e si porta via tutto quel che può. Stephen viene ferito e fa una brutta fine, mentre Peter e Fran sono costretti a fuggire in elicottero, verso un destino incerto.

Ci vogliono ben due ore e un quarto per gestire questa semplice trama, tuttavia non ci sono troppi momenti morti. Le scene sono montate con cura e si preoccupano sempre di costruire qualcosa: paura, divertimento, inquietudine, tristezza. In questo film si delinea la cosiddetta “mitologia degli zombi”, quella serie di luoghi comuni che tanto piace ricordare agli appassionati. C’è una discreta dose di violenza grafica, merito di effetti speciali piuttosto ben fatti (eccetto il make up degli zombi, un tantino ridicolo), ma non è l’unico motivo di interesse. Il vero fiore all’occhiello è una critica sociale lucida, mirata ed sorprendentemente saggia, che non a caso sceglie un grande centro commerciale per mettere alla berlina lo stile di vita del consumismo.

L’azione ruota attorno ai quattro personaggi principali, attori non particolarmente noti eppure molto sinceri e professionali nelle rispettive interpretazioni. Grazie al loro impegno (D.Emge interpreta anche uno zombi straordinario!), ad una direzione puntigliosa e ad un copione all’insegna della concretezza e del gusto per i dettagli, la storia scorre senza intoppi fino alla sua tragica conclusione. Non tutto è ascrivibile al geniale Romero; al suo fianco hanno lavorato personaggi del calibro di Dario Argento, consulente per la trama e le musiche, e Tom Savini, mago tuttofare che compare pressoché ovunque nei credits (make-up, effetti speciali, coordinazione stunts, controfigura, attore).

In ultimo luogo vanno menzionate le musiche, composte dai Goblin di Signoretti. È un mix davvero azzeccato di hard rock, ritmi tribali, chitarre acustiche e divagazioni di ogni genere. La varietà ed il perfetto inserimento nelle scene la rende una delle mie colonne sonore preferite. Di Zombi mi piace praticamente ogni cosa, perfino quei momenti un po’ stucchevoli che hanno luogo dopo la morte di Roger. Sicuramente è un horror che può piacere anche a chi non è amante del genere, poiché possiede una morale di fondo ed un atteggiamento critico verso la realtà che nulla ha a che vedere col cinismo e l’obbrobrio di certe produzioni. Un lavoro di classe, insomma, e una pesante pietra di paragone per chiunque voglia inserire i morti viventi in un film. La gran parte dei tentativi ha prodotto film di serie B; Zombi è un horror di serie A, a prescindere dal fatto che è un divenuto un cult movie.

Voto di gradimento: 10
Voto critico: *****

Inviato il: 16/9/2008 20:29
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