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Lo Scafandro e la Farfalla --- di Julian Schnabel |
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Supremo Maestro
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8/4/2005 19:08 Da Roma
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Sconvolgente. Sotto tutti i punti di vista: regia, storia, emozioni.
In questo terzo lavoro di Julian Schnabel (dopo Basquiat e Before Night Falls) ci viene raccontata la storia (vera) di Jean-Dominique Bauby, un quarantenne nel pieno della sua vita e carriera (capo redattore della rivista francese Elle). Egli è separato dalla moglie, è un padre di 3 bambini ed ha una compagna che l'ama. La sua vita, dal suo punto di vista, è pressoché perfetta, quando una malattia (un ictus) lo costringerà ad un cambiamento radicale: egli infatti si ritroverà paralizzato dalla testa ai piedi senza possibilità di comunicare se non con la palpebra dell'occhio sinistro, l'unico organo *esterno* ad essere ancora sotto il suo controllo. Tutto ciò che vi ho detto lo si deduce dal procedere del film, che inizia in modo sconvolgente. La telecamera è l'occhio appena svegliatosi dal coma di Jean-Do, la sua voce è calda e sembra parlare ai dottori e alle persone che sono davanti a lui; ben presto si renderà però conto che loro non lo ascoltano, non rispondono ai suoi input e, in quella visione limitata di quel singolo occhio ancora non abituato a stare aperto, egli scopre la cruda verità della sua nuova vita e l'accettazione di questo è una cosa molto difficile... Schnabel indugia molto su questa prima parte, fa immedesimare lo spettatore nello stato del protagonista e ci riesce, secondo me, benissimo. Come detto poco sopra, Jean ha sì un unico organo esterno sotto il suo controllo, ma ne ha altri due che sono funzionanti: la memoria e l'immaginazione. Questa è la chiave del film: l'aspetto esterno, la vita stessa di Jean-Dominique è uno scafandro, che lo costringe immobilizzato al suo interno. Egli è però in grado di sbattere la palpebra di un occhio, e questo sbattere lo porterà a liberarsi del pesante fardello e finalmente a divenire farfalla, libera di volare nell'aria. Il suo occhio è quindi il suo unico modo di comunicare con l'esterno, per vivere. Come? Prima un semplice linguaggio binario: SI [un battito], NO [DUE BATTITI], poi grazie ad un alfabeto letto secondo le lettere più frequenti (E,S,A,R,I,N,T.....) egli può scegliere la lettera nel momento in cui viene letta, battendo la palpebra. In questo modo Jean-Dominique Bauby è riuscito a scrivere, dettandolo alla sua dottoressa di fiducia o alla sua ex-moglie, il libro "Lo Scafandro e la Farfalla", da cui è tratto questo film. Al di là della sconvolgente storia, questo film ha una regia e una sceneggiatura davvero notevoli. I flashback della memoria di Bauby narrano la storia dal suo punto di vista, così come probabilmente lo avrebbe successivamente scritto nel suo libro. Ci sarebbero molte scene da ricordare, tra tutte sceglierei il ricordo del suo viaggio a Lourdes con la sua amante, un ricordo che riaffiora nel momento in cui il parroco del paese chiederà di portarlo a Lourdes per un miracolo che, da ateo qual è, sa che non arriverà mai. Voto: 9/10
Inviato il: 16/2/2008 1:37
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Possano la dea Ishir e il dio Kai guidarmi in questo nuovo mondo.... |
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