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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Skyfall : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Skyfall
Titolo: 01 - I Mostri della Palude  Piu' letteValutazione: 7.50  Letture:2559
Descrizione   David Tant
Descrizione   Da qualche tempo le chiatte che fanno servizio commerciale sul fiume Doone, e soprattutto quelle che portano carichi preziosi, spariscono misteriosamente: imbarcazioni, equipaggio, merci...tutto! Nell'ultimo viaggio e' scomparso anche tuo padre, ed e' quindi tua ferma intenzione chiarire questo mistero: ma per farlo dovrai avventurarti nel territorio malsano e acquitrinoso, percorso da mille corsi d'acqua, che viene chiamato la Palude Tetra.
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 22/11/2007
Inviata da: EGO il 28/4/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 8 8
Descrizione
     Di tutti i libri della serie Skyfall, I Mostri della Palude è sicuramente quello in cui l’autore ha cercato di sfruttare nel modo più completo l’impianto di gioco che ha creato.
La trama vede il protagonista fare ritorno a casa sua, a Starport, dopo diverso tempo. Qui apprende che, nell’ultimo periodo, molte chiatte mercantili trasportanti carichi preziosi sono svanite nel nulla durante la navigazione. La molla che però spinge il personaggio a indagare sulle sparizioni è il fatto che anche suo padre, proprietario di una di queste chiatte, è scomparso. Bisognerà quindi avventurarsi lungo i fiumi che scorrono nella grande Palude Tetra, alla ricerca del covo dei responsabili.

Molto presto il lettore scoprirà la caratteristica portante di Skyfall: la soverchiante quantità di scelte a disposizione. L’esplorazione della palude richiede che ne venga fatta una mappa; in caso contrario, ci si perderà molto facilmente e molto presto nella miriade di fiumi, fiumiciattoli e canali navigabili. Proprio grazie a questa ambientazione all’aria aperta, il libro richiede che venga tenuto in conto il fattore tempo: per ogni corso d’acqua esplorato ci viene detto quanto tempo c’è voluto per percorrerlo, e in base a questo tempo viene deciso l’uso delle razioni alimentari (in effetti, spesso uccidere un animale nella Palude significa ottenere grosse scorte di cibo). Di fatto, I Mostri della Palude è l’unico dei libri di Skyfall in cui la regola del tempo venga presa in considerazione (e meno male, visto che aggiunge solo un carico in più ad una struttura di gioco che mette già abbastanza carne al fuoco).

Sebbene molti dei percorsi navigabili siano vicoli ciechi, quelli che contengono effettivamente qualcosa offrono una buona quantità di sfide. Il libro è strapieno di creature e di trappole mortali, e David Tant mantiene la sua promessa: il giocatore che valuta attentamente la situazione viene avvantaggiato, mentre quello che non lo fa verrà immancabilmente penalizzato. Bisogna pensarci bene prima di infilare la mano in un buco dove si vede qualcosa che si muove, o prima di varcare una porta dove c’è scritto “Guai a chi entra”, o prima di immergersi in una pozza d’acqua dove si vedono alcuni strani pesciolini. A differenza di quelli successivi, il libro non è avaro di regali e di oggetti utili per il potenziamento del personaggio, ma non per questo il lettore ha motivo di convincersi che infilandosi nella tana del lupo si troverà sempre un oggetto fighissimo. Di modi per morire ce ne sono tanti e quasi tutti molto spettacolari, ma la morte non è mai ingiusta o imprevedibile e dipende praticamente sempre dalle scelte del giocatore. C’è sempre la possibilità di riflettere e di evitare di cacciarsi nei guai, e l’autore fornisce sempre abbastanza indizi per capire che cosa è più saggio fare.
Ciononostante, finire l’avventura non è facile. La parte finale soprattutto, ambientata nel covo dei pirati del fiume, richiede di pensare molto attentamente per cavarsela, visto che una scelta sbagliata o un combattimento mal condotto possono far finire male l’avventura proprio a un passo dalla meta. E anche lo scontro finale è parecchio difficile, a meno che si sia trovato un certo oggetto speciale.

I difetti del libro sono facilmente evidenziabili. Il primo è la grande dispersività, per cui il giocatore che non si segna la strada ha veramente poche possibilità di raccapezzarsi nell’immenso labirinto della Palude Tetra. Strettamente connesso a questo è il fatto che la maggior parte delle cose interessanti è concentrata solo nell’area in cui poi si trova la locazione finale dell’avventura, per cui gran parte di questa enorme ambientazione è solo un riempitivo. Non è che non ci siano parecchie cose interessanti da trovare: è solo che l’80% dei luoghi raggiungibili non contiene assolutamente nulla di rilevante.
Probabilmente però il potenziale difetto maggiore è la conseguenza di una struttura così articolata: poiché il libro non offre un percorso fisso ma una grande struttura aperta, il giocatore fortunato potrebbe in teoria azzeccare subito la strada giusta e arrivare alla fine saltandosi un bel pezzo di libro, visto che non ci sono oggetti strettamente necessari per vincere. E poiché la sfida maggiore consiste proprio nell’affrontare la Palude per trovare il luogo che si sta cercando, la mancanza di passaggi obbligati spreca un po’ del notevole materiale che Tant ha infilato nel volume. Naturalmente è difficilissimo che si trovi subito il posto dove andare, ma è praticamente certo che, una volta trovatolo, le eventuali partite successive saranno svilite, private di gran parte della sfida.
Un’ultima osservazione riguarda l’applicazione della regola del tempo e del cibo: le provviste rivestono un’importanza apparentemente cruciale in tutto il libro, ma poi non viene mai stabilita nessuna detrazione nel caso che il personaggio non si nutra. Anzi, è quasi paradossale un certo alimento che, se consumato, permette di restare senza cibo e acqua per dieci giorni, ma al costo di un punto di Vitalità al giorno per la denutrizione... una svista veramente incredibile!

Il volume è comunque di ottima qualità, se consideriamo anche che si tratta del primo; come contorno abbiamo poi uno stile interessante e delle illustrazioni davvero pregevoli. Penso che sia un’avventura adatta a qualsiasi lettore che non si spazientisca troppo facilmente. Personalmente non amo molto le ambientazioni palustri, perciò I Mostri della Palude non incontra pienamente il mio favore, ma una volta esplorato a fondo si rivela un libro che merita di essere giocato.

Inviata da: Gurgaz il 18/12/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     Titolo originale: Monsters of the Marsh
Autore: David Tant
Anno: 1985
Illustrazioni: Duncan Smith
Traduzione italiana: Patrizia Pedrazzini (1992)

Nel 1992, a ben sette anni di distanza dall’uscita in madrepatria, la serie Skyfall approda in Italia, quando a mio giudizio nessuno aveva più bisogno di lei. Non c’è da stupirsi se molti hanno storto il naso al sentir parlare di monete, oppure hanno chiuso I Mostri della Palude non appena si sono resi conto di che cosa conteneva, ossia un contorto labirinto di fiumi, laghi e sparute località da esplorare, il tutto in un formato esclusivamente testuale che lo rende poco attraente, se paragonato ad esempio alle mappe di Unicorno (che però ha altri difetti).

In verità il primo librogame della serie non è affatto male ed è forse quello riuscito meglio di tutti, per quanto io lo consideri poco divertente da giocare. Ritornato dopo una lunga assenza nella città di Starport, prospero scalo mercantile tra il mare e la capitale Tan-Delta, il protagonista scopre che ultimamente alcune chiatte cariche di preziosi sono scomparse, probabilmente ad opera dei mostri che popolano la misteriosa Palude Tetra. Il tratto del fiume Doone che costeggia l’acquitrino è divenuto insicuro, con gravi danni per il commercio locale, tuttavia la notizia più sconfortante è che anche il padre del protagonista, Kandow, è sparito assieme alle chiatte e ai loro equipaggi. Quale motivo più valido per affrontare i pericoli di un luogo selvaggio e sconosciuto come la Palude Tetra?

La caratteristica di Skyfall è concedere al giocatore la massima libertà di spostarsi, visitando tutti i rigagnoli e i tumuli di questa vasta zona palustre. Non è pensabile orientarsi nel tortuoso acquitrino senza tracciare una mappa, sebbene quella ad inizio libro segnali già alcuni particolari che possono tornare utili. Ad ogni modo, non è troppo difficile orientarsi, né trovare il luogo chiave per terminare l’avventura con successo. Ben più arduo è evitare di perdersi in zone inutili, dense di trappole o feroci nemici, visto che l’autore non ama offrire combattimenti scontati.

Anche nel rush conclusivo le possibilità di restare secchi sono svariate, perché in questo concitato frangente, l’unico in tutta la serie, Tant tiene fede al suo proposito di “punire il giocatore disattento e premiare chi valuta attentamente la situazione”. Sebbene non sia immediato comprendere come agire, la parte decisiva dell’avventura è avvincente e riesce a risvegliare l’interesse dopo un’esplorazione a dir poco soporifera.

Già, perché a mio avviso gironzolare nella Palude Tetra è una noia mortale. C’è un numero esorbitante di vicoli ciechi in cui si perdono giornate intere, col risultato di consumare le provviste ed essere costretti a cercarle. O meglio, di autoimporsi la ricerca del cibo, visto che nel regolamento non ci sono indicazioni per chi non ha da mangiare. Il fatto di girare a vuoto, senza dubbio molto realistico, è micidiale per l’economia del librogame, che spende decine di paragrafi a definire la mappa un territorio molto ampio, in cui quasi nulla è funzionale alla trama e, in generale, c’è poco da trovare.

Quel che rende I Mostri della Palude un librogame apprezzabile è la buona realizzazione, che non permette di cogliere errori importanti. Va sottolineata anche l’efficacia di alcuni momenti, in particolare nella fase finale, dove l’autore chiede di soppesare attentamente la situazione, piuttosto che di possedere questo o quell’altro oggetto. Si tratta di un’impostazione diversa dalla norma e tutt’altro che disprezzabile. Il resto non è così esaltante, perché la Palude non offre nulla che stuzzichi l’immaginazione o che colpisca per originalità, laddove abbonda di paragrafi descrittivi che si leggono malvolentieri. Le illustrazioni di Duncan Smith sono di alterna qualità e sono figlie del loro tempo, come del resto la serie.

Ambientazione: 6
Stile di scrittura: 6
Bilanciamento: 8
Interattività: 8
Aspetto grafico: 6

Voto complessivo: 7
Difficoltà: media

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