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Indice principale : Librogame E.L. - Serie Complete : Avventure Stellari : 

Categoria: Librogame E.L. - Serie Complete Avventure Stellari
Titolo: Avventure Stellari  Piu' letteValutazione: 5.00  Letture:3258
Descrizione   Christopher Black
Descrizione   Pensi di avere la stoffa per diventare un fantastico campione delle avventure stellari?

In questo libro il protagonista sei tu.
Buona fortuna nello spazio, amico...
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 30/1/2007
Inviata da: Gurgaz il 27/1/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 5 5
Descrizione
     Titolo originale: Star Challenge
Autore: Christopher Black
Illustrazioni: Maelo Cintron
Copertine: Maelo Cintron

Nonostante sia uscita a metà Anni Ottanta, Star Challenge è rimasta fedele alla vecchia scuola dei librogame, che trova la sua massima espressione nella collana Choose your own Adventure (in Italia Scegli la tua Avventura). Si tratta perciò di librogame privi di regolamento evoluto, piccole vicende da leggere in tutta tranquillità, contando solo sull’intelligenza e l’intuito. La E. Elle lanciò questa serie poco dopo Lupo Solitario e Oberon, con l’intento di proporsi ad un pubblico più giovane. Infatti, Avventure Stellari è indicata per lettori tra i 7 e gli 11 anni, ma l’interruzione al quinto volume testimonia la fredda accoglienza ricevuta. La serie americana arriva a 10 librogame.

È l’anno 2525 e gli uomini dominano le stelle. Il lettore interpreta un giovane agente della piattaforma spaziale Nebula, base di controllo della pace cosmica e reparto operativo di polizia della Rete dei Mondi Intergalattici. Accompagnato da un simpatico e capace robot chiamato Tor-2 (2-Tor in inglese, con una sfumatura in più), il giovane eroe dovrà risolvere situazioni spinose, in cui quasi sempre è in gioco il futuro dell’intera galassia.

Nonostante la tenera età, il protagonista non è uno sprovveduto: è in grado di combattere, sa guidare navicelle spaziali e all’occorrenza può azionare o manipolare qualunque congegno elettronico, eventualmente aiutato da Tor-2. Non sarà perciò necessario evitare i guai a tutti i costi, ma nemmeno gettarvisi a testa bassa, perché si può morire con la stessa facilità con cui si può terminare l’avventura. In caso di fallimento, il paragrafo si conclude con un eloquente “SKIANT!”.

La peculiarità di questi racconti consiste nell’evoluzione della storia in conseguenza delle scelte effettuate. Attenzione, ciò non vuol dire che le azioni possono avere effetti più o meno importanti su una trama predeterminata, bensì che sono le azioni stesse a determinare la trama! Ad esempio, se c’è un mistero da svelare, non ci sono diverse strade per giungere alla stessa verità, ma più verità indipendenti da raggiungere tramite strade diverse. A fine libro c’è la canonica pagina 115, dove è presente uno schema di valutazione delle prestazioni, che assegna un voto diverso secondo il paragrafo in cui si è terminato il librogame. La logica vorrebbe che a risultati migliori corrispondano punteggi più alti, ma a volte è davvero impossibile comprendere qual è il metro di giudizio utilizzato.

Di solito è possibile completare la missione in pochi minuti, perché un percorso non conta più di 10 paragrafi. Non c’è spazio per trame evolute né per ampi intermezzi narrativi, ma forse questo è un bene per chi si accosta ai librogame nell’infanzia. Ciò nondimeno, è lecito qualche dubbio riguardo all’effettivo fascino esercitato sui più piccini. Il motivo principale va cercato nell’organizzazione del gioco: una serie di bivi con alternative ugualmente valide o insensate, che un’altra mente (quella di Christopher Black) ha arbitrariamente classificato come migliori o peggiori. Non c’è mai un vero ragionamento, né uno schema di comportamento virtuoso cui attenersi; il tutto è puramente casuale e proprio per questo insoddisfacente. In certi casi attaccare un nemico significa la fine, in altri porta ad una vittoria rocambolesca e premiante. Il problema è che non c’è alcun dato che permetta di effettuare una scelta consapevole. Penso che anche un bambino si renda conto di quale sia la differenza tra una scelta corretta ed una sbagliata; purtroppo questi librogame non hanno un’idea chiara del giusto e dello sbagliato, perciò appaiono fondamentalmente ingiusti, anche se la facilità con cui si possono tentare tutte le strade rende il gioco rapido e leggero.

Tenuto conto che si tratta di una serie per bambini, il giudizio su Avventure Stellari non può essere troppo severo. Tuttavia, se paragonata a titoli analoghi per struttura, ad esempio Time Machine, non fa certo una bella figura e va catalogata come serie mediocre. Quest’impressione è rafforzata da una traduzione troppo letterale e poco attenta a rendere l’umorismo del testo anglosassone. Può essere un primo passo nel mondo dei librogame, ma c’è il rischio che l’insoddisfazione generi convinzioni sbagliate e spinga il lettore a trascurare questo genere letterario.

La serie è costituita dai seguenti titoli:

1) Pianeti in Pericolo
2) L’Invasione degli Androidi
3) I Cavalieri della Galassia
4) Il Palazzo delle Illusioni
5) Le Stelle Scomparse


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Inviata da: EGO il 25/5/2008
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 5 5
Descrizione
     La pubblicazione di Avventure Stellari (Star Challenge), dell’americano Christopher Black, da parte di E.Elle risale all’infanzia dei librogame in Italia, cioè al 1986. E’ il periodo in cui l’editore sonda il mercato con la massima varietà di proposte, puntando specialmente al pubblico più giovane, e più giovane di quello di Avventure Stellari non potrebbe esserci: la collana ha un’ambientazione fanta-spaziale, tanto in voga all’epoca, ma soprattutto non ha alcun regolamento di sorta. A tutti gli effetti, questa serie costituisce l’alternativa E.Elle a Scegli la tua avventura, che compare nelle edicole per conto di Mondadori nello stesso periodo.

Le due infatti condividono esattamente la stessa impostazione, evidenziando come in America la concezione principale del libro-gioco fosse quella del semplice racconto a bivi. In Avventure Stellari ci troviamo nell’anno 2525, in un futuro lontano in cui gli uomini dominano le stelle e hanno istituito una Rete dei Mondi Intergalattici. La sorveglianza dei mondi è responsabilità della base Nebula, che invia i suoi agenti dovunque ci siano problemi o disordini. Il lettore interpreta proprio uno di questi agenti, che in realtà è giovanissimo, come dimostrano le illustrazioni e come vuole la tradizione di questo genere di libri, pensati per i bambini e quindi volti ad aumentarne l’immedesimazione con protagonisti di età paragonabile. L’assistente che ci accompagna nelle nostre missioni è un simpatico robot chiamato 2-Tor, che suona come ‘Tutor’; peccato che in italiano il gioco di parole non funzionasse e il nome sia perciò stato cambiato in Tor-2.

Le missioni affidate al nostro agente di Nebula sono le più varie, perché in questi libri tutto è possibile. Infatti il racconto non segue una logica prestabilita, ma si costruisce in base alle decisioni del lettore: esse non determinano la reazione di luoghi, persone ed eventi, bensì la loro stessa natura. I bivi di questo tipo di libri conducono proprio a storie diverse: per esempio, in base al percorso scelto, gli androidi che minacciano la galassia potranno essere dei veri automi in guerra contro gli umani, oppure rivelarsi dei semplici ologrammi manovrati da una mente dietro le quinte. Pertanto ogni volume è costituito da un certo numero di piccole storie che si trovano a condividere alcune pagine, per poi separarsi laddove decidiamo di far prendere agli eventi una piega diversa. Non c’è nessuna strada “giusta”, perché di fatto lo sono tutte, a meno che non si arrivi ad un finale negativo, che a fondo pagina porta in tutte maiuscole un significativo SKIANT! (in inglese è un più polivalente ZAP!, ma erano altri tempi)

La vera differenza tra Avventure Stellari e Scegli la tua avventura, oltre all’ambientazione fissa, è l’assegnazione di un punteggio a ciascuno dei finali, forse in omaggio ai videogiochi di astronavi che negli anni Ottanta cavalcavano ancora la lunga onda del successo di Space Invaders. Ogni volume di questa serie ha 115 pagine-paragrafo, e la 115 contiene appunto l’elenco dei finali con relativi punteggi e valutazione complessiva. Purtroppo non c’è nessun legame tra il finale raggiunto e il giudizio che gli viene attribuito, salvo per quelli in cui si fa una figura barbina; di solito, anzi, i finali valutati meglio non sono affatto i più belli e soddisfacenti. Una bella idea poteva essere quella di valutare nel modo migliore i finali messi a concludere i percorsi più lunghi, e quindi più difficili da seguire fino alla fine senza interruzione; in questo modo il lettore sarebbe stato incentivato a scoprire pagina dopo pagina i racconti più completi, e avrebbe ricevuto un premio. Invece così non c’è nessuna logica nell’attribuzione dei voti, così come spesso non ce n’è nelle scelte che vi conducono.

Il risultato è che i volumetti di Avventure Stellari sono delle letture un po’ usa e getta, scarsamente approfonditi perché, come accade nella serie Mondadori, l’appeal principale è la quantità di storie e di finali a disposizione, e non la loro effettiva qualità o il coinvolgimento; la versione italiana soffre poi ulteriormente a causa di una traduzione spesso terribile, come all’epoca lo era inevitabilmente per ogni opera ad ambientazione spaziale, piena di nomi intraducibili ma che non si potevano lasciare in inglese. Lo scarso successo di questa serie, interrotta al quinto volume contro i dieci originali, è forse indicativo dei gusti dei lettori italiani in campo librogame, però di certo non è ingiusto, visto che davvero Avventure Stellari non ha molto da offrire. “Niente regole, niente punteggi, solo il gusto di vagabondare nello spazio”; uno slogan sincero ma deleterio, sullo stesso catalogo che annoverava Lupo Solitario.

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