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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Alla Corte di Re Artù : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Alla Corte di Re Artù
Titolo: 08 - La Legione dei Morti  Piu' letteValutazione: 6.67  Letture:4556
Descrizione   J.H. Brennan
Descrizione   A Camelot, nella lontana Avalon, un terribile pericolo minaccia le sorti del regno. La spaventosa Legione dei Morti, un’immensa armata composta da mummie, spettri, vampiri e zombi sta per conquistare Avalon. Questa volta, però, è Cody – una giovane apprendista stregone – a lanciare l’incantesimo che ti trasporterà alla corte di Re Artù. Ma che fine ha fatto Merlino? Merlino è morto ed è proprio lui a guidare l’esercito nemico! Solo il tuo coraggio potrà salvare il regno dalla distruzione totale.
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 22/2/2007
Inviata da: EGO il 26/5/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 6 6
Descrizione
     Volume conclusivo di Alla Corte di Re Artù, La Legione dei Morti è purtroppo un finale meno bello di quanto si potesse sperare. Il suo problema principale è che gli manca un elemento unificante. L’avventura è in pratica una sorta di collage di luoghi e situazioni completamente svincolati tra loro, che si susseguono senza una logica, nemmeno quella bizzarra di Brennan. E’ come se l’autore avesse scartato tutti questi potenziali elementi dai libri precedenti e avesse deciso di dar loro giustizia infilandoli tutti insieme nel libro finale; il risultato è un pastiche in cui ogni pezzo ha il suo valore se preso da solo, ma non c’entra niente con gli altri.

Oltretutto il libro è completamente sbilanciato, sotto più aspetti. Innanzitutto la struttura delle zone visitabili: praticamente più che un librogame abbiamo un atlante, visto che c’è una mappa per qualsiasi microcosmo ci si trovi a visitare: una pianura, una zona montuosa, un castello, un villaggio. Mappe ovunque. E oggetti, anche: sembra che tutti i bonus che avrebbero fatto tanto comodo nei tre volumi precedenti si siano dati appuntamento qui. C’è una tonnellata di oggetti curativi e magici, tra cui uno potentissimo ma inutile, visto che il modo di usarlo viene rivelato solo al penultimo paragrafo; e c’è perfino una sovrabbondanza di alleati che possono darci una mano in battaglia. Ma tutto questo a che pro? Tempo che si è trovato tutto, le battaglie sono finite; non c’è nemmeno uno scontro finale col solito nemico potentissimo. E i pochi combattimenti che si trovano prima non sono affatto difficili; lo dimostra il fatto che praticamente tutti i nemici hanno un qualche punteggio magico ai dadi che gli permette di farci fuori istantaneamente, o comunque di farci molti danni. Senza, non potrebbero opporre la minima resistenza.

Ma la cosa peggiore di tutte è che Brennan, per qualche motivo, ha anche riciclato spudoratamente alcuni elementi già visti in altri libri della serie. Il fondo lo si tocca con la riproposizione, senza la minima modifica, dell’indovinello finale visto ne Il Regno dell’Orrore; ma poi troviamo la solita stanza piena di vampiri nelle bare, i soliti zombi, la solita finta principessa, il solito villaggio di bifolchi che fanno i soliti mestieri.
Infine, una cosa davvero fastidiosa è che, se ci si dimostra troppo bellicosi con un paio di personaggi, si perde l’indizio fondamentale per arrivare alla fine! Questa specie di omaggio alla “strada giusta” di Dimensione Avventura è il colpo di grazia al divertimento di un libro che, volendo offrire troppo, ha già difficoltà ad offrire qualcosa di davvero stimolante. Tant’è vero che la cosa più memorabile di tutte sono i motti della Legione dei Morti, un perfetto esempio di “dog Latin” che mi è rimasto in testa per anni prima che arrivasse Wikipedia a svelarmene il segreto.

E’ un vero peccato che una serie che ha offerto così tanti capolavori debba chiudersi con un episodio così fiacco. Certo, Il Regno del Caos è un flop di ben altro calibro; La Legione dei Morti è sicuramente più curato e divertente. Il fatto è che è troppo facile, troppo disorganizzato e poco interessante, e quindi manca proprio degli elementi che rendono invece grandi la maggior parte degli altri volumi.

Inviata da: Gurgaz il 6/5/2008
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     Titolo originale: Legion of the Dead
Autore: John Herbie Brennan
Anno: 1987
Illustrazioni: John Higgins
Traduzione italiana: Laura Pelaschiar Mc Court (1991)

Ricordo distintamente la cocente delusione che all’epoca mi causò l’ottavo ed ultimo capitolo di Alla Corte di Re Artù. Da bambino reputai l’avventura facile e priva di momenti indimenticabili, imbastita con avanzi di idee mai adoperate nei librogame precedenti. Con fin troppa fretta lo classificai come il peggiore della serie, come il classico finale deludente che tante pregevoli opere ha mandato in malora. Sebbene alcuni giudizi abbiano trovato conferma nel recente riesame, credo che La Legione dei Morti sia un librogame di un livello onesto, superiore alla media, anche se per Alla Corte di Re Artù non è un tassello fondamentale.

In apertura si riceve una tragica e sconvolgente rivelazione: il mago Merlino è morto cadendo da una quercia (o mangiando delle prugne avvelenate, secondo i gusti) e per questo è Cody, una teenager apprendista stregone, ad assegnarci l’equipaggiamento e la nuova folle missione. C’è un esercito di nonmorti che imperversa in Scozia, pronto a dilagare come una marea devastante nelle verdi contrade di Avalon. Il compito di Pip è chiaro quanto impossibile: fermare con le sue sole forze la Legione dei Morti, comandata nientemeno che dal defunto Merlino!

L’avventura comincia in una landa desolata, che dovrebbe essere la Scozia ma che in realtà è l’Ade (Cody deve aver sbagliato qualcosa, non è molto pratica di teletrasporti). Non dovrebbe costituire un problema raggiungere la vera Scozia, rappresentata schematicamente da una mappa che raffigura una rupe, una foresta tenebrosa (vero classico della serie, c’è quasi in tutti i libri) ed una valle, oltre la quale si trovano un villaggio tipico scozzese ed un lago che, per molti aspetti, fa pensare al Loch Ness. Al di là delle acque scure si cela il covo della Legione dei Morti, ma è inutile recarvisi senza aver racimolato un certo numero di oggetti chiave. Il librogame ha una soluzione abbastanza rigorosa, che presuppone di aver esplorato per bene tutti i luoghi prima di dirigersi alla meta.

Nonostante l’apparente rigidità, La Legione dei Morti permette sempre di tornare indietro alle sezioni precedenti, perciò non è facile pregiudicare il buon corso dell’avventura. L’unico sistema è far fuori la vedova Brunilde di Ochnatoberlochnaburry, perdendo così la possibilità di procurarsi una delle sue ciambelle. Io vorrei proprio sapere chi ha mai pensato di massacrare una donna che si dimostra così amichevole, e che permette di conservare una ciambella per mangiarla più tardi. Nel villaggio scozzese ci sono pericoli peggiori e più manifesti, come una distilleria clandestina, una taverna dove il whisky scorre a fiumi, il castello della famiglia Machoot e, naturalmente, un campo di pogolfit.

L’umorismo sceglie la strada del revival, recuperando alcuni fortunati luoghi comuni della serie, tuttavia non è privo di gradite novità. A parte la satira a danno degli Scozzesi, Brennan conferisce alla Legione una ridicola disciplina romana, ribadita a suon di motti latini. Il lettore italiano del 1991 non poteva certo sospettare l’esistenza del Dog Latin, ovvero di un latino utilizzato in ambiente universitario per fare dello spirito, grazie al fatto che certe frasi latine, lette con accento inglese, suonano come frasi (inglesi) di tutt’altro significato (Caesar et sum iam forte = Caesar ate some jam for tea = Cesare si pappò della marmellata all’ora del té). È un effetto comico vagamente simile alla traduzione letterale di frasi tipiche romane in inglese (es. go to die killed!).

Per di più sembra che l’autore si sia improvvisamente ricordato che la serie si intitola Grailquest; il ciclo arturiano è vasto e molto materiale è stato lasciato da parte, nella smania di presentare mondi paralleli e dungeon intricati. In quest’ottica risulta positivo l’inserimento del Re Pescatore e la ristesura della sua leggenda: non più custode del Santo Graal, ma della fantomatica Pietra del Sole; non più in cerca di un retto cavaliere che possa guarire le sue ferite, bensì di un coraggioso che annulli la maledizione lanciata sul suo regno dal mago Ansalom. C’è tutto il suo castello da esplorare, compreso il sotterraneo, però in quest’ultimo abbondano le cose già viste (un corridoio con sei celle, un enigma con quattro personaggi di cui uno solo dice la verità ed uno scheletro parlante).

In passato ritenevo questo librogame troppo facile e perciò poco attraente. Dopo gli shock de Il Regno del Caos e di Viaggio nel Terrore devo dire che una simile abbondanza di bonus non guasta. Certo sono fin troppo frequenti le occasioni per recuperare PUNTI DI VITA ed i ritrovamenti di potenti artefatti (l’amuleto di Knar è un oggetto portentoso, ottenibile a due passi dal via), mentre i nemici non sono in grado di far troppo male. Paradossalmente il giocatore sente il bisogno di un po’ più di rischio, eppure io sono convinto che La Legione dei Morti sia più vicino al giusto equilibrio degli altri capitoli della serie, ad eccezione del primo. La vastità dei territori da esplorare rende laborioso il ritrovamento di tutto ciò che serve, quindi una tregua da parte dei mostri non guasta.

Ciò di cui si avverte la mancanza è un finale appropriato, perché non c’è né il classico combattimento campale né un Trionfo di Pip che chiuda la serie con dignità. Io avrei apprezzato una sfida magica con Merlino, in luogo di una conclusione abbozzata in fretta e furia. Dal canto suo John Higgins non sa o non vuole recuperare la cura dei primi quattro volumi, così la veste grafica appare sempre più scialba. A parte questi elementi, non trovo che l’epilogo di una grande serie meriti troppe note di demerito; è comunque un’avventura giocabile ed interessante, caratterizzata da una buona gamma di situazioni divertenti e di sfide ingegnose. Si tratta di un librogame di discreto valore, sebbene non abbia i numeri per distinguersi radicalmente da tanti prodotti mediocri.

Ambientazione: 6
Stile di scrittura: 7
Bilanciamento: 7
Interattività: 7
Aspetto grafico: 6

Voto complessivo: 7
Difficoltà: bassa

Inviata da: andreONE il 11/2/2012
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     La Legione dei Morti, conclude il ciclo, di: "Alla Corte di Re Artu'".
Il titolo preannuccia un finale della saga pirotecnico.
Purtroppo tutte le premesse non vengono mantenute.
La storia: Merlino e' morto!
Si avete letto bene, il vecchio malefico e' morto!
E' stata Cody una sua apprendista a richiamarci.
Invece di fare il trenino di Capodanno, veniamo come al solito mandati in missione.
Piccolo particolare: alla guida della Legione c'e' il nostro mentore appena passato a "miglior" vita...
Quindi avremo a fare i conti con lui.
Meccaniche: il volume non ci da' molte sorprese, sembra un collage dei pezzi migliori dei libri precedenti con qualche richiamo, talvolta esilarante alle prime avventure.
L'oggetto che serve per concludere l'avventura ti viene dato come ricompensa ma non ti spiegano molto bene come si usa.
Anzi, ti invogliano a usarlo subito.
Infatti quando ti trovi faccia a faccia con Merlino, non c'e' la classica sfida allievo contro maestro, ma bastera' usare l'oggetto sopra descritto.
Le immagini: le illustrazioni sono di discreto livello, ma visto che mi sono dimenticato di elogiare il copertinista: john Howe, che ha regalato delle bellissime e cupe illustrazioni a questa collana, lo faccio adesso.
Grazie!!!



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