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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Golden Dragon : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Golden Dragon
Titolo: 05 - La Maledizione del Faraone  Piu' letteValutazione: 7.00  Letture:1649
Descrizione   Oliver Johnson
Descrizione   Da qualche parte, sepolta nelle sabbie millenarie del deserto di Khem, si trova la tomba del Faraone Perduto, Kharput il Potente: grandi ricchezze, splendidi tesori e una potente magia saranno le ricompense per chi riuscirà a trovarla. Guidato da un frammento di pietra con dei simboli incisi, sfidi i pericoli del deserto e raggiungi la tua destinazione, ma la piramide – con i suoi ombrosi corridoi, le trappole fatali, le mummie assassine – riserva ancora una sfida, la più ardua di tutte: quella Maledizione del Faraone cui nessuno è mai riuscito a sopravvivere.
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 1/1/2007
Inviata da: EGO il 16/9/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     Dopo il modesto Il Signore dell’Ombra, sarebbe stato facile pensare che Oliver Johnson fosse capace solo di scrivere libri derivativi e poco originali. Per fortuna, la sua seconda e ultima opera da “solista” compensa la prima in modo più che soddisfacente. La maledizione del faraone è una buona avventura ad ambientazione simil-egizia, in cui siamo in possesso di metà di una pietra incisa che reca le insegne del faraone Kharphut il Potente, la cui tomba, si dice, contiene immensi tesori; ma chiunque abbia provato ad addentrarvisi è rimasto ucciso da un’antica maledizione. Poiché il possesso della pietra pare costituire una protezione dall’anatema, ci mettiamo in cerca di un antiquario che potrebbe avere delle informazioni sulla metà mancante.

L’avventura ha inizio nella città di Arkos, e da qui si sposterà, attraverso il deserto, nella tomba del faraone. Mi ha fatto un’ottima impressione la ricchezza di alternative che si trova nella città: è una sezione molto ben realizzata e complessa, al punto che ci sono ben tre modi di uscirne verso il deserto, sempre con una compagnia diversa. Non fa una grande differenza nello svolgimento della missione, perché non si trova nessun oggetto essenziale, però dà una buona sensazione di libertà, e riesce a stuzzicare la curiosità di chi legge.
Nella città, proprio all’inizio, c’è anche un mercante che vende oggetti che trovano tutti una loro utilità più avanti, ma nessuno dei quali è strettamente irrinunciabile. Infatti la cosa bella del libro è che praticamente non esiste nessun item obbligato. Trovare quelli giusti (pochi, a dire il vero) è importante perché danno una grossa chance di sconfiggere un nemico inevitabile e potentissimo, ma almeno non è che si arriva davanti a questo nemico e si muore automaticamente perché non si è trovato qualcosa da qualche parte. Vero, alla fin fine non si hanno molte possibilità di farcela se non si segue il percorso preferenziale, però non è una cosa preclusa a priori da una deviazione sbagliata, magari all’inizio della partita. Un librogame privo di esigenze di copione è una cosa piuttosto rara, ma bisogna riconoscere che funziona bene.
E non si può nemmeno dire che sia un libro facile. Non ci sono le trappole infami dei volumi precedenti, ma in compenso ognuna delle strade presenta degli scontri che, pur fattibilissimi, possono comunque togliere molto Vigore ancor prima di entrare nella tomba; per fortuna, verso la fine del gioco si trovano più opportunità di recuperare l’energia necessaria per le ultime battaglie. Quindi il bilanciamento è realizzato decisamente bene, e il libro, pur essendo impegnativo, non è mai frustrante.

Quello che manca nella Maledizione del faraone è una trama corposa, il che rende il libro bello da giocare ma un tantino troppo leggero, quasi un divertissement anziché una vera e propria avventura. La sezione ambientata in città mette in gioco possibili elementi di trama che poi non vengono mai sviluppati, scomparendo del tutto una volta entrati nella tomba. E’ un po’ un peccato: utilizzando un sistema di password come nei successivi libri di Morris e Johnson si sarebbe potuto costruire qualcosa di più, che si avvicinasse anche in lunghezza al classico Dimensione Avventura. Probabilmente però l’intenzione era quella di creare un libro adatto a tutti, che non si complicasse eccessivamente e che non la tirasse troppo per le lunghe, e il risultato è comunque buono. Nel finale vengono lasciati qua e là numerosi indizi per non cascare nelle ultime trappole, e quindi tutto scorre molto facilmente e velocemente, senza dare il giusto climax di tensione alla storia. Un libro tutto gioco, quindi, che non concede molti spazi ai voli di fantasia, ma che non ha nulla di sbagliato e merita il giusto riconoscimento.



Errata corrige
: grave errore al paragrafo 173, che dovrebbe rimandare al 225 ma conduce invece ad un paragrafo di morte (255), tra l’altro coerente col testo.

Inviata da: Gurgaz il 31/1/2008
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     Titolo originale: Curse of the Pharaoh
Autore: Oliver Johnson
Anno: 1985
Illustrazioni: Mark Dunn
Traduzione italiana: Laura Pelaschiar Mc Court (1995)

L’ultimo volume di Golden Dragon ci mette in mano una misteriosa pietra incisa e ci lancia sulle tracce della tomba perduta di un faraone. Naturalmente si tratta ancora di un’ambientazione ibrida tra fantasy e Antico Egitto. L’avventura inizia nella città di Arkos, dove tra ladri, assassini e truffatori è bene racimolare oggetti ed informazioni utili prima di andarsene. Ci sono ben tre vie per affrontare il deserto ed entrare nella tomba del Faraone Kharput: una piuttosto indolore, una intermedia ed un’altra irta di pericoli mortali. Comunque si pervenga alla tomba, è al suo interno che occorre essere vigili, sia per evitare i trabocchetti che per impossessarsi degli oggetti indispensabili alla vittoria finale.

All’inizio può spiazzare il fatto che nel sepolcro di un “Faraone Perduto” si aggirino un sacco di profanatori, tuttavia entro la fine del libro si capirà che sono tutti destinati a perire, perché per accedere alla camera funeraria è indispensabile la pietra in nostro possesso (eh eh!). Occhio a non perderla, dunque. Trovare la strada giusta non è proibitivo, eppure ci sono un paio di punti dove la scelta migliore è quella meno razionale. Gli avversari non eccedono in numero, perché prevalgono le trappole; c’è solo un nemico che può preoccupare, il demone chiamato Ipo, Orrore dell’Ombra. Se giungete al suo cospetto troppo indeboliti o privi di adeguato supporto magico, vi aspetta una fine triste e dolorosa.

Ciò che rende pregevole La Maledizione del Faraone è l’ottimo equilibrio degli scontri e la giusta difficoltà di soluzione del librogame. L’unico appunto che faccio riguarda l’eccessiva somma di denaro concessa in partenza, che permette di acquistare tutti gli oggetti del mercante e di semplificarsi non poco la vita. Con meno soldi si costringerebbe il giocatore a sceglierne alcuni, mentre quelli rimasti equivarrebbero a combattimenti e pericoli in più da superare.

Tirando le somme, si tratta di un’avventura buona, ben scritta e piacevole da giocare. Peccato che si completi in poco tempo, una volta intuito il percorso all’interno della tomba, e che non contenga enigmi od ostacoli stimolanti. Si colloca circa a metà strada tra lo stile dei volumi 1,3 e quello dei volumi 2,4 della serie, ma non raggiunge il compromesso ottimale tra l’equilibrio di gioco dei primi e l’ispirazione e il coinvolgimento emotivo dei secondi. Le illustrazioni di Mark Dunn si distinguono per il tratto confuso, però alcune sono gradevoli ed evocative.

Ambientazione: 8
Stile di scrittura: 7
Bilanciamento: 8
Interattività: 7
Aspetto grafico: 7

Voto complessivo: 7
Difficoltà: media

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