Ci siamo. L'epilogo è ormai prossimo. Dopo 31 anni di gloriosa attività il mitico fumetto di Sergio Bonelli, Mister No, chiude i battenti. Chiuderà a dicembre, al numero 379. Al 380 se la storia avrà una conclusione più lunga del previsto.
Con Mister No probabilmente non chiude solo la mia epoca di fumettaro nostalgico (Mister No mi ha accompagnato per tutta l'infanzia e l'adolescenza fino all'età del mio relativamente prossimo matrimonio) ma chiude anche un modo di intendere il fumetto. Soprattutto in Italia.
Mister No nacque nel 1975 da un'idea dello stesso editore Sergio Bonelli (all'epoca per la casa Cepim) che ne inventò i tratti caratteristici sulle fattezze degli attori Steve Mc Queen e James Coburn e ne ideò le sceneggiature sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta. In realtà le storie dell'antieroe amazzonico, correlate da coprotagonisti ricorrenti ma non fissi come il tedesco Esse Esse o la bella americana Patricia Rowland, dovevano essere non più di quattro o cinque; una miniserie, insomma, ideata per omaggiare la voglia di viaggi avventurosi che tanto avevano attanagliato lo spirito libero dello stesso Sergio Bonelli. Ma fu il boom! Il personaggio, così atipico col suo eterno gozzovigliare attorno a whisky e belle donne, piacque subito ad una grande quantità di pubblico tanto che lo stesso Bonelli si trovò a dover organizzare uno staff fisso di punto in bianco! Alle sceneggiature pensò lui più o meno fino al numero 100 mentre per i disegni fu reclutato, eccezion fatta per i primi numeri affibbiati al grande Donatelli, Franco Bignotti, disegnatore amico di Bonelli e famoso per la sua velocità nel produrre tavole su tavole. Poco tempo dopo iniziarono la loro avventura nel mondo di Mister No il grande artista romano Roberto Diso e i fratelli abruzzesi Di Vitto, disegnatori straordinari che hanno contribuito molto alla fortuna del personaggio.
La lunga serie misternoiana ha vissuto un lungo periodo di autentuca verve creativa (nonostante le legittime critiche che si possono muovere al metodo imprenditoriale dei fumetti bonelliani) con storie lunghe almeno 3 o 4 numeri (il che contribuiva a rendere le storie più accurate e verosimili), una coerenza narrativa molto accattivante (Mister No rimaneva un inguaribile romantico, amante delle cause perse e delle scazzottate da bar) e tratti artistici di prim'ordine (ritengo Roberto Diso, più di ogni altro, un disegnatore di stupefacente qualità e realismo). Ma il fulgido splendore del pilota amazzonico non durò per sempre. La serie iniziò lentamente a risentire della monotonia delle ambientazioni (sudamericane e amazzoniche in particolare) e delle trame (cosa si poteva dire di più di un pilota privato?) e a scemare lentamente verso la ripetitività. Bonelli corse ai ripari "esportando" il personaggio verso nuovi lidi, soprattutto africani e nordamericani, ma ormai la caduta divenne inarrestabile. I giovani fan di Mister No persero affetto per il personaggio abbandonando il fedele appuntamento nelle edicole e anche l'eccessivamente frenetico avvicendamento degli staff artistici e redazionali, pieni di presunti talenti fumettistici caduchi come meteore, non fece altro che peggiorare la situazione. Mister No perse se stesso, cambiò fino a mostrare un carattere davvero troppo diverso da quello che il suo pubblico aveva amato agli inizi; chissà...forse nel tentativo ultimo di recuperare terreno! Ma tutto fu inutile. Dopo una breve quanto vacua parentesi asiatica, Mister No fu fatto ritornare in Amazzonia dove, dopo una lunghissima storia-fiume, chiuderà la sua avventura fra pochi giorni.
E allora eccomi qua, ad annoiarvi con questo triste commiato. Lasciatemi salutare con malinconia stringente il mio "amico" pilota. Abbraccio l'americano romantico e sbruffone che tanto ha allietato i miei giorni di ragazzo. Saluto Jerry Drake così come Jerry Drake avrebbe salutato gli amici più cari (e come probabilmente farà a dicembre)...con una freschissima cahaca nella mano mentre fischietta un malinconico blues.
Sangue di Giuda...adios meu amigo! A te logo, Mister No.

"NO"

Perdonatemi, era una boiata troppo forte, non potevo esimermi dallo scriverla.

Ecco, guardate, mi punisco da solo

P.S.: Chi non la capisce ha le cellule grigie che funzionano a dovere, buon per lui...

Un pò da cruciverba

Senza dubbio il mio personaggio preferito della Bonelli.
Un mito assoluto.

Mia madre alcuni anni fa getto' via per errore i primi numeri della serie Mister No,che avevo acquistato per caso in un mercatino dell'usato settimanale ad un prezzo risibile.
Un mercatino dell'usato tra l'altro nel quale scoprii i LibroGames di Lupo Solitario,vorrei aggiungere.
In ogni caso,nonostante abbia all'epoca apprezzato quelle storie,e ancor oggi ci ripensi con un po' di rammarico per averle inevitabilmente perse,il personaggio in se non mi ha mai preso.Non certo per colpa sua,ma per "colpa" della Sergio Bonelli Editore.
Ho letto con sufficiente piacere per molti numeri serie come Nathan Never,Martin Mystere,Zona X (quest'ultima mi manca un po'.La faccenda delle miniserie mi intrigava a sufficienza) ma inesorabilmente subentrava il tedio.Ho voluto riprovarci con Ken Parker,opera pregevolissima.Ma ugualmente,dopo un po',ho abbandonato.La mensilita',associata all'infinita' sequela di storie che dopo un poco iniziano tragicamente ad assomigliarsi tutte non mi ha mai permesso di essere un vero "fedele" delle serio del signor Sergio Bonelli,a cui va cmq il merito di aver dato spazio ad artisti che hanno poi fatto carriera anche oltreoceano come Claudio Castellini.Io credo che sia un bene che Mister No chiuda i battenti.
Era anche ora,direi.Serie che ormai si trascinano come questa rubano risorse importanti al comicdom italiano che potrebbero essere investite in serie differenti,per rinfrescare il panorama fumettistico italiano.E non parlo di opere di autori illustri ma i cui lavori rimangono nell'ambito degli appassionati del settore,ma intendo serie che possano essere diffuse su larga scala.
Io credo che la Sergio Bonelli Editore dovrebbe imparare molto dai propri colleghi all'estero,soprattutto dai manga giapponesi.Non intendo per tematiche o stile,che alle volte trovo davvero stucchevole e ributtante (ma seguo con discreto interesse alcune serie come Berserk o Eden,a dimostrazione che anche loro san narrare per immagini) ma per impostazione.Le serie hanno sempre una fine,che spesso non e' neanche cosi' distante dal numero 1.Serie eccezionali a mio parere,come Planetes,sono durate esclusivamente 4 numeri.
Ma non sono solo loro,a saper narrare storie intense in pochi numeri.Nei giorni scorsi ho acquistato Batman:The Dark Knight Returns,che in quattro albi riesce a raccontare una storia davvero ricca.Anche per chi,come me,ha visto Batman solo in TV.Trincerarsi dietro serie che hanno fatto ormai il proprio tempo e' a mio parere solo uno spreco di denaro,e non fa altro che diminuire il numero di lettori che magari investe quei soldi che spendeva negli albi Sergio Bonelli in altro.Magari proprio in uno di quegli stucchevoli manga di ambientazione scolastica,dove i fan service la fanno da padrone.E la possibilita' di trasmettere qualcosa tramite le immagini,viene perduta.
Mi scuso con Mister No,sei stato un gran personaggio.Ma saresti dovuto essere messo in pensione tempo fa.Molti di piu' ti avrebbero ricordato con affetto.

Da fan sfegatato e immanlinconito di Mister No non posso che darti ragione, Cardinale 3ska. Aver prolungato l'agonia di un antieroe si storico nel fumetto italiano non ha fatto altro che rovinare un personaggio altrimenti meraviglioso per toni e caratteristiche. Insomma...pur di racimolare qualche grano in più il buon vecchio Sergio Bonelli ha mandato avanti una serie "moribonda" da tempo invece che elargigli il giusto riposo. Tutte le critiche che hai giustamente mosso nei confronti della Bonelli Editore sono condivisibili, così come il consiglio di dirottare il fumetto italiano verso altre scelte editoriali, come ad esempio quella di fare diverse mini-serie (Mister No, lo ripeto, cominciò su questa ipotesi) brevi e autoconclusive. Un pò come i Manga giapponesi (ricordo che quando dissi ad un mio amico giapponese che Mister No stava in edicola da 30 anni, lui rimase a bocca aperta!). Tuttavia il mio voleva essere solo un tributo al personaggio che fu, alle sue prime storie romantiche e coinvolgenti (più che le primissime, direi quelle a partire dal 20 circa, in poi...sino al 200 a dir tanto) e per questo mi sento di battere comunque le mani a Mister No. Cacchio...se penso che quel fumetto mi ha accompagnato per tutta la vita, mi sento quasi di aver perso un amico. Ma questa è solo nostaglia insensata, ovviamente, e non ha nulla a che vedere con le giuste critiche tecniche e artistiche che sono state mosse da tanti a Sergio Bonelli. Curioso notare, semmai, come Bonelli stesso tali critiche sembri averle accettate, da buon conoscitore del mercato del fumetto quale indubbiamente è, se è vero come è vero che tante serie sono state chiuse e che altre molto brevi sono iniziate (Brad Barron se non erro). Allora, boa noite Mister No.

Ah la Zona X,mitica che belle storie.
Ho visto un albo particolare della Bonelli,che mi ha incuriosito.......Il Legionario........come sarà?
L'ho preso appena lo leggo vi dico,è un volume unico non una serie.
PS Eden non era male come storia cyberpunk,un pò troppo incasinata magari,ero rimasto al numero 9,originale comunque.

Mister No...

Allega:

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Uè chi si rivede ciao Cardinale........
MisterNo non andava pensionato già tempo fà.
Secondo me andava rivitalizzatochessò,magari con un formato diverso,a colori,e che avesse cadenza trimestrale o semestrale.
Poteva ancora regalaere qualcosa se già da tempo avesse abbandonato quel formato secondo me.
Comunque ripeto uno dei miei personaggi preferiti di sempre.

Io non credo che Mister No verra' chiuso definitivamente.O meglio...
...la serie regolare si avvicina al termine,ma credo che come per altre serie (vedi il Comandante Mark) la Sergio Bonelli Editore ricorrera' al formato dello speciale semestrale.Un albo ogni sei mesi,contenente una storia piu' lunga e autoconclusiva di quel personaggio.
La Sergio Bonelli Editore e' tenacemente affezionata ai propri "pargoli" e non credo che lascera' andare cosi' facilmente Mister No.
Se abbia ancora qualcosa da dire o meno,non ne ho idea.Dipendera' dal team creativo.Quel che e' certo e' che nessun team creativo puo' per trent'anni continuare a sfornare mensilmente storie di qualita',e mi auguro che la Sergio Bonelli Editore cerchi di rendere la propria struttura piu' "artigianale".
Non che sia solo un suo problema,eh.Giusto per fare altri esempi,ci sono gli X Men che sono trent'anni che ce la menano con il razzismo e con la manfrina del "Proteggere un mondo che ci odia".E che diamine,dopo trent'anni di 'sta menata ci credo che il mondo vi odia...
...Mister No ha il suo indubbio carisma,il suo indubbio fascino.Ma piu' che rivitalizzarsi esteticamente ha necessita' che qualcuno lo prenda in mano,crei delle storie intriganti al riguardo di alto profilo.E non solo dei tappabuchi perche' e' necessario rispettare l'uscita mensile.
Io ho seguito Nathan Never per 8 anni,dal numero 1 al numero 100.Mi ha sostanzialmente accompagnato per la mia adolescenza.Era una tradizione andare in edicola ogni 15 del mese e acquistare quell'albo.
Eppure,dopo il numero 100 sono divenuto saturo.Nathan Never,nonostante la mia passione per il filone Cyberpunk,non aveva piu' la stessa verve.Si ricorrevano ad espedienti *troppo* fantascientifici per rinvigorire una trama che iniziava a fare cilecca.Paradossalmente ci sono ancora affezionato,ed e' per questo che NON compro piu' i suoi albi.Non voglio rovinare il bel ricordo che ho,leggendo storie qualitativamente insoddisfacenti.
Anche se Mister No,come tanti altri personaggi,ha fatto parte del panorama fumettistico italiano per cosi' tanto tempo che e' un peccato nonostante tutto vederlo chiudere.Questi personaggi si sono inseriti in ogni fascia sociale,dall'operaio all'imprenditore che da ragazzini seguivano le sue avventure e che da grandi son rimasti fedeli.
PS:Eden e' un bel fumetto,ma devo dire che a me piace soprattutto perche' sono un discreto appassionato del genere Cyberpunk.Magari uno di questi giorni scrivo sul forum qualcosa al riguardo,ho notato che mancano riferimenti a questa particolare branca della science fiction.