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Librogames ed instant death
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Negli ultimi tempi ho letto molti commenti nei quali si disquisiva sul numero (troppo alto o meno) di situazioni di "instant death" presenti nei librogames.
É ovvio che alcune di queste debbano essere presenti, dato che non si può lasciare la possibilità della fine dell'avventura ai soli tiri di dado, per quanto possano diventare frequenti.
Considero giusto che chi prende decisioni palesemente errate si ritrovi al temutissimo paragrafo 14, ma capita anche frequentemente che la morte ci piombi tra capo e collo in modo del tutto inaspettato e, quel che è peggio, imprevedibile.
Una parte di queste ultime sono pure accettabili, perchè può essere comprensibile che in un'avventura colma di pericoli talvolta l'eroe ci lasci le penne per semplice intervento della Signora Sfiga. Ma quante volte siamo disposti a vedere il nostro beniamino che tira il calzino prima di cominciare a lanciare accidenti all'autore, ai suoi antenati più antichi ed alla sua discendenza più lontana?

In sintesi, pur considerando che ci sono vari tipi di morti improvvise (prevedibili, che reputo quasi sempre giuste, ed imprevedibili, che oltre un certo numero reputo eccessive), in un librogames di circa 400 paragrafi quante situazioni di morte istantanea siete in grado di sopportare prima di dire "Maledetto Steve Jackson!" (oooops, chissà perchè mi è venuto il suo nome )?

Teniamo di conto che può darsi che qualche autore abbia inserito tante instant death nei propri libri per forzare il lettore a rileggere più e più volte il libro, in modo da non fargli perdere subito interesse... espediente narrativo di prim'ordine, senza dubbio

Inviato il: 7/11/2007 16:25
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Re: Librogames ed instant death
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Sono sempre stato contrario alle Instant Death. Credo che in un librogame questo espediente debba essere usato pochissime volte. Non mi piacciono i libri il cui meccanismo è pesantemente basato sull'elevato numero di "morti istantanee": ritengo più giusto punire il lettore con una pesante perdita di punti di Salute/Resistenza/Energia piuttosto che con la morte. Anche perché ricominciare ogni volta il libro dall'inizio diventa scocciante, ed ecco che il lettore sceglie di tornare comodamente al paragrafo precedente e compiere un'altra scelta...

Inviato il: 7/11/2007 16:41
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Re: Librogames ed instant death
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Il principio giusto dovrebbe essere quello che viene enunciato nella presentazione delle avventure di Skyfall (ma che spesso non viene rispettato nemmeno lì): l'avventura dovrebbe essere costruita in modo tale da punire il lettore disattento e poco scrupoloso. In realtà, ci sono certi librigame in cui il sistema va del tutto a farsi friggere.

Per parlare di alcue serie che ho riletto di recente, a volte in Ninja le morti istantanee sono del tutto gratuite. Ce n'è una nel 5 che mi ha fatto incazzare come una biscia...

Steve Jackson secondo me non è il peggiore, come una certa fama lo fa passare.
Direi piuttosto che a volte è particolarmente sadico: creare loop mortali di una caterva di paragrafi, come fa lui in DA 10, credo vada oltre ogni possibile imitabilità, e mette a dura prova i nervi del lettore, poco ma sicuro!
Se però penso a DA 1 e 4, i veri instant death gratuiti non mi sembrano esageratamente numerosi. Il vero problema è dato da DA 7 e 10, ma anche lì con un po' di cervello e di fortuna se ne viene fuori, visto che difficilmente si cade in certe trappole due volte, e i dadi non possono sempre girar male (maledettissimo Rio Fetido! ).

Anche i primi LS hanno parecchi paragrafi di morte istantantea sparsi qua e là in modo abbastanza fastidioso. Speriamo che spariscano (o almeno diventino meno "gratuiti") con la revisione!

Inviato il: 7/11/2007 17:46
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Re: Librogames ed instant death
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Interessante questione. Come ho fatto notare nel topic su Ninja, che non avevo mai giocato prima della ristampa, quando ho tentato di giocarci sono morto una 30ina di volte al primo e più o meno altrettante al secondo (anzi, il secondo ancora non l'ho finito ).

Di chi è la colpa? Se è pur giusto punire le prime volte il lettore incauto per scelte errate, questo diventa insopportabile quando un tiro di dado di porta a morire. Certo, la fortuna è una componente essenziale della vita, ma in un librogame si è l'eroe, non si può morire così banalmente!!

Ad ogni modo non voglio prendermela solo con Smith di Ninja, perché come avete detto ci sono altri autori anche peggiori (SJ). In alcuni casi si usano dei metodi al limite del perverso, ovvero quando ti ci fanno credere per qualche paragrafo facendoti poi morire miseramente!!! Questa è una vera bastardata!

Riassumendo, se non si fosse capito, sono contro le istant death a meno di un numero superiore a 3-4 scelte errate, in sequenza, da parte del giocatore.

Inviato il: 7/11/2007 18:03
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Possano la dea Ishir e il dio Kai guidarmi in questo nuovo mondo....
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Re: Librogames ed instant death
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Oh, ma mi leggete nel pensiero? Ci stavo giusto riflettendo mentre rileggo la serie di AD&D.

Direi che le morti non dipendenti dall'azzeramento dell'energia si possano suddividere in "morti istantanee" e "morti da dado". Le prime sono quelle che si trovano in tanti Dimensione Avventura, e possono essere corrette o disoneste. Quelle corrette sono quelle che possono essere almeno vagamente previste, o che comunque hanno una certa coerenza con le nostre scelte e con ciò che è avvenuto in precedenza. Uso un classico esempio: se Brennan ti propone di gettarti nella muffa fungoide per salvare il Re e la sua corte, è abbastanza facile capire che ti aspetta un viaggetto al 14. Parimenti, ci sono alcuni libri in cui vieni avvertito in precedenza, magari grazie ad una scelta fortuita, di un tranello che ti attende più avanti (es: non offrire dell'oro a Valinia), e allora potrai evitare quella che altrimenti sarebbe una morte istantanea (hai girato a destra e non a sinistra).
Le morti disoneste sono quelle totalmente imprevedibili, gratuite, magari perfino senza senso, che puoi evitare solo per pura fortuna. Non credo che esista esempio migliore di Dimensione Avventura 9, ma visto che il libro è troppo orrido anche per indicarlo come esempio di qualcosa da NON fare, se ne trovano comunque degli esempi in Faccia a Faccia 1; anche i libri di Ninja offrono alcuni esempi niente male.
Per inciso, quelle dei libri di Steve Jackson non le considererei morti istantanee nel vero senso del termine, tranne alcune eccezioni (come una certa stanza di Mampang, in cui, se entri, calano delle sbarre davanti all'ingresso). Di solito Steve preferisce mettere una o due morti come conclusione unica di un'intera sezione di libro da cui non c'è modo di uscire; nei suoi libri è però veramente difficile trovare "se giri a destra muori, se giri a sinistra vivi".

Le "morti da dado" sono quelle appunto tipiche di AD&D, dove basta un singolo tiro fallito per ucciderti. Questo lo tollero in alcuni casi, ma a volte è troppo arbitrario (quindi bisogna fare attenzione alla situazione in cui lo si usa) e, soprattutto, capita troppe volte nello stesso libro (La Prova è il fulgido portabandiera di questo odioso tipo di libro, ma anche Lo Scettro del Potere non scherza affatto). Eppure basterebbe offrire una seconda occasione: vedi Il Signore di Ravenloft, che te la offre nel 98% dei casi.
La morte da dado, secondo me, andrebbe limitata solo a situazioni molto delicate, mentre nelle altre la pena per il tiro fallito dovrebbe consistere in una perdita di energia. Ho odiato profondamente le morti da dado messe da Dever agli ultimissima paragrafi di alcuni LS (come il 13 e il 14): se il tiro riesce vai al 350, se no muori... ma scherziamo?

Riconosco che la difficoltà di un libro venga creata anche attraverso le morti istantanee e da dado: in effetti, il succitato Signore di Ravenloft è forse un tantino troppo facile, proprio perché offre quasi sempre un secondo tiro e richiede poi di fare quasi sempre 6 o più, una cosa fattibilissima. Tradizionalmente, anche leggendo i commenti dei lettori inglesi, mi pare di capire che un libro venga considerato difficile quando è pieno di morti istantanee, e molto facile quando ce ne sono poche. In parte condivido, ma per quanto mi riguarda, un libro in cui le morti istantanee sono troppe è un libro già in parte fallimentare, perché dimostra che l'autore non ha saputo trovare il modo di bilanciarlo; poi la qualità può variare in un range che spazia da Grecia Antica 3 a Dimensione Avventura 9.

Mi chiedo se andrebbe elencato tra le morti istantanee anche il checkpoint fallito. E' una tecnica che, se usata con parsimonia, può dare dei buoni risultati, soprattutto se non viene regolarmente sbattuta alla fine del libro. Un esempio che conosciamo tutti è Traversata Infernale, che contiene almeno tre di questi checkpoint (il biglietto della diligenza, la Lancia Magica, il Sigillo di Hammerdal). I libri che più sfruttano questa strategia sono quelli di Fighting Fantasy, specialmente quelli di Ian Livingstone, che però ha appunto il vizio di metterli puntualmente alla fine, rovinando un po' il piacere di libri come Deathtrap Dungeon e rendendone disastrosi altri come Temple of Terror. Usare dei checkpoint prima della fine, magari anche in piccoli blocchi successivi di paragrafi (come in Freeway Fighter di Livingstone, dove ci sono dei check per la benzina ogni volta che finisce un piccolo pezzo di avventura), secondo me è abbastanza accettabile e giustifica la rigiocabilità del libro molto più di un eccesso di morti istantanee. Riguardo a questo, precisiamo: se la morte istantanea significa che ho scelto l'opzione sbagliata tra due, OK, la prossima volta andrò dalla parte giusta (alcuni pezi di Sortilegio sono appunto organizzati a bivi, come nei Sette Serpenti); ma se c'è una sola opzione giusta fra tre o quattro, non accetto di ricominciare tre volte per morire sempre nello stesso punto.

Inviato il: 7/11/2007 18:15
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Re: Librogames ed instant death
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Ho tirato in ballo SJ per la sua fama di "bastardo cronico", non certo perchè sia il peggior utilizzatore di morti istantanee. Preferico mille volte morire perchè entro nel loop delle guardie o del dottore scheletrico di DA 10 che schiattare durante una tempesta su una nave perchè, ahimè, l'albero maestro si spezza e mi piomba sul capino.
Certo, chiunque vorrebbe dire due paroline a SJ sulle sue carognate nei libri, ma è un altro discorso.

Falco, addirittura 3/4 scelte sbagliate di seguito prima di crepare? Non sono d'accordo, mi sembrano un po' troppe... è vero che una possibilità di "redenzione" fa sempre piacere, ma due o tre di fila mi sembrano eccessive. É meglio tenere alta la concentrazione del lettore, costringendolo a ponderare bene tutto ciò che ha letto per prendere la decisione migliore, invece che dargli la sensazione che comunque si comporti porterà a casa la pellaccia, no?
Ok che è l'eroe... ma se come eroe è un Pivello Rimbalzante (copyright: J.H.Brennan ) è anche giusto che crepi per lasciare il posto a qualcuno degno del ruolo.

Qualche morte istantanea lasciata ai dadi può starci, se in situazioni plausibili. Il succitato albero maestro che si spezza e ci sfonda il cranio durante una tempesta può starci, anche se è decisamente sfiga nera. Sferrare un colpo all'Hannya con l'Energia Interiore e crepare comunque stritolato e carbonizzato tra le sue spire che si contorcono mi va giù decisamente molto meno facilmente (tra l'altro, quale che sia il "mostro finale" del volume "Assassino" l'unico modo per sconfiggerlo è il Sangue di Nil... un po' di varietà no? ).

Tornando alla domanda del primo post... su 400 paragrafi quante morti istantanee accettabili contereste prima di cercare l'autore per incendiargli la casa?

Inviato il: 7/11/2007 18:22
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Re: Librogames ed instant death
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Non più di una quindicina. Alla sedicesima preparo la tanica e l'accendino!

Tornando agli esempi di instant-death fastidiosi, credo che per certi versi i peggiori in assoluto siano quelli di alcuni volumi di AD&D: fai una scelta a caso fra alcune proposte, vai avanti dritto per tre-quattro paragrafi, ne trovi uno lungo anche due pagine e... fine. Cooooooooooooooooooooosa?
Perché? Cos'ho sbagliato, a parte prendere in mano il libro e leggerlo?

Per parlare invece di "morti da dado", penso che se la batta bene anche Guerrieri della Strada 1, che secondo me è praticamente impossibile da giocare senza dadi truccati...

Inviato il: 7/11/2007 18:30
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Re: Librogames ed instant death
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quindici??? fin troppo generoso, kingfede, fin troppo!
io non sono mai stato amante delle istant dhead e dei thrue paths, d' accordo, ma 15 mi sembrano tantine, su un lg da 300-350 paragrafi.... poi è chiaro che "la corona dei re" ne abbia di più, ma in genere "non voglio morire, non voglio moriiiiiiiire!!"

Inviato il: 7/11/2007 18:59
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Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?

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Re: Librogames ed instant death
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tyorl ha scritto:
quindici??? fin troppo generoso, kingfede, fin troppo!
io non sono mai stato amante delle istant dhead e dei thrue paths, d' accordo, ma 15 mi sembrano tantine, su un lg da 300-350 paragrafi.... poi è chiaro che "la corona dei re" ne abbia di più, ma in genere "non voglio morire, non voglio moriiiiiiiire!!"


Beh, una quindicina per punire i pivelli ribalzanti ci vogliono. Non esiste un librogame in cui non si possa mettere una leva che ti può far finire in una trappola, o un ponte di legno o di liane che ti crolla sotto i piedi!

Comunque sono curioso di leggere Deathtrap Dungeon. Mi arriva fra un paio di settimane, se tutto va bene. E mi sa che, quanto a morti istantanee, ci sarà da divertirsi! O da sparar parolacce, dipende dall'umore...

Inviato il: 7/11/2007 19:18
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Re: Librogames ed instant death
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Io sono un lettore molto paziente e, al contrario della maggioranza, preferisco cento volte un instant death piuttosto che morire di sfinimento, perché è finita la mia Resistenza a forza di lanci sfortunati (combattimenti, check, ecc...).

L'instant death è un trucchetto, non molto raffinato, per sollevare l'autore dal difficile compito di bilanciare il librogame. Se non metti ID (uso l'acronimo) devi ponderare bene ogni nemico, ogni bonus, ogni perdita e guadagno di energia da parte del giocatore. Il tutto deve essere fattibile con qualsiasi punteggio di partenza e su qualsiasi percorso, se è previsto che ci siano più strade per finire il libro. Inoltre, non deve essere né troppo facile, né troppo difficile, in termini di tiri di dado richiesti.

Con le ID tutto questo calcolo passa in secondo piano e permette agli autori veramente capaci (S.Jackson) di studiare sistemi fantasiosi per rendere interessante e difficile il librogame. Chi, invece, usa le ID e non produce un buon librogame, vuol dire che ha cercato soltanto di lavorare di meno. Per questo direi: le instant death che ci sono in un librogame possono essere quante si vuole, ma vanno proporzionate alla qualità dello stesso (ma vallo a spiegare agli autori!). Se morire è un'opportunità per rivedere alcune scelte, scoprire nuovi segreti o tentare una strada alternativa (se prevista), allora ben vengano le ID. Morire gratuitamente perché si ha scelto destra invece che sinistra... beh, è un'altra storia, che incoraggia e giustifica l'imbroglio.

DA 9 è un buon esempio di Instant Death del cavolo, anche se secondo me ci sono librogame nel complesso peggiori (come Ninja 6, che invece di ID non ne ha quasi nessuna... forse perché il finale basta per tutte?).

Inviato il: 7/11/2007 19:18
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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