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L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Nella vasta filmografia del mitico Arnold Schwarzenegger L’Implacabile (in originale The Running Man) non è certo il titolo più famoso ed accreditato. Secondo me questo è un peccato, perché sotto moltiaspetti si tratta di un film ben fatto e caratterizzato da una spiccata originalità. Un possibile motivo per cui critica e pubblico hanno accantonato la pellicola è la scadente interpretazione di Arnold, resa ancora più ridicola da un doppiaggio italiano a tratti insensato. La storia e l’ambientazione sono invece più che curate, in grado di interessare spettatori di vario tipo, ma soprattutto quelli attirati dai futuri “negativi”, che sono un argomento gettonato da molti autori del cinema e della letteratura.

La buona sceneggiatura di Steven E.DeSouza rielabora un racconto di Richard Bachman e dà immagine ad un futuro prossimo, dove la Terra è in mano a regimi totalitari che utilizzano mezzi spietati per tenere a bada le masse e mediare il consenso, un po’ come in 1984 di G.Orwell. Un metodo è la sistematica e brutale repressione delle proteste pubbliche; è proprio in seguito al suo rifiuto di commettere una strage che il poliziotto Ben Richards (Arnold Schwarzenegger) viene sospeso dal servizio ed incarcerato. Il regime imbastisce una storia falsa, manipolando le registrazioni e facendo passare Richards per il responsabile del massacro che invece voleva impedire. Fuggito dalla prigione assieme ai compagni Laughlin (Yaphet Kotto) e Weiss (Marvin J.McIntyre), non ci mette troppo ad essere ricatturato. Le immagini dell’evasione attirano però l’attenzione di Damon Killian (Richard Dawson), presentatore del seguitissimo programma The Running Man. La televisione è infatti il secondo e principale sistema di controllo in vigore. In questo sadico reality show (oggi possiamo chiamarlo così!) dei noti criminali sono gettati in un enorme complesso di stanze in rovina e devono fuggire dai cosiddetti Sterminatori, personaggi iconografici amati dal pubblico per la loro abilità nell’uccidere. Killian costringe Richards a partecipare al gioco mortale, convinto di strappare un audience epocale, e gli mette vicino i compagni di evasione e la bella Amber Mendez (Maria Conchita Alonso), una delle poche persone che ritiene Richards innocente. Il nostro eroe combatterà contro tutti i formidabili avversari che Killian e il pubblico gli pareranno dinanzi, ma alla fine uscirà vincitore da un gioco nel quale nessuno è mai sopravvissuto.

La recitazione di Arnold e la scarsa ispirazione delle sue battute sono uno dei pochi nei de L’Implacabile, film che si lascia guardare volentieri ed a tratti perfino entusiasmante. Merito della perfetta sceneggiatura e soprattutto delle idee fresche ed interessanti. Oggi possiamo guardare questo film di 20 anni fa e dire: ciò che allora si ipotizzava è attualmente possibile! Non solo i reality show sono diventati una moda, ma grazie alla CGI si possono manipolare le immagini ed i suoni, realizzando una vera e propria distorsione della realtà come nel film. Molto coinvolgente l’interpretazione di R.Dawson, capace di dare vita ad un conduttore televisivo onnipotente e caratterizzato da mostruosa doppiezza e cinismo.

Anche le piccole trovate fanno il loro dovere, dai collari esplosivi ai vari Sterminatori (il mio preferito sarà sempre il Professor Sottozero, perché mi piacciono “grossi e coccoloni”), ma sopra tutto questo materiale, indispensabile per un film di fantascienza/azione, spicca una chiara denuncia sociale. La televisione può essere pericolosamente usata per tenere a bada le idee autonome e lo spirito libero della gente. La tensione del pubblico è resa molto bene: inizialmente è succube del presentatore e un po’ alla volta diviene sempre più a favore del “criminale” Richards. Lo stesso finale, in cui Richards uccide Killian per “dare al pubblico proprio ciò che vuole” è un sottile monito allo spettatore, che a quel punto del film non può non aver sviluppato un odio viscerale per il cattivo di turno. Attenzione quindi: il film ha presentato Killian in modo da farci desiderare la sua morte!

L’Implacabile è stato sottovalutato rispetto a ciò che poteva trasmettere ed a mio avviso può entrare tra i 3-4 film più interessanti ed originali della carriera di Schwarzenegger (gli altri sarebbero Terminator,Predator e Atto di Forza). Ormai è impossibile sperare che lo trasmettano in televisione, visto che era già raro 10 anni fa; mi auguro che presto esca una versione in DVD che restituisca al pubblico questo film gradevole ed originale.

Voto di gradimento: 8
Voto critico: ***

Inviato il: 4/8/2007 20:51
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Ciò che dici è assolutamente vero, e concordo sia sul voto finale che sulla sottovalutazione di questa pellicola.
L'idea è originale, la tematica affrontata molto attuale, i personaggi - in particolare gli Stterminatori - dal forte impatto visivo. Ricordo che la prima volta che lo vidi in tv, attorno ai dieci anni, ne rimasi affascinato, tanto da realizzare un gioco da tavolo ispirato ad esso (creare giochi in cui disegnavo tutto, dalla mappa alle pedine, era la mia piccola e buffa mania, all'epoca).

Ho "The Running Man" in videocassetta (registrato anni e anni fa, quando ancora passava sulle reti Mediaset), e mi fa piacere sapere che qualcun'altro, oltre a me, riesca ad apprezzarlo.

Inviato il: 5/8/2007 9:21
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Gurgaz ha scritto:
La buona sceneggiatura di Steven E.DeSouza rielabora un racconto di Richard Bachman


Che sarebbe poi Stephen King. ;)

Inviato il: 5/8/2007 12:34
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Ah "L'Implacabile"! Nei bei tempi andati era un appuntamento ricorrente "alle Venti e Trenta su Italia 1".

Ora è praticamente sparito da ogni circuito televisivo ed è praticamente irreperibile.

Un vero peccato, perchè nonostante trasudi anni'80 da ogni singolo fotogramma, si tratta di un film dalle tematiche assolutamente attuali, seppur inserite nel contesto di un film, per quel che ricordo, più basato sull'azione che sulla narrazione.
Secondo me è proprio quest'eccessiva aderenza ad un'estetica fantascientifica così evidentemente eighties a renderlo poco appetibile al pubblico medio attuale.

Esattamente come accade con film tipo "Grosso Guaio a Chinatown", visto recentemente con la mia famiglia.
Io gasatissimo, con mio padre tutt'altro che divertiro o intrattenuto dal quello che si svolgeva sullo schermo e mio fratello con un'espressione che sembrava dire "ma davvero ti piace sta cazzata o stai facendo finta?".
Magari scriverò qualche riga anche su questo film, prima ho in cantiere un commentino su "I Figli degli Uomini".

Per tornare a noi, anch'io non ho potuto fare a meno di notare la prestazione apparentemente sottotono del personaggio principale, nonostante l'ottima riuscita complessiva del film. E qui devo aprire un'altra parentesi.

Sono da sempre un sostentitore della versione originale rispetto alle versioni localizzate in praticamente tutti i campi dei miei interessi (letteratura, cinema, videogames ecc.), ma anche il primo a spezzare una lancia in favore dei nostri bravissimi doppiatori, in grado di far sembrare Schwarzenegger e persino Sylvester Stallone degli ottimi attori. Quindi, nonostante le mie idee di principio, non nascondo di preferire le versioni doppiate in italiano quando il doppiaggio è di qualità (e NON è il caso degli anime ad esempio).

Tutto questo preambolo per dire che secondo me, l'impressione di uno Schwarzenegger sottotono è data dalla prensenza di un doppiatore (Massimo Foschi) diverso da quelli soliti.
Bravissimo doppiatore (è la voce di Rutger Hauer se non sbaglio), ma che stranamente sembra poco a suo agio in questo film.

Inviato il: 5/8/2007 12:43
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Sì, il doppiatore diverso è un po' straniante, come quello di Commando, ma l'impressione negativa è data dalla traduzione piuttosto ingessata di certe battute. Se, per esempio, il presentatore Killian è doppiato in modo egregio, l'eroe sembra in qualche modo trascurato. Ciò che di solito si apprezza nei personaggi di Schwarzie è la battuta fulminante sempre pronta e sempre gradita. In questo film manca l'immediatezza nelle battute del protagonista. Qualche esempio:

Richards: "Va a farti fottere, non posso sparare su gente inerme!" (ma perché tradurre fuck off con "andare a farsi fottere"?)

Amber: "Gesù!" Richards: "No, ti sbagli!"

Capo dei ribelli: "Beh, penso che anche tu ci tenga a non perdere la testa" Richards: "Centrato!"

Sono battute linguisticamente corrette ma molto deboli in italiano, mentre i doppiaggi di Arnold normalmente davano luogo a momenti di micidiale umorismo.

Fede, ti ricordo che per "I figli degli uomini" esiste già un mio thread.

PS: Richard Bachman è Stephen King? Allora c'è Stephen King dietro "The Running Man"?

Inviato il: 5/8/2007 20:40
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Gurgaz ha scritto:
PS: Richard Bachman è Stephen King? Allora c'è Stephen King dietro "The Running Man"?


Sì, King ha pubblicato finora 7 romanzi con quello pseudonimo: Rage ('77), The Long Walk ('79), Roadwork ('81), The Running Man ('82), Thinner ('84), The Regulators ('96) e poche settimane fa Blaze. Anche Misery ('87) in origine avrebbe dovuto essere un romanzo di Bachman, ma poi King optò per far morire il proprio alter ego di "cancro allo pseudonimo" (parole testuali). Questa decisione ha poi ispirato The Dark Half ('89). I successivi romanzi a nome Bachman sono "postumi", e in particolare Blaze è uno dei primissimi di King, che ne ha da poco rinvenuto l'unico manoscritto nella sua ex facoltà universitaria.

Inviato il: 5/8/2007 20:57
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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La Metà Oscura (The Dark Half) è l'unico romanzo di King che ho letto. Ma se ti chiami Stephen King, che è un nome più che adeguato, perché mai dovresti scrivere con uno pseudonimo? Capirei se il tuo nome fosse John Abelard Scottsfieldborough... ma Stephen King suona decisamente bene. Si vede che non voleva farsi riconoscere.

Inviato il: 5/8/2007 21:37
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Io sto leggendo pian piano tutto, ho appena finito It... The Running Man non l'ho ancora letto, ma è in programma per fine anno ;)
Quanto al motivo per cui abbia scelto di usare uno pseudonimo, credo fosse soprattutto per fuggire alla notorietà che aveva già dopo i primi 3 romanzi.

Inviato il: 5/8/2007 22:21
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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The running man... erano anni e anni che non ci pensavo. Da ragazzo mi era piaciuto un sacco. Lo devo assolutamente rivedere!

Inviato il: 31/12/2007 1:57
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Re: L'IMPLACABILE, THE RUNNING MAN – di Paul Glaser
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Bene, dopo aver letto il romanzo e aver visto a ruota il film, rispolvero questo thread per dirvi: NON C'ENTRANO UNA MAZZA TRA LORO!!!
Aaargh!

Hanno rovinato un romanzo splendido (sai che novità), consiglio a tutti di leggerlo!
Se volete qualche spoiler sulle differenze tra le due trame (in comune c'è solo che il protagonista deve scappare per vivere in pratica) leggete la voce relativa al film su wiki.

Inviato il: 1/3/2008 0:45
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