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IL CODICE DA VINCI --- di Ron Howard
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Da Povoletto (UD)
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Non era certo mio dovere visionare questo film; avrei potuto dedicare 148 minuti della mia vita ad attività più redditizie, però ho cercato di unire l’utile al dilettevole togliendo i sottotitoli e cercando di affinare il mio udito per intendere le battute in lingua originale. Non è stato difficile, visto che il Codice Da Vinci in versione cinematografica è una fedelissima riproposizione del libro di Dan Brown, di cui rispetta alla lettera l’azione ed edulcora leggermente il messaggio, perché la prudenza non è mai troppa.

Si parte dal sinistro omicidio di un curatore del Louvre, Jacques Saunière (Jean-Pierre Marielle). Un rude capitano della Policie Judiciaire francese, Bezu Fache (Jean Reno), sveglia in piena notte il simbolista americano Robert Langdon (Tom Hanks), conducendolo sul luogo del delitto, dove il morto ha lasciato una serie di simboli apparentemente indecifrabili. In breve, Langdon è raggiunto da un’agente del Dipartimento di Crittologia, Sophie Neveu (Audrey Tatou). Costei rivela a Langdon che egli è sospettato dell’omicidio; tuttavia, il curatore pare aver avuto il tempo di disseminare il Louvre di indizi criptati ed invisibili, che i due riusciranno con la loro astuzia a decifrare. Dopo aver facilitato la fuga di Langdon, Sophie diventa la sua compagna nella caccia ad uno dei più celebrati ed oscuri misteri dell’umanità: il Santo Graal, il cui immenso potere attira molti strani figuri, tra cui lo spietato monaco albino Silas (Paul Bettany), al servizio del vescovo dell’Opus Dei, Aringarosa (Alfred Molina), e di un fantomatico “Rector”. Robert e Sophie trovano aiuto presso Sir Leigh Teabing (Ian McKellen), un vero e proprio fanatico del Graal. In una serie continua di colpi di scena, fughe all’ultimo istante ed incredibili rivelazioni, i nostri eroi percorreranno la difficile via che conduce allo sconcertante segreto. Usando questo lessico, tuttavia, cerco di distanziarmi molto da quello che penso riguardo al libro e alle sue divertenti teorie in bilico tra revisionismo e millanteria.

La sceneggiatura di Akiva Goldsman non è certo un capolavoro, perché si impegna a riprodurre puntualmente il romanzo e si dimentica di intrattenere il pubblico. In buona sostanza, smentisce la mia convinzione per cui il Codice Da Vinci poteva costituire il perfetto copione per un film. Al di là del casting, certamente buono sul piano estetico, il film rivela la torbidezza dei personaggi di Brown e l’estrema difficoltà che un attore incontra nel sostenere la parte del fanatico senza pregiudizi, o dominato dai pregiudizi. L’unico attore che riesce a convincere nel suo ruolo è Ian McKellen. Robert Langdon subisce una leggera metamorfosi, poiché da entusiastico sostenitore delle conspiracy theories assume tratti da uomo comune, ragionevolmente scettico o credulo, secondo i casi. Però Hanks sembra terribilmente a disagio, non solo per i capelli, ma perché non riesce né a sembrare serio né a creare la giusta alchimia con la Tatou. Non parliamo poi di Bettany e del suo terribile destino, che lo ha calato nei panni di Silas, il personaggio più sciocco della storia della letteratura, ora anche di quella del cinema. Un bravo attore dovrebbe però riconoscere quando un ruolo, così com’è, non è sostenibile. Gli interpreti francesi sono abbastanza a loro agio, sebbene i dialoghi non gli permettano di esprimersi a dovere. A.Tatou, poverina, è costretta ad un’infinita serie di domande e sbalordimenti, che sulla pagina sono funzionali ma sullo schermo fanno ridere. Reno accentua moltissimo l’ossessione di Fache per la vicenda e in certe situazioni lo fa a dovere, in altre eccede la misura, come quando picchia l’impiegato dell’aeroporto.

In conclusione, le spiegazioni e la risoluzione degli “enigmi”, sullo schermo portano alla noia e rivelano la loro inconsistenza, poiché sono talmente lunghe e noiose da adombrare le brevi scene d’azione, che peraltro sono di una banalità unica, tali e quali al romanzo. Sono poco efficaci perfino i flashback che rievocano l’oscura storia della Chiesa. In più, mi chiedo che interesse possa aver provato un fan del libro a vedere il film, se non quello di fare un giro turistico per le location del Codice. Chi non aveva idea della storia o dell’affascinante mistero a cui sarebbe stato iniziato, probabilmente ci ha capito poco, perché è difficile seguire una spiegazione se la telecamera continua a roteare per le sale e si disinteressa degli oratori.

Una trasposizione di una fedeltà maniacale, il film di Ron Howard mette bene in luce i difetti della fonte. Forse il regista non era il più adatto al compito, che richiedeva una buona dose di coraggio e cattivo gusto in più, anche per rinunciare all’atmosfera falsamente oscura del libro e sfruttarne le idee migliori per ottenere un thriller davvero mozzafiato. Si poteva fare, ma ha vinto la venerazione per un’opera che non la merita. Buona solo la colonna sonora dell’onnipresente Hans Zimmer; il resto è squisitamente mediocre.

Voto di gradimento: 5
Voto critico: **

Inviato il: 24/10/2006 13:14
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Re: IL CODICE DA VINCI --- di Ron Howard
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Da Dune
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Mah.. è stato pompato dalla pubblicità il libro e di conseguenza anche il film, che come attrattiva aveva un certo Ian McKellen (che penso continuerò a chiamare Gandalf per il resto della vita) e un Tom Hanks (che è uno dei miei attori preferiti).
Beh sinceremnte da quello che mi han raccontato e da quello che mi dici te Gurgaz ho fatto bene a nn andarlo a vedere..e neanche a legger eil libro...

Inviato il: 27/10/2006 20:58
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Long live the Fremen Warriors!!!

Ya Hya Chouhada!



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Re: IL CODICE DA VINCI --- di Ron Howard
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è uno di quei film pubblicizzati come capolavoro della storia che sinceramente metterei in cestino........

Inviato il: 28/10/2006 14:45
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Re: IL CODICE DA VINCI --- di Ron Howard
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Da Povoletto (UD)
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Non è stato il campione di incassi che si aspettavano, anche perché in breve si è sparsa la voce che il film era noioso, brutto e deludente. Non capisco però come chi ha letto il libro possa dire che il film non lo soddisfa, essendo fedele oltre ogni possibile misura. Poco male, una volta tanto la pubblicità e un gran nome non sono riuscite a salvare un lavoro scadente.

Inviato il: 31/10/2006 10:05
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Di idee morali non ce ne son più, oggi; e quel ch’è peggio, pare che non ne siano mai esistite. Sono scomparse, inghiottite sin nei loro più piccoli significati... Da L'adolescente di F.Dostoevskij
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Re: IL CODICE DA VINCI --- di Ron Howard
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Fedele al libro è fedele (purtroppo) ma la regia è piatta e il film risulta scialbo. Patinato, si, ma in maniera inutile. Tom Hanks non crede minimamente alla parte che fa e il solo Ian Mc Kellen si merita la paga minima.

Voto personale: 5

Inviato il: 13/11/2006 21:59
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Lo spirito del Forum riemerge dagli abissi del tempo.
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